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6 Mar [11:37]

LA PROVOCAZIONE
Al Ciocco riapre
l'"ospizio" tricolore...

Combi, Rosetta, Caligaris, tre fenomeni. Insieme vinsero moltissimo: fra l’altro i cinque scudetti del magico quinquennio della Signora che veste a strisce bianche e nere. Pure Zoff, Gentile e Bergomi sono stati grandi: nel rendere davvero magiche le notti del mondiale dell’82, quello vinto dall’Italia in Spagna, ci hanno messo molto di loro. Ma niente è per sempre e a un certo punto anche i tre mitici difensori degli anni Ottanta si sono fatti da parte. Come, una cinquantina di anni prima avevano dovuto fare i loro illustrissimi predecessori. Come, prima o poi, faranno anche Buffon, Cannavaro e Materazzi, i mattatori di Berlino 2006. Per raggiunti limiti d’età. È la legge della vita. E lo sport fa pochi sconti: Marco Ballotta, portiere giramondo e nonnetto del campionato italiano, fa notizia perché gioca a quarantadue anni suonati ed è considerato una specie di dinosauro. Nel campionato italiano rally sarebbe solo uno del gruppo sempre più nutrito di quelli che gli “anta” gli hanno ormai passati. Paolo Andreucci, primo l’anno passato nella serie tricolore, ha un anno in meno del calciatore emiliano. Come Piero Longhi e Renato Travaglia Stefano Bizzarri. Classe 1965, Piero Longhi e Renato Travaglia ne hanno uno in meno. Andrea Aghini e Stefano Bizzarri. uno in più. Nati rispettivamente nel ’69, nel ’70 e nel ’71, Andrea Dallavilla, Luca Cantamessa e Sandro Sottile non è che abbassino poi tanto la media. Giando Basso, trentaquattro anni il prossimo settembre fa la parte del ragazzo di bottega. Alessandro Perico - l’ultimo ad essere entrato nel club di chi ha vinto almeno una gara della serie nostrana – non è esattamente un ragazzino: è del ’76 come Luca Rossetti. Per dire, hanno appena un paio di anni in meno di Sébastien Loeb...
Uno per l’altro, gli “arzilli vecchietti” del campionato italiano sono bravi. Hanno vinto parecchio, nel Bel Paese, e c’è da credere che continueranno a farlo per un pezzo ancora. Per mancanza di ricambi o chissà per cos’altro ancora. E anche se l’età è solo un numero, pare chiaro che c’è un problema. Che prima o poi meglio prima pur se non c’è da farsi tante illusioni, gli abituali occupanti delle sedie federali dovranno affrontare. Intanto, potrebbero cambiare nome al campionato: Coppa del Nonno renderebbe meglio l’idea.

di Guido Rancati

Nella foto, Paolo Andreucci prova la Mitsubishi in vista dell'esordio (Photo 4)