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24 Apr [15:24]

Anteprima Giordania: ai piloti piace il percorso, meno il gran caldo…

Finalmente il sole. La nuvola del rallysta ha dato forfait e la gente del mondiale si ritrova a confrontarsi con condizioni meteo di cui s’era persa la memoria. “Sarà un problema”, butta lì Sébastien Loeb davanti a un termometro che sfiora i quaranta gradi. Già, lo sarà. Soprattutto domenica, quando protagonisti e comprimari della serie iridata si troveranno ad affrontare due volte la temuta Jordan River, una prova da quarantun chilometri e mezzo. La prima volta alle nove del mattino, la seconda appena dopo l’una, quando il sole picchia più duro.

Incubo per piloti e copiloti, il caldo non ha tenuto lontano Max Mosley: i giordani l’hanno invitato e a lui non è parso carino dire di no. C’è, il chiacchierato figlio di Sir Oswald. Dove sia, però, nessuno pare saprelo con certezza. Forse da qualche parte dove non arriva l’eco delle battute-battutine-battuttacce che ormai da un mesetto lo hanno come protagonista. Chi invece non si nasconde è Jacques Regis, arrivato sulle rive del Mar Morto a seguire da vicino Sébastien Ogier, l’ennesimo prodotto della scuola francese al quale la federazione che lui ha diretto per anni sta dando una bella mano a crescere.

È un bel mix di tanti bei rally, la manche che debutta nel mondiale. “A tratti somiglia al Messico, a tratti all’Argentina e al Portogallo. In assoluto, è una gara molto tecnica nella quale è davvero facile sbagliare”, sintetizza Sébastien Loeb dopo aver assaggiato la terra giordana nello Shakedown pre-gara. Che aggiunge: “Il fondo, poi, è decisamente compatto, al punto che se il regolamentolo permettesse, potremmo tranquillamente usare pneumatici “racing terra” se non direttamente da asfalto”.

“A me, la gara piace”, annuncia Giovanni Bernacchini alla vigilia. Spiegando che ad averlo impressionato favorevolmente sono proprio le difficoltà inabituali incontrate nelle ricognizioni. A cominciare dall’assoluta o quasi mancanza di punti di riferimento: “Soprattutto nel veloce – dice –non c’è niente che aiuti a memorizzare la strada. Ma va bene così: in fondo, il bello dei rally sta proprio nel richiedere sempre una certa capacità di improvvisare”. Non è l’unico a parlar bene delle speciali intorno al Mar Morto. Almeno per ora...

g. ran.

I migliori tempi dello shakedown


1. Sordo 1'14"3
2. Galli 1'14"5
3. Hirvonen 1'14"5
4. Loeb 1'14"7
5. Latvala 1'14"8
6. Atkinson 1'14"8
7. P. Solberg 1'14"9
8. H. Solberg 1'15"6
9. Aava 1'15"7
10. Al Qassimi 1'16"6
11. Gardemeister 1'16"7
12. Wilson 1'16"8
14. Andersson 1'18"4
13. Villagra 1'17"2
15. Rautenbach 1'18"7
16. Clark 1'21"7