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12 Ago 2025 [11:32]

Il punto della stagione
L'esperienza che fa la differenza

Davide Attanasio - Foto KSP

A due appuntamenti dal termine del campionato 2025, la F4 francese targata FFSA Academy vive per certi versi una situazione raramente sperimentata. A eccezione di Alessandro Giusti, vincitore nel 2022 al secondo anno, il resto dei campioni dal 2018 al 2024 aveva poca se non pochissima esperienza nel suo bagaglio. 

Caio Collet, quando trionfò nell'edizione 2018, aveva disputato solamente 7 gare nella F4 UAE, mentre Hadrien David, primo nel 2019, si era agonisticamente cimentato nel karting. I piloti giapponesi della Honda, Ayumu Iwasa e Taito Kato, rispettivamente campioni nel 2020 e nel 2024, in Europa non avevano mai corso. Esteban Masson, che ha avuto la meglio nel 2021, aveva partecipato all'ultimo round dei campionati 2019 e 2020. Infine Evan Giltaire, inserito nell'albo d'oro dal 2023, prima di quell'anno, solamente karting.

Questa stagione, invece, le cose sono diverse. Perché a contendersi il titolo, a meno di clamorosi ribaltoni o brusche battute d'arresto, ci sono due piloti che alle spalle hanno già un campionato: Alexandre Munoz, primo con 176 punti, e Jules Roussel, secondo con 154. Ma non è finita qui, perché anche Arthur Dorison, 117, e Rayan Caretti, 106, terzo e quarto nella graduatoria, sono ragazzi al secondo anno nella serie. Il primo dei rookie, Louis Iglesias, è sì quinto, ma staccato di 108 lunghezze da Munoz. 

Nessun debuttante, nelle 12 gare fin qui messe in archivio, ha provato l'ebbrezza di salire sul gradino più alto del podio con i successi da spartire tra Munoz (4), Dorison (4), Roussel (2) e Caretti (2). Curioso il caso di Dorison: le quattro gare che lo hanno visto vincitore erano tutte quelle con la griglia invertita e che valgono meno punti.



La stagione, iniziata da Nogaro nel fine settimana di Pasqua, ha sin da subito visto Munoz e Roussel sugli scudi. Munoz, nato il 5 aprile del 2009, ha sempre avuto un vantaggio nei confronti del rivale, più grande di quasi 3 anni, e dopo il secondo appuntamento di Digione vantava ben 47 punti di vantaggio, forte di 4 successi contro i 4 secondi posti di Jules. 

Tra Spa-Francorchamps e Magny-Cours, però, qualcosa è cambiato. Un Munoz meno brillante - solo due podi - ha permesso a Roussel - due vittorie in Belgio - di ricucire parzialmente lo strappo. A Magny-Cours nessuno dei due è riuscito a tagliare il traguardo per primo con Roussel che, vittima di due problemi di affidabilità, ha permesso a Munoz di guadagnargli 10 punti.

Questa, quindi, l'evoluzione del vantaggio in classifica di Munoz su Roussel:

- dopo Nogaro: Munoz 60, Roussel 40 (+20);
- dopo Digione: Munoz 123, Roussel 76 (+47);
- dopo Spa: Munoz 147, Roussel 135 (+12);
- dopo Magny-Cours: Munoz 176, Roussel 154 (+22).



A ogni modo, a sorprendere è stata la crescita dei due ragazzi. Nel 2024, infatti, Munoz aveva terminato nei punti solamente in 4 occasioni, vincendo la gara con la griglia rovesciata dell'ultimo round di Le Castellet e concludendo così in 17esima posizione nella classifica generale. A posteriori, un segnale lo aveva mandato a tutti. C'è da dire che, all'epoca, era il pilota più giovane della griglia, tanto che dovette saltare il primo round perché non ancora 15enne. 

Roussel, invece, concluse il suo anno da "deb" all'11esimo posto, cogliendo anche un podio nella seconda gara di Spa. Davanti a loro piloti come Rayan Caretti, settimo, e Montego Maassen, ottavo, impegnati nella serie anche quest'anno. Caretti, vincendo due corse a Magny-Cours, si è issato al quarto posto dell'attuale classifica, mentre Maassen, con tre podi, è a 5 punti dalla quinta posizione occupata da Iglesias. Comunque, per loro, vedere davanti Munoz, Roussel e anche Dorison (18esimo un anno fa) non era sicuramente nei piani.

Le riflessioni che scaturiscono da questo andamento possono essere molteplici. Ad esempio, la scuola FFSA Academy funziona. E che Munoz e Roussel sono degli ottimi studenti. Con sede nei pressi del Circuit de la Sarthe, l'obiettivo della Federazione è quello di formare i piloti a tutto tondo, fornendo loro gli strumenti per comprendere tutte le sfaccettature di un mondo che non si limita allo scendere in pista. Pratica, sì, ma anche teoria. 

Il contenimento dei costi, poi, è un obiettivo dichiarato. Va in questo senso la riduzione delle giornate di test ufficiali, solamente due prima del round inaugurale a Nogaro. Spesso, il giovedì, si organizzano delle sessioni opzionali, ovvero non incluse nel pacchetto; niente a che vedere, comunque, con i chilometri che si macinano nelle altre categorie F4.

Il numero dei round, quest'anno ridotti da 7 a 6, ha però portato a un aumento della durata di ciascuna corsa: mezz'ora e non più 20 minuti. Altro aspetto da sottolineare è il numero dei partecipanti. Fino al 2021 si parlava di 15 piloti, oggi sono il doppio.

La serie, eccezione nel panorama mondiale proprio per la presenza di un ente, la FFSA che fornisce ingegneri e meccanici per mettere a punto le monoposto Ligier JS F422, sta quindi vivendo una fase di grande espansione. D'altronde, pagare 150.000 euro (circa) per un intero campionato FIA F4 fa gola a parecchi.



L'unico italiano in griglia, Niccolò Pirri, sta affrontando una stagione tutto sommato positiva considerando la nulla esperienza non avendo gareggiato nemmeno con i kart. Solo qualche test e il sostegno della famiglia (suo papà, Luca, è fondatore della LP Racing, squadra di stanza nelle competizioni GT2) hanno sicuramente accelerato un processo comunque difficile e che necessita delle giuste tempistiche. Una sola volta a punti, nono a Nogaro gara 3, tenterà nei round di Lédenon (12-14 settembre) e Le Mans (Circuito Bugatti, 25-27 settembre) di farci capolino quantomeno in un'altra occasione.
FFSA AcademyRS Racing