11 Nov [14:47]
CONTROCANTO
La sicurezza non può
essere un optional
Il peggio è passato: l’emorragia che aveva fatto temere il peggio è stata tamponata e di qui a pochi giorni Patrick Pivato potrà essere affidato alle cure dei medici dell’ospedale di Lione che con una serie di interventi chirurgici ridurranno le numerose fratture da lui subite nel “busso” violentissimo della Focus che divideva con François Duval contro un palo di cemento. Poi verrà il tempo della rieducazione e per il copilota francese non sarà una passeggiata. Ci vorrà tempo, ma potrà vivere una vita normale. Insomma: ci ha messo una pezza.
“Ma cosa sarebbe successo se l’incidente fosse avvenuto in una di quelle prove nelle quali, per il fango, l’ambulanza non fosse riuscita ad intervenire?”, si chiede il generosissimo Denis Giraudet. La domanda del “naviga”, che nel Paese del Sol Levante non ha esitato ad abbandonare il suo pilota alla partenza di quella dannata prova speciale, resta senza risposta. Non è l’unica, putroppo. Neppure chi si chiede come sia possibile che l’ospedale nel quale Pivato è stato trasportato in tempi brevi, non avesse una sufficiente dotazione di plasma compatibile ottiene una spiegazione esaudiente. I federali se la cavano con una “non spiegazione”, osservando che in Giappone praticamente non esiste quel gruppo sanguigno. Sarà anche vero e vien da sperare che lo abbiano scoperto dopo: se così non fosse, una denuncia per tentato omicidio colposo ci starebbe tutta. Ma resta la responsabilità di chi dovrebbe vigilare sull’efficenza delle strutture ospedaliere delle zone che ospitano una gara. A cominciare dal medico a libro paga della Federazione Internazionale.
Un’altra considerazione si impone e riguarda la mancanza di una clinica mobile tipo quella messa su dal dottor Costa per il motomondiale. La serie iridata non è riuscita in trenta e passa anni a darsi niente del genere. In compenso abbondano ormai le motor-home multipiano e da qualche tempo è comparsa anche la “Energy Station”, rumoroso punto d’incontro per addetti ai lavori voluto dallo sponsor Red Bull. Bello, forse. Ma inutile.
Guido Rancati