Michele Montesano
Con l’ultimo E-Prix di Londra si è conclusa ufficialmente l’undicesima stagione di Formula E. Dopo le lotte feroci, tra sorpassi ruotate e incidenti, andate in scena sul tracciato cittadino dell’ExCel, ci aspetta ora una lunga pausa prima dei test che precederanno il campionato 2025-26, il quale scatterà a inizio dicembre in Brasile sulle strade di San Paolo. A motori spenti, possiamo quindi ripercorrere la stagione che ha visto Oliver Rowland laurearsi campione del mondo e la Porsche conquistare il titolo team e costruttori. L’occasione, inoltre, ci consente di poter fare anche un punto sul futuro della serie elettrica e cosa ci aspetterà nel prossimo futuro.
Non si poteva che partire da
Nissan. Già in occasione della presentazione della squadra, il
Team Principal Tommaso Volpe si era detto estremamente fiducioso del lavoro svolto sulla nuova Gen3 Evo. Sensazione subito confermata in pista con la vittoria in Messico di Oliver Rowland. L’inglese ha poi letteralmente dominato il campionato, tanto da conquistare il titolo piloti a Berlino con due gare in anticipo. Oltre alle quattro vittorie e ai tre secondi posti, Rowland si è mostrato efficace anche sul giro veloce oltre ad essere estremamente costante. Inoltre, con la stabilità regolamentare, Nissan si candida ad essere ancora protagonista nella prossima stagione.
Al contrario, l’altro pilota della squadra giapponese, Norman Nato ha raccolto meno del previsto. In difficoltà nel riuscire a trovare il giusto equilibrio con la monoposto, il francese ha concluso la stagione solamente diciannovesimo e con appena 21 punti. Risultato che, di fatto, ha costretto Nissan a tentare la conquista del campionato team con una sola punta. Inoltre, al termine del campionato, il volante di Nato è tutt’altro che al sicuro. Infatti il pilota francese deve guardarsi le spalle da Sergio Sette Câmara. Proprio il brasiliano, che ha sostituito Nato in occasione dell’E-Prix di Berlino, è riuscito a centrare subito la zona punti.
Se l’anno scorso era riuscita a conquistare il suo primo mondiale piloti con Pascal Wehrlein, quest’anno la
Porsche ha vinto il doppio titolo laureandosi campione nella classifica a squadre e costruttori. Pur se constante, a Pascal Wehrlein è mancato il guizzo per poter salire con maggior frequenza sul gradino più alto del podio. Con una sola vittoria, ottenuta oltretutto nel rocambolesco E-Prix di Miami, il tedesco non è riuscito ad arginare lo strapotere di Rowland. Inoltre, proprio nell’ultima gara di Londra, Wehrlein si è visto sfilare anche il titolo di vice-campione da Nick Cassidy.

Dopo un avvio promettente, con due secondi posti ottenuti nei primi due E-Prix stagionali, Antonio Felix Da Costa nel prosieguo della stagione ha man mano perso il suo smalto non riuscendo più a salire sul podio nelle ultime cinque gare. Ciò nonostante, il portoghese ha concluso il campionato al quinto posto, risultato più che utile per contribuire al doppio titolo vinto da Porsche. Il futuro di Da Costa, però, pare sia lontano dal costruttore di Zuffenhausen. Infatti, secondo indiscrezioni, le strade del portoghese siano dirette verso Jaguar.
Proprio il team inglese, per il terzo anno consecutivo è da annoverare tra la squadre sconfitte. Dopo un avvio scoppiettante, con la vittoria di Mitch Evans a San Paolo,
Jaguar è quasi scomparsa dai radar. La vettura è parsa nettamente meno competitiva rispetto alla concorrenza, soprattutto sul passo gara e nella gestione dell’energia. Ciò nonostante, il lavoro nel team non si è mai fermato e la svolta è avvenuta quasi a metà stagione, con Cassidy che è riuscito a strappare il terzo posto a Monte Carlo.
Il neozelandese non si è fermato conquistando la vittoria a Shanghai, per poi essere protagonista del gran finale con la tripletta messa a segno a Berlino e negli ultimi due E-Prix di Londra. Ruolino di marcia che gli è valso il titolo di vice-campione. Purtroppo per lui, ciò non è stato sufficiente per vincere il tanto agognato titolo piloti. Cassidy, proprio alla vigilia dell’ultimo appuntamento, ha poi annunciato la separazione da Jaguar. Una scelta discutibile visto che il neozelandese è parso il pilota più in forma.
Con Cassidy diretto verso una squadra del gruppo Stellantis, Mitch Evans resta saldamente al volante della monoposto inglese. Il neozelandese, però, in questa stagione è apparso nettamente inferiore rispetto al suo compagno di squadra. Non solo sul fronte dei piloti, in vista della prossima stagione Jaguar subirà anche una rivoluzione sul ponte di comando. Il Team Principal James Barkley lascerà la squadra inglese per approdare in McLaren e seguire il programma del Mondiale Endurance.
Netto balzo in avanti per
Mahindra che, nell’arco di un anno, è passata dal decimo al quarto posto nella classifica assoluta riservata alle squadre. Perso il team clienti ABT, il costruttore indiano ha concentrato tutte le forze sulla sua squadra. Proprio la continuità con i tecnici e i due piloti Edoardo Mortara e Nyck De Vries, assieme allo sviluppo portato avanti durante la pausa estiva, è stata la chiave del successo. Sfruttando il passaggio alla Gen3 Evo, in Mahindra sono riusciti a fare quel balzo in avanti che gli ha consentito di scalare la classifica conquistando un totale di cinque podi, con De Vries che ha concluso la stagione ottavo, precedendo proprio il compagno di squadra Mortara. Tuttavia sul costruttore indiano aleggia l’incertezza, poiché finora non è stata ancora confermata la sua presenza in Formula E oltre il 2026.
Passo indietro per
DS Penske. Ma, nonostante sia scivolata dal terzo al quinto posto nella graduatoria riservata ai team, la compagine francese ha bazzicato in diverse occasioni il podio. In particolare il neo acquisto, nonché ex Maserati, Max Günther si è subito trovato a suo agio conquistando gli E-Prix di Jeddah e di Shanghai. Tuttavia, il tedesco è stato surclassato a fine stagione dell’esperto Jean-Eric Vergne, decisamente più costante. Veloce in qualifica, la DS in diverse occasioni non si è mostrata altrettanto competitiva in gara. Inoltre, il sodalizio con il team Penske pare sia giunto al capolinea al termine della prossima stagione.
Restando in ambito Stellantis, non si può che menzionare
Maserati. Per il marchio del Tridente, Londra è stato l’ultimo giro di valzer. Dopo solamente tre stagioni, Maserati lascerà la Formula E salutando la serie elettrica con il decimo posto finale e la vittoria dell’E-Prix di Monte Carlo, da parte di Stoffel Vandoorne, come ultimo guizzo. Purtroppo, a pesare sulla stagione è stata la riorganizzazione del team MSG che non ha consentito di portare avanti lo sviluppo della monoposto. Eppure, sia Vandoorne che Jake Hughes hanno mostrato sprazzi di competitività, ma questo non è bastato per permettergli di chiudere il campionato in top-10. Logiche di mercato, vedranno Maserati cedere il testimone già dalla prossima stagione a un altro marchio Stellantis tra Citroën e Opel.
Non solo Maserati, anche
McLaren ha salutato la Formula E. Il team di Woking concentrerà i suoi sforzi in vista del prossimo ingresso nel FIA WEC. E dire che la stagione appena conclusa si è rivelata la migliore per la squadra inglese con il sesto posto finale. Protagonista indiscusso, la rivelazione Taylor Barnard che, alla sua prima stagione completa, ha dimostrato tutto il suo talento nel saper guidare una monoposto elettrica. L’inglese è stato il più giovane pilota della storia della Formula E a salire sul podio, risultato centrato ben cinque volte. Con la chiusura del programma McLaren pare che Barnard abbia già firmato un contratto con Penske, bisognerà capire se riuscirà a salire già sulla DS nella prossima stagione. Al contrario, difficilmente rivedremo l'altro pilota McLaren, Sam Bird, in Formula E. L’inglese non ha fatto mistero di non aver ancora trovato un sedile libero.

Ulteriore passo indietro per il
Team Andretti scivolato dal quinto al settimo posto nell’arco di un anno. Il team americano, nonostante il powertrain Porsche, non ha particolarmente brillato. Lo stesso Jake Dennis non è andato oltre il settimo posto in classifica piloti, con il secondo posto nell’E-Prix di Berlino quale miglior risultato stagionale. Ci si attendeva sicuramente di più anche da Nico Müller. Alla sua prima stagione nel Team Andretti, lo svizzero ha sicuramente pagato una fase di adattamento che, però, si è protratta troppo a lungo. Mai in zona podio, Müller ha concluso la stagione quindicesimo. Risultato che ha fatto scendere anche le sue quotazioni per un possibile passaggio al team ufficiale Porsche.
Ugualmente anche il team
Envision Racing, nell’arco di tre stagioni, è passato dalla vittoria del titolo a squadre all’ottavo posto finale. Un tracollo già iniziato lo scorso anno e proseguito anche nella stagione appena conclusa. Il team inglese ha, di fatto, subito i problemi del powertrain Jaguar. Ma se il team ufficiale è riuscito a venirne e a capo, ritrovando la competitività, Envision è rimasta relegata a centro gruppo. Unico punto fermo Sebastien Buemi che, grazie alla sua esperienza, ha portato a casa la vittoria a Monte Carlo e due terzi posti a Jakarta e Londra.

Tra le sorprese dell’undicesima stagione di Formula E, non si può che citare la
Cupra Kiro Race. La squadra americana, sorta dalle ceneri di ERT, ha saputo ritagliarsi uno spazio sotto i riflettori. Il powertrain Porsche, seppur non aggiornato, ha sicuramente aiutato, ma tutta la squadra è parsa nettamente più competitiva rispetto a quella che lo scorso anno ha chiuso la stagione come fanalino di coda. A sorprendere è stato sicuramente Dan Ticktum, protagonista della splendida vittoria nell’E-Prix di Jakarta, oltre al terzo posto a Tokyo e la pole position firmata nell’ultima gara di Londra. Ma anche David Beckmann, sebbene non confortato dalla classifica finale, ha registrato segnali incoraggianti nell’arco del campionato.
Al debutto assoluto in Formula E, il team
Lola Yamaha ha concluso la stagione all’ultimo posto raccogliendo meno della metà dei punti della squadra che l’ha preceduta, ovvero la Cupra Kiro. Ma, al di là dei risultati, la squadra anglo-giapponese non ha affatto sfigurato. Il merito, oltre che del team ABT, è sicuramente da ascrivere a Lucas Di Grassi che ha messo in campo tutta la sua esperienza per far crescere la monoposto. Il secondo posto ottenuto dal brasiliano a Miami è stato il momento più alto di una stagione che, però, ha visto la squadra difficilmente centrare la top-10. Unico pilota a non aver conquistato neppure un punto nell’arco del campionato, il rookie Zane Maloney non è riuscito a dare il suo apporto alla causa. Ciò nonostante, il pilota delle Isole Barbados ha mostrato segnali di crescita. In vista della prossima stagione, in Lola Yamaha si punta quindi a confermare in blocco l’intera squadra.