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5 Ago [11:04]

Rally di Finlandia
Le insidie della Superspeciale
di apertura

Per cominciare, una superspeciale di un paio di chilometri appena fuori città. Una kermesse come tante, su un circuitino con qualche curva veloce, ma non troppo, e l’inevitabile dosso artificiale a regalare qualche brivido alle migliaia di appassionati. Una kermesse che protagonisti e comprimari dell’appuntamento fra i campi, laghi e boschi andranno ad affrontare con una certa cautela, tenendo bene a mente che in questo genere di sfide incrociate c’è tanto da perdere e poco da guadagnare. Lo sa pure Sebastien Loeb che ancora ha in testa le parole di Guy Frequelin: “Sbagliare – gli aveva detto il boss della Citroen Sport subito dopo avergli fatto firmare un contratto per disputare il Mondiale Junior con la Saxo e il Campionato di Francia con la Xsara Kit Car – fa parte del gioco. Però non sono disposto a perdonare un pilota che rischi di compromettere una gara per essere il più veloce in una prova spettacolo”. Era il 2001 e nemmeno il condottiero dell’Armata Rossa poteva sapere di aver appena ingaggiato un fenomeno. Quattro stagioni e diciassette vittorie iridate dopo, nessuno più pensa a dire all’alsaziano cosa deve e cosa non deve fare. “Ha ampiamente di mostrato di capire quando è il caso di attaccare e quando invece deve difendersi, non ha più bisogno di consigli e men che meno di ordini”, osserva le Freq. Ma anche se ormai non ha più consegne da da rispettare, SuperSeb continua ad evitare rischi eccessivi nei prologhi: recentemente ha vinto quello davvero unico allestito dagli organizzatori dell’Acropolis Rally all’Olimpic Stadium di Atene, ma in Argentina ha lasciato scampoli di gloria agli altri. Facile che questa sera farà lo stesso nel profondo nord. Non è a Killeri – nome sinistro del tracciato sterrato a ovest di Jyvaskyla – che si deciderà l’edizione 2005 del Finland Rally, uno dei pochi che in quattro stagioni di frequentazione mondiale ancora non è riuscito a vincere. Quello che più di tutti vorrebbe conquistare. “Non l’ho mai spuntata neppure in Corsica e in Catalunya – osserva – e per uno che veniva considerato solo un asfaltista è grave. Sono due lacune che ci terrei a colmare, ma devo ammettere che al primo posto nella lista dei miei desideri c’è la gara finlandese”. Con il successo argentino, il settimo dell’annata, il sesto consecutivo, ha stabilito un primato che lo ha proiettato direttamente nella storia della specialità e tuttavia ancora non si sente appagato. Ha in mente di allungare la sua serie positiva mettendo tutti in riga nell’unico rally ad andamento tridimensionale per via dei mille dossi. “Per raccogliere altri punti importanti nell’ottica del campionato”, dice. Una mezza verità: in realtà, il suo obiettivo è spuntarla nella terra dei grandi rallisti come, il secolo scorso, erano riusciti a fare Carlos Sainz e Didier Auriol che restano gli unici latini in un albo d’oro zeppo di nordici.

ran.