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15 Apr 2010 [0:43]

Anteprima Shanghai - Il punto

Tre gare, tre vincitori di tre team diversi. Miglior inizio il mondiale F.1 non poteva avere nonostante le solite e ormai insignificanti critiche sulla mancanza di spettacolo che da anni gravitano attorno al mondiale. Ferrari, McLaren-Mercedes e Red Bull-Renault hanno portato sul gradino più alto del podio Fernando Alonso, Jenson Button e Sebastian Vettel. Tre Gran Premi profondamente diversi, ma che hanno avuto una base costante: la superiorità in qualifica della Red Bull, che ha fatto man bassa di pole: due Vettel, una Mark Webber.


La RB6 è la monoposto che al momento appare meglio bilanciata, capace di non stressare eccessivamente le gomme nell’arco della gara. E di essere velocissima sul giro secco. La creatura di Adrian Newey è subito finita nel mirino degli avversari. Prima accusata di avere un serbatoio troppo piccolo, che sarebbe stato la causa del rallentamento di Vettel ad Al Sakhir, poi di usare un sistema meccanico che mantiene la monoposto sempre alla stessa altezza da terra, anche quando il peso del carburante viene meno nella seconda parte del GP.

Tutte accuse rispedite al mittente: la prima dall’evidenza dei fatti, la doppietta di Sepang, la seconda dall’ispezione effettuata dai tecnici FIA. Per quanto riguarda i piloti, Vettel è nettamente superiore a Webber, anche se l’australiano ogni tanto qualche guizzo lo lancia, come nella qualifica in Malesia, con l’azzardo delle gomme intermedie che gli ha dato la pole. Christian Horner non dovrebbe quindi avere problemi nella gestione dei suoi due torelli.

La Ferrari insegue, ma è in una posizione neanche paragonabile a quella pessima del 2009. La F10 è nata bene e lo si è capito subito, fin dal primo test pre campionato. L’allarme, inaspettato, arriva dal reparto motori. Tre propulsori rotti non sono un buon viatico considerando che a disposizione, come da regolamento, ve ne sono otto. A questo si aggiunge la noia al cambio sofferta da Alonso a Sepang e che lo ha costretto a guidare per due ore facendo la doppietta in scalata. Ma gli inconvenienti ai motori Ferrari non si limitano al solo team di Maranello. Anche la Sauber, che utilizza le unità del Cavallino, ha dovuto registrare guasti al sistema pneumatico. In Malesia, Pedro De La Rosa non è neanche partito per il GP.

Un altro aspetto che Stefano Domenicali dovrà mettere a punto è la tensione che il muretto box vive in certi momenti e che porta il team a commettere gravi errori strategici, come verificatosi nella qualifica di Sepang quando le due Ferrari sono rimaste escluse nel primo segmento. Sono incertezze che non dovranno più verificarsi, ha detto Domenicali, frase già sentita quando venne sacrificato Luca Baldisserri. In certi momenti, le menti Ferrari appaiono come ingessate, timorose di favorire l’uno o l’altro pilota. In Malesia ci si è ciecamente fidati del radar, ma in ogni caso si poteva far uscire in pista o Massa o Alonso, tentare insomma una strategia differenziata.

Uno dei due avrebbe, però, ricevuto un vantaggio e l’impressione è che in Ferrari non si vogliano creare tensioni tra i piloti. Se si deve affogare, lo si faccia tutti insieme. In testa al mondiale c’è Massa pur senza avere vinto gare. A Shanghai il brasiliano cercherà di portarsi a casa la coppa più grande per divenire il quarto diverso vincitore del 2010. In tale caso, Massa allungherebbe su Alonso e lo spagnolo potrebbe innervosirsi non poco. Anche perché, nei primi tre GP, ha chiaramente mostrato di essere superiore a Massa. Sia in pista sia nella gestione politica delle parole, spesso molto furbe.

La McLaren ha dovuto modificare l’estrattore dopo il primo GP, ma non sembra averne sofferto. La MP4/25, come la Ferrari F10, a differenza del 2009 è nata e cresciuta bene. A Woking ci si è inventati anche la presa d’aria supplementare che richiede il contributo del pilota, la quale trasmette aria supplettiva all’ala posteriore quando necessita. Una trovata geniale, che rientra nel regolamento, e che ha spiazzato tutte le altre squadre. In questa maniera, sia Jenson Button sia Lewis Hamilton, nei rettifili risultano imprendibili. Button ha conquistato una vittoria eccezionale a Melbourne, guidando con grande intelligenza e salvaguardando gli pneumatici grazie ad una guida pulitissima.

Il campione del mondo è quarto nella classifica iridata ed ha quattro lunghezze di vantaggio sul compagno. Doveva essere tritato da Hamilton, e dopo Al Sakhir sembrava proprio così, ma Button si è ripreso in fretta. Per ora la convivenza tra i due piloti britannici è rilassata, ma Hamilton inizia a dare segnali di nervosismo quando è in pista. Anche alcune sue dichiarazioni sono sembrate eccessive e dettate dalla frustrazione, come quando ha accusato il team di aver sbagliato la strategia per lui. Parole sputate guarda caso a Melbourne, dove ha vinto Button, ma grazie ad una sua scelta rischiosa. Hamilton non si smarca mai dalla squadra, aspetta che siano gli altri a decidere. Un atteggiamento che, se confrontato a quello del più navigato compagno, potrebbe rivelarsi fallimentare.

Massimo Costa

Nella foto, Massa precede Alonso e Button (Photo 4)
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