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25 Lug 2010 [17:24]

Hockenheim
Se la Ferrari si complica la vita...

Ecco come disporre delle migliori monoposto del weekend, raccogliere una indubbia e fantastica doppietta, ma farsi travolgere dalle polemiche. Questa impossibile impresa è riuscita alla Ferrari che ancora una volta ha dimostrato di non sapere gestire a dovere una situazione delicata nel corso di un Gran Premio. E nel giorno che le vetture e... le safety-car non hanno regalato inconvenienti, ci ha pensato direttamente lo staff della Ferrari a crearsi i problemi per un sorpasso teleguidato di Fernando Alonso su Felipe Massa, che poteva essere gestito molto meglio.

Precisiamo: il regolamento della FIA, che vieta ad un team di cambiare a proprio piacimento, senza una ragione precisa, le posizioni dei propri piloti, è estremamente incongruente alla realtà. In un ambiente dove il business viene prima di ogni altra cosa, i giochi di squadra dovrebbero fare parte del gioco, come del resto accadeva in passato. Ma tant'è, c'è la regola e quindi bisogna rispettarla o, quanto meno, fare in modo che il sorpasso agevolato tra compagni di squadra non risulti plateale. Come verificatosi tra Massa e Alonso. Il brasiliano ha disputato uno dei GP migliori degli ultimi tempi.

Al via ha beffato Sebastian Vettel e Alonso, col tedesco intento a chiudere lo spagnolo nello stile tipico dello Schumacher dei tempi d'oro. Ma così facendo ha spalancato la porta a Massa che si è installato in prima posizione. Alonso, secondo nonostante la chiusura di Vettel, al 20° giro ha cercato di approfittare del doppiaggio di Bruno Senna per superare Massa. Ma il brasiliano, orgoglioso, ha reagito con durezza chiudendo la porta al compagno di squadra. Alonso ha reagito male e via radio ha dichiarato: "Questo è ridicolo". Poi, in conferenza stamapa, ha aggiunto che in quel frangente la loro lotta è stata pericolosa.

Va ricordato che il 25 luglio del 2009 Massa ha avuto il terribile incidente di Budapest, quando ha rischiato di perdere un occhio. Esattamente un anno fa. Massa voleva ardentemente la vittoria. Alonso di tanto in tanto segnava giri veloci, ma Massa non è stato da meno. Finché al giro 48, Smedley, ingegnere di pista del brasiliano, ha comunicato al suo pilota che Alonso in quel frangente era più rapido. Nessuna risposta da parte di Massa, che dopo il tornantino si è "dimenticato" di spingere a fondo l'acceleratore (come si vede dal cruscotto mostrato dalle immagini televisive) permettendo ad Alonso di superarlo.

Smedley si è ricollegato con Massa con le seguenti parole: "Ottimo lavoro, mi dispiace". Uno psico-dramma in diretta mondiale. E che ha scatenato le inevitabili polemiche che purtroppo hanno finito per sommergere quello che di bello è accaduto durante il GP, ovvero una netta supremazia della Ferrari. Christian Horner della Red Bull è andato giù pesante: "Sono schoccato da quel che ho visto, è stato chiaramente un ordine di scuderia e lo conferma il fatto che si sono scusati con Massa". La domanda ovvia e banale è: perché, se si deve aggirare un regolamento sciocco, non farlo bene? Perché non programmare tale eventualità prima della partenza specificando come comportartarsi? Quindi, dicendo al pilota di lasciarsi superare in frenata, fingendo magari un lungo a ruote fumanti. Come è possibile che Massa si sia messo da parte in accelerazione? È stata una puerile ingenuità o un trappolone velenoso tirato da Felipe?

Nel giorno della fantastica rinascita Ferrari, abbiamo visto i due piloti in tuta rossa sul podio che, anziché festeggiare come avrebbero dovuto, mostravano due facce scure, tese, davanti a un quasi imbarazzato Vettel e a milioni di telespettatori. Uno spettacolo che avrà fatto venire il mal di pancia a Luca di Montezemolo. Anche l'atteggiamento di Alonso e Massa in conferenza stampa non ha contribuito ad addolcire la pillola. Lo spagnolo ha dichiarato: "Non so cosa sia accaduto a Massa, l'ho visto più lento ed ho colto l'opportunità". Mentre Felipe ha ribattuto con la faccia di quello che non sa cosa dire: "Non penso di dover fare commenti sull'accaduto, mi ha superato e basta. Siamo una squadra".

Massimo Costa
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