World Endurance

Giovinazzi rinnova con Ferrari
Accordo pluriennale e riserva in F1

Michele Montesano Prosegue il sodalizio tra Antonio Giovinazzi e la Ferrari. Attuale leader del campionato FIA WEC, assieme...

Leggi »
formula 1

Hulkenberg, un podio che vale tanto
Un premio per una carriera infinita

Massimo Costa - XPB ImagesNella sua ormai lunga, infinita, carriera, ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Poco m...

Leggi »
Formula E

Nessun investitore per McLaren
Campionato ridotto a dieci team?

Michele Montesano Sebbene l’avventura di McLaren in Formula E sia giunta al capolinea, Ian James ha cercato in ogni modo di ...

Leggi »
Formula E

Drugovich debutta a Berlino
Sostituirà De Vries in Mahindra

Michele Montesano La concomitanza tra l’E-Prix di Berlino di Formula E e la 6 Ore di San Polo del FIA WEC ha creato non poc...

Leggi »
Formula E

Tricolore nei Rookie Test di Berlino:
Fornaroli su Jaguar e Minì su Nissan

Michele Montesano Non solo il doppio E-Prix di Berlino, in Germania si assisterà anche al secondo Rookie Test della stagion...

Leggi »
indycar

Mid-Ohio - Gara
Palou sbaglia e Dixon ringrazia

Carlo Luciani Prima vittoria stagionale per Scott Dixon, che ha approfittato di un errore del suo compagno Alex Palou per t...

Leggi »
12 Feb 2013 [17:45]

I piloti paganti dividono i team manager

Stefano Semeraro

La crisi economica anche in F.1 colpisce i team, che non investono più sui piloti ma anzi vanno in cerca solo di drivers dotati di sponsor munufici per coprire le spese. E’ opinione diffusa, oltre che una vecchia querelle di tutto il motorsport, ma quando a ribadirlo è Martin Whitmarsh, team principal del colosso McLaren, occorre drizzare le orecchie. Anche perché Whitmarsh non si limita a criticare ma propone una soluzione che parte dalle categorie propedeutiche.

«Per me ci sono troppi piloti paganti in F.1 – ha detto il boss inglese alla rivista olandese Formula 1 – Sono sicuro che è bello ed eccitante per chi può permetterselo, ma nella categoria leader dell’automibilismo mondiale non dovrebbe essere così. Con la crisi mondiale i team fanno politiche conservative, non prendono più rischi, e comunque se li prendono è per monetizzare subito, non per crescere i talenti del futuro». Un modo per frenare il fenomeno, secondo Whitmarsh esiste. «Una delle cose tristi è che nelle categorie addestrative, visto che i team pensano principalmente a fare affari, ci sono piloti paganti che restano due-tre stagioni nello stesso team. Forse si potrebbe stabilire che un pilota può restare al massimo due anni nella stessa categoria e che ogni team deve avere almeno un rookie ogni anno».

Il caso dei piloti con la valigia è tornato alla ribalta anche grazie all’ingaggio da parte della Marussia di Max Chilton e Luis Razia, entrambi in grado di portare in dotazione al team, si dice, circa 30 milioni di dollari. Sulla questione è più sfumata la posizione di Monisha Kaltenborn, la team principal della Sauber, che ammette che il lievitare dei costi è un problema che deve preoccupare tutte le scuderie, non solo le più deboli, e che occorre tutelare i piloti di talento; ma che invita nel contempo a non etichettare subito i giovani come pay-drivers.

«Nelle serie minori questo problema non si pone, perché è normale che chi corre abbia un supporto economico – sostiene la Kaltenborn – Perché allora non ragionare così anche in F.1? Però è vero che bisogna fare qualcosa per calmierare i costi, perché non possiamo sperare di avere in eterno enormi entrate grazie ai diritti tv. In F.1 è bene che corrano i migliori piloti, ma l’esempio di Sergio Perez, che viene dalla Escuderia Telmex e che grazie agli sponsor è riuscito a mettere a frutto un tirocinio importante ci deve insegnare a non avere dei pregiudizi».
TatuusTRIDENTWSKF4ItaliaF4 SpanishEurocup3G4RacingPREMACampos RacingRS RacingCetilar