Michele Montesano
L’Alpha Tauri ha svelato la AT03, sua interpretazione delle nuove monoposto di Formula 1 ad effetto suolo. A differenza delle altre vetture mostrate finora, i tecnici di Faenza hanno optato per un muso lungo e convenzionale. Decisamente più elaborato il corpo vettura con dei fianchi che creano delle canalizzazioni per generare deportanza. Power Unit Honda, trasmissione e sospensioni Red Bull, questi i tratti distintivi dalla vettura creata sotto la supervisione di Jody Eggington.
Musetto lungo e alettone scolastico
Quello mostrato sarà il vero anteriore della AT03? Considerando la forte somiglianza con la show car della FIA, i dubbi sono più che leciti. Musetto lungo e prominente verso il suolo, alettone che presenta una forma convenzionale. I 4 profili, di cui i 2 superiori collegati per mezzo di derive, scendono verso l’esterno creando un soffiaggio con la paratia verticale, anch’essa poco elaborata.

Se così fosse, gli aerodinamici avrebbero optato per un frontale in grado di garantire una migliore penetrazione aerodinamica, il tutto a discapito della deportanza generata dal fondo piatto. Difficilmente sarà così, ma bisognerà aspettare i test di Barcellona per vedere la vera fisionomia dell’Alpha Tauri.
Anteriore con schema Push Rod
La sospensione anteriore resta fedele ai cinematismi del Push Rod, con i triangoli paralleli fra di loro e orizzontali rispetto al piano. Solamente il braccetto dello sterzo è leggermente disallineato per creare un soffiaggio utile a spingere aria verso il corpo vettura.

Le prese dei freni, a differenza di quanto visto sulla McLaren, sono più grandi per smaltire le elevate temperature di esercizio dell’impianto. Queste sporgono dal flap in carbonio che ‘accerchia’ gli pneumatici anche nella zona inferiore, obiettivo schermare le ruote e non rovinare il flusso d’aria diretto verso i canali Venturi.
Fiancate spioventi ed esasperate
Si arriva dunque alla parte più interessante, e verosimilmente quasi definitiva, della monoposto: il corpo vettura. In Alpha Tauri si è cercato di ‘domare’ i flussi che investono le fiancate per dirigerli verso il retrotreno. Le bocche delle pance si presentano piccole e squadrate, a tutto vantaggio della resistenza aerodinamica, seguono delle masse radianti disposte in posizione quasi orizzontale.

Il cofano motore parte inizialmente con una linea di cintura alta (l’ingresso delle pance è ad altezza abitacolo), per poi scendere rapidamente verso il pavimento in puro stile Red Bull. Non mancano gli specchietti retrovisori soffiati e sorretti da supporti che hanno una chiara funzione aerodinamica. Inferiormente, subito dopo i canali Venturi, la fiancata è scavata creando così una seconda canalizzazione.

Si nota il generoso airbox di forma ovale, diviso in 2 tramite una deriva, per alimentare la Power Unit Honda. Non è da meno lo studio di fluidodinamica interna, nella vista dall’alto si nota il cofano che termina a megafono. Il tutto per accelerare i flussi diretti verso il retrotreno (leggasi estrattore e beam-wing) sfruttando l’effetto Coanda.
Posteriore Pull Rod e alettone a cucchiaio
Nei rendering rilasciati dal team faentino si notano delle sospensioni posteriori con lo schema Pull Rod. Stranamente i triangoli superiori ed inferiori sono molto ravvicinati, quasi a ‘schiacciare’ i semiassi che oltretutto sono assenti nella vista posteriore dell’elaborazione grafica.

Con lo schema che sarà identico a quello dei cugini Red Bull è lecito pensare che in Alpha Tauri si voglia nascondere tale soluzione. L’alettone, sorretto da un doppio pilone a collo di cigno con all’interno lo scarico, presenta un profilo principale a cucchiaio. Invece il flap mobile del DRS, di forma più rettilinea, è dotato di un nolder alla sua estremità.

Così come Aston Martin, anche la AT03 presenta una beam-wing biplano per incrementare l’effetto di espansione del diffusore. Non mancano i flap attorno ai cestelli dei freni degli pneumatici posteriori per schermare le turbolenze generate da quest’ultimi.
La sensazione che quasi tutti i team giochino a nascondino durante le presentazioni è stata confermata anche dall’Alpha Tauri. Con un cambio regolamentare così drastico è lecito aspettarsi questa tattica, a maggior ragione in questo caso dove possono esserci possibili parallelismi con la vera RB18. Infatti la scuderia italiana ha sfruttato la galleria del vento Red Bull di Milton Keynes per deliberare la veste aerodinamica della sua AT03.