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9 Ago 2020 [14:36]

Caso Racing Point, alta tensione:
Stroll Sr attacca i team avversari

Jacopo Rubino - XPB Images

Clima sempre più teso nel paddock di Formula 1 per il caso Racing Point. Nel giorno del Gran Premio del 70° Anniversario, ad esprimersi ufficialmente è stato il patron Lawrence Stroll: il magnate canadese si è scagliato contro le squadre rivali desiderose di sanzioni più severe per la questione brake ducts, rispetto ai 15 punti decurtati dalla classifica costruttori e i 400 mila euro di multa stabiliti dalla FIA. "Stanno trascinando il nostro nome nel fango, non resterò fermo ad accettarlo", ha affermato Stroll senior riferendosi a Ferrari, McLaren, Renault e Williams che hanno scelto di presentare appello. "Sono estremamente arrabbiato di fronte a ogni idea che abbiamo operato in modo subdolo o barando".

La Federazione ha penalizzato il team di Silverstone per l'utilizzo delle prese d'aria posteriori, che da quest'anno rientravano nelle "listed parts", le componenti cioè da realizzare in autonomia. Sono state invece considerate ancora di origine Mercedes 2019, nella loro progettazione. Il 6 gennaio la Racing Point ne ha ricevuto una partita di esemplari quali potenziali ricambi, come accertato dai commissari, ma il cambio di regole scattava dal 1° gennaio. Una violazione ritenuta comunque "non significativa".

Stroll se la prende anche con gli stessi stewards, parlando di "poca attenzione sui brake ducts quando è stata ispezionata la RP20 a marzo, pur ammettendo di essersi concentrati sull'intera macchina". E sottolinea come dalla FIA ci sia stata poca chiareza nel gestire la transizione da parti "non listed" a "listed". In più, nel comunicato diffuso, si ribadisce che secondo la FIA "il vantaggio competitivo sarebbe stato lo stesso con una procedura di ingegneria inversa partendo da immagini fotografiche".

Ma il caso sembra destinato ad allargarsi: i rivali vogliono capire anche il vero grado di coinvolgimento della Mercedes. Dalla sentenza del 7 agosto la squadra campione del mondo non viene toccata, ma si legge che aveva fornito i dati CAD dei condotti freni. Per la FIA sarebbe stato fatto nei modi e nei tempi consentiti, ma la concorrenza in appello può puntare a scavare più a fondo. E capire meglio come sia stata partorita la RP20, macchina clone della Freccia d'Argento iridata nello scorso Mondiale con Lewis Hamilton.

La Haas, che ha una collaborazione tecnica strettissima con la Ferrari, poteva trovarsi in una situazione simile. Secondo il team principal Gunther Steiner, però, la casa di Maranello "non avrebbe mai fornito i dati dei brake ducts 2019 per la macchina 2020, perché non era permesso". Il manager altoatesino non si sorprende per la strenua difesa di Toto Wolff, boss Mercedes, derivante "dall'aver dato in apparenza informazioni alla Racing Point". In Formula 1 sembrano davvero definite due barricate, alla FIA il compito di sciogliere i dubbi.
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