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16 Ago [15:08]

IL CASO Marmorini
'Il motore? Chiedete a Tombazis...
In Ferrari inesperti e pessimi consiglieri'

In una intervista rilasciata al quotidiano QN, Luca Marmorini, progettista della discussa power unit Ferrari, racconta la sua verità. Che fa piuttosto male. Marmorini ha deciso di parlare per fare luce su alcuni aspetti del suo allontanamento della Ferrari che non ha ritenuto corretti. Innanzitutto spiega come l'aerodinamica abbia penalizzato la F14-T, non tutto quindi è dovuto alla power unit, costruita in piccola dimensione proprio per volere degli ingegneri, in primis Tombazis, che si sono occupati della progettazione della vettura. Marmorini poi, critica l'operato di Mattiacci, che non ha accettato spiegazioni, dando poi fiducia ad altre persone.

"Con la Ferrari ho chiuso, non c'entro più niente e parlo non per una polemica inutile, ma per rispondere a una serie di provocazioni, visto che è passata l'idea che tutti i guai della F-14 T siano colpa della power unit. Non mi chiamo fuori, ma ristabiliamo la verità".

"Con i miei collaboratori ho confezionato una power unit di piccole dimensioni, più piccola di quella Mercedes e Renault, perché questo ci è stato chiesto dal responsabile del progetto della vettura, Tombazis. Ci dissero di volere una power unit molto compatta, con radiatori piccoli, perché la minore potenza sarebbe stata compensata da soluzioni aerodinamiche che avrebbero dato un vantaggio sulle monoposto spinte dal Mercedes o dal Renault. È andata esattamente così, ma quando ci siamo confrontati con la concorrenza, i cavalli in meno ovviamente c'erano, ma la compensazione aerodinamica non esisteva assolutamente".

"Mi sarebbe piaciuto spiegarlo a Marco Mattiacci, ma con lui in tre mesi ho scambiato quattro parole, ci siamo visti due volte, la prima per i saluti, la seconda quando lui mi ha sottoposto la lettera che sanciva il mio addio alla azienda".

"Non voglio accusare nessuno, ma segnalo che la Ferrari ha preso la strada di affidare il reparto corse a persone inesperte che si avvalgono di consiglieri che finora nulla hanno dimostrato e che però godono di una fiducia incondizionata. Chi sono? Pat Fry e James Allison. La Ferrari rischia di danneggiare anche lo zoccolo duro sul quale in passato ha costruito tanti successi. Non parlo per me, io ormai sono out. Ma mi dispiace per i tecnici che conosco e che sono ancora lì, ottime persone che si stanno demoralizzando".

"Nei miei confronti è stata usata tanta superficialità nell'esprimere giudizi negativi. Ma rimango sereno, la mia sorte è stata decisa a tavolino, ma quando penso a chi era quel tavolino neanche mi dispiace, se non per la Ferrari in quanto tale. Binotto il mio successore? Gli voglio bene, gli auguro solo di non mettere gli interessi di carriera davanti a tutto. Il mio futuro? Non è vero che ho già firmato per la Renault"