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12 Apr [18:04]

La nuova vita di Brivio in Alpine:
"Della F1 mi ha attirato la sfida"

Jacopo Rubino

Per Davide Brivio il Gran Premio del Bahrain del 28 marzo è stato il primo da "addetto ai lavori" in Formula 1, dopo aver accettato in inverno la chiamata dell'Alpine che lo ha nominato racing director. Curiosamente, nello stesso weekend, è cominciata nel vicino Qatar anche la stagione MotoGP, un mondo lasciato al top dopo aver diretto la Suzuki verso un titolo che mancava dal 2000. Ma ormai il manager italiano si è calato totalmente nella sua nuova realtà: "Mi ha attirato la sfida. Fin qui è stato molto interessante, ci sono tante cose da scoprire e a cui abituarsi. Presto spero di dare il mio contributo e il mio aiuto".

"Sono sempre stato curioso di capire come funziona la F1, come viene gestito un team e come si costruiscono le auto. Era nei miei desideri entrare nel profondo di questo sport e cercare di comprenderlo il più possibile", ha raccontato a Formula1.com.

Un altro italiano, Luca De Meo che dallo scorso luglio è diventato amministratore delegato del gruppo Renault, lo ha voluto a bordo ricordando il rapporto stretto ai tempi della sponsorizzazione Fiat-Yamaha, sempre in MotoGP. "Sono convinto che se uno è capace lo è in tutti gli ambiti, e poi le moto non sono un ambiente così diverso", sosteneva De Meo qualche settimana fa sulla scelta di Brivio.

"Rookie" in F1, Brivio ha portato in dote capacità manageriali indiscutibili, fino a coordinare gli impegni agonistici di grandi costruttori come appunto Yamaha e poi Suzuki, seppur in ambito motociclistico. E ha mostrato una certa abilità nello scovare i talenti, compreso l'attuale iridato MotoGP, Joan Mir, prelevato dalla Moto2. Perché si punta su un pilota particolare, quando non è ancora affermato? "A volte viene da una sensazione, anche sulla persona, o magari da quanto è determinato. A volte ci sono piloti non così vincenti nelle categorie inferiori che lavorano molto, maturano e diventano veloci, non è semplice identificare un talento", ha ammesso il 57enne brianzolo. "Se hai un pilota motivato, desideroso di impegnarsi e ovviamente con capacità, qualcosa poi viene fuori. Non si tratta solo di compiere una scelta, ma di far sì che quella scelta funzioni".

In Suzuki ha fatto di necessità virtù, ingaggiando nuove leve per risparmiare, invece di inseguire costosi volti già affermati. E in l'Alpine, com'è la situazione-piloti? "Siamo messi bene", ha sottolineato Brivio. "Abbiamo Esteban (Ocon, ndr), giovane e promettente per il futuro, e Fernando che non è più così giovane ma molto forte, e ne abbiamo davvero bisogno. Il suo arrivo è stato molto utile per la squadra, spinge tutti a impegnarsi di più".

E per il futuro? "Abbiamo la nostra academy, con tre ragazzi ora in F2 (Guanyu Zhou, Christian Lundgaard e Oscar Piastri, ndr), teniamo un occhio su di loro e vediamo come si evolvono le cose". In questo le doti gestionali di Brivio possono già essere decisive.