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5 Ago 2008 [1:30]

Le pagelle di Italiaracing del GP di Ungheria

Felipe Massa – 10
Spaventoso, quasi irriconoscibile. La sua è stata una partenza che entrerà nella storia della F.1 con quel sorpasso all’esterno ad Hamilton e quello scatto bruciante dalla seconda fila. Mai visto un Massa così aggressivo. Una volta al comando, ha impostato la gara come sa fare quando parte davanti, dalla pole. Solo un guasto tecnico poteva fermarlo e puntualmente è arrivato. Con questa prestazione, Massa cancella le opache prove di Silverstone e Hockenheim.

Timo Glock – 10
Il tedesco ha confermato quello che andavamo dicendo da qualche mese. La Toyota ha raggiunto un ottimo grado di competitività, non era certo il pur bravo Trulli a compiere chissà quali miracoli. Che in F.1 non esistono. Glock sta maturando in fretta, fino ad ora aveva mostrato zampilli di talento più che altro in qualifica. In gara ancora commetteva errori, ma a Budapest è stato semplicemente perfetto tanto che pareva lui la prima guida Toyota. Indovinato fin da subito il set-up, Glock non si è tirato indietro ed è stato protagonista nelle prove libere, in qualifica e in gara. Il 2° posto è il risultato finale del lavoro intelligente svolto per tre giorni.

Stefano Domenicali – 10
Mai banale nelle dichiarazioni, intelligente, sveglio, rispettoso del lavoro dei giornalisti. Ottimo manovratore della squadra, eccellente politico. Questo è Domenicali, che ha portato alla Ferrari il mondiale 2007 e una ventata di simpatia e trasparenza che non la si vedeva più da quando al timone era salito l’astioso Todt, una specie di Domenech, ma col pregio di aver vinto parecchio.

Lewis Hamilton – 9,5
Era imprendibile per tutti fin dalle prove libere del venerdì. Sull’Hungaroring guidava con una grinta sconvolgente. Uno spettacolo osservarlo. In qualifica è apparso inarrivabile ed era difficile non pensare ad una sua vittoria nel GP. Invece, non è partito benissimo subendo l’attacco veemente di Massa. Il suo comportamento in gara è stato intelligente, non ha cercato l’impossibile, pensando agli 8 punti, ma una gomma lo ha tradito. E non per colpa sua, come ha ammesso la Bridgestone. Nonostante tutto, ha portato a casa un 5° posto che vale oro.

Fernando Alonso – 9
Che bella corsa. Era un bel po’ di tempo che Alonso non ci regalava una prova così convincente. In questi mesi estivi ci aveva offerto una serie di errori e di gare prive di significato. Ma sulla pista che gli ha dato la prima vittoria in F.1, Alonso ha ritrovato la cattiveria abituale. Il suo passo è stato eccellente, si è tenuto dietro la Ferrari di Raikkonen senza apparenti sforzi ed ha conquistato un 4° posto che può rivelarsi determinante per la conferma in Renault per il 2009. E il suo volto a fine gara era quello dei tempi belli.

Max Gazzè – 9
Dalle parti della nostra redazione le sue canzoni non piacciono granché, ma Gazzè ci ha travolto con la sua simpatia e competenza nelle vesti di spalla ai telecronisti di Sky. Una presenza piacevole quella di Max a Budapest, mai banale, spesso spiritoso, bravissimo nel cogliere i tempi televisivi. Ora magari compreremo anche i suoi cd.

Heikki Kovalainen – 8
Una corsa pulita, lineare, culminata con la inattesa vittoria. La prima in carriera. Certo, non aveva il passo di Massa e di Hamilton che lo precedevano (non solo a Budapest, in gara infatti ancora non è ficcante con una vettura top), ma le occasioni bisogna anche saperle sfruttare quando si presentano. E lui era lì, pronto a rubare i sogni degli altri. Kovalainen invece, è al livello di Hamilton in qualifica, e sabato lo ha dimostrato quando con più benzina a bordo gli è arrivato a un soffio ed è stato davanti a Massa.

Kimi Raikkonen – 8
Se in un weekend ombroso arriva terzo e finisce per occupare il secondo posto nel mondiale a 5 punti dal leader del campionato, allora significa che a Raikkonen non sta girando poi tutto storto. Il finlandese è finito in mezzo a una strana campagna stampa, tutta italiana, che non la smette di aggredirlo. C’è un grande manovratore occulto? Non sarebbe la prima volta. Ma lui va avanti, con il suo sguardo perso nel vuoto, le sue certezze, la sua tranquillità. Male in qualifica, e lui lo sa bene perché non è certo il tipo che si nasconde, in gara quando non aveva più Alonso davanti (superato al pit) è diventato una belva. Giri veloci su giri veloci, l’assalto a Glock, poi è stato frenato dai box per il timore che esplodesse un altro motore. Ma Raikkonen c’è, tranquilli.

Nelson Piquet – 7,5
Il podio galvanizza e ti fa trovare certezze che parevano smarrite. Piquet a Budapest è entrato nella top ten in qualifica, affrontata con parecchia benzina. Domenica ha tenuto un ritmo eccellente, ma quello che ha convinto è stata la sua intelligente visione di gara. Con tanta benzina a bordo nei primi giri ha saputo stare lontano dai guai, poi ha recuperato forte e alla fine è arrivato 6°. Complimenti.

Jarno Trulli – 7
Quando ha quella faccia lì… c’è poco da fare. Non è stato il weekend di Trulli ed ha sofferto la prestazione di Glock. Però è uno che non molla e il 7° posto sul traguardo gli fa onore. Ma per favore, ci eviti il Rocco Siffredi (sì proprio lui, lo storico attore porno) che sullo schieramento di partenza racconta alla TV che il suo stimato conterraneo ha 60 cavalli in meno degli altri. E’ parsa l’ultima spiaggia difensiva per un fine settimana incolore.

Robert Kubica – 7
La BMW è lunatica, c’è poco da fare. A Budapest, Kubica ha fatto il massimo che poteva portandola al quarto posto in qualifica, ma in gara, dopo un avvio non brillantissimo, è via via sparito finendo addirittura fuori dalla zona punti. Solo la disavventura di Massa gli ha permesso di racimolare l’8° posto e quindi un punticino. Problemi con le gomme, con il set-up, hanno reso la sua gara una via crucis. Peccato, proprio davanti a tanti suoi tifosi venuti dalla Polonia, Kubica non ha potuto esprimere il suo talento se non brevemente in qualifica.

Giancarlo Fisichella – 6,5
Un fine settimana intenso. Non ha commesso particolari errori, ma una corsa veramente di alto livello. Con la drammatica Force India del 2007, Fisichella ha mantenuto a lungo il passo delle Williams e delle Honda mantenendo un passo veramente elevato.

Mark Webber – 6
Un’ottima qualifica come ormai ci ha abituati, ma questa volta in gara non è stato troppo incisivo. Si è sempre tenuto fuori dalla zona punti disputando una prova lontano dai riflettori. La Red Bull paga il salto in avanti di Toyota e Renault che in altre occasioni si metteva dietro con facilità, e rimane alle loro spalle.

Sebastian Vettel – 6
Un’altra qualifica d’autore, a un soffio dal Q3. Undicesimo con la Toro Rosso. Tutto questo nonostante nelle prove libere del venerdì, nel totale delle due sessioni di prove libere del venerdì non abbia percorso più di 9 giri per problemi tecnici. Già questo fotografa Vettel. In gara però, commette un errore al primo giro e perde parecchie posizioni, poi si rompe il motore.

David Coulthard – 6
Piuttosto anonimo, sia in qualifica sia nel GP. Un atto di presenza, una passerella per salutare di circuito in circuito la sua storia in F.1. Un po’ triste come prospettiva. Magari finisce che la Red Bull si stufa e lo scarica prima a vantaggio di Buemi.

Jenson Button – 6
Si è beccato un giro sulla pista che lo ha visto cogliere il suo primo e unico successo in F.1. La Honda deve sperare nel maltempo e nella strategia di Brawn per raccogliere qualche soddisfazione. L’impressione è che Button in Ungheria ha dato qualche segnale di ripresa, soprattutto in qualifica dove ha portato la RA108 al 12° posto. Del resto siamo in zona rinnovi contratti.

Nico Rosberg – 6
In qualifica non affronta il Q2 perché la sua disastrosa Williams ha un problema idraulico. In gara gli tocca farsi da parte per far passare i primi. Frustrante e comunque ammirevole per la dedizione che ci mette nel cercare di risollevare le sorti di questa squadra che a inizio stagione era partita col piede giusto, ma si è persa.

Kazuki Nakajima – 6
Non bene in qualifica, il giapponese si è rifatto in gara tenendo il passo di Rosberg e di Button. Non dimentichiamo che è un debuttante e che guida una monoposto non particolarmente brillante.

Sebastien Bourdais – 5
Comparsa, come spesso gli capita, si mette in evidenza per la schiuma sparatagli addosso dai meccanici della Toro Rosso nei due pit-stop per un principio di incendio ai box. La seconda volta gli hanno pure sporcato la visiera ed è dovuto rientrare. Considerando che il francesino di tanto in tanto qualche critica al team l’ha fatta, veniva da pensare che i meccanici, finalmente avessero trovato l’occasione per accanirsi felicemente su di lui…

Nick Heidfeld – 5
Rimanere fuori dal Q1 è imperdonabile. Poi sarà anche stata colpa del team che lo ha mandato in pista tardi e di Bourdais che lo ha rallentato nell’ultima curva del suo giro veloce, ma Heidfeld proprio in questa occasione doveva essere più freddo e determinato e non perdere completamente la calma e la ragione. Da un pilota con la sua esperienza non ce lo aspettavamo. In gara ha recuperato fino al 10° posto. Non male perché la BMW non c’era. Ma tutto è stato condizionato dalla qualifica.

Rubens Barrichello – 5
Eccolo qua il simpatico brasiliano, tornato ai suoi abituali livelli dopo lo straordinario GP di Silverstone. Si tira a campare e si fa quel che si può, non è una colpa. Figuriamoci. Ma a Budapest ha fatto ben poco per meritare la benche minima attenzione.

Adrian Sutil – 5
Sempre ultimo, non è stato il Sutil che abbiamo visto in azione in altre occasioni. In più si è anche preso uno spavento quando in fondo al rettifilo principale i freni non hanno risposto. Ma che fa Mallya, inizia a risparmiare sulle pasticche?

Vijay Mallya – 2
Non ci stanchiamo di dirlo ad ogni GP: ma signor Mallya, se ne è accorto che sta schierando una macchina del 2007? E quella nuova dov’è? E quelle dichiarazioni roboanti di inizio anno, la scalata al Q2, con cosa pensa di farla? Con una monoposto vecchia di 12 mesi? Con Mike Gascoyne, affossatore della Toyota? Non faccia l’indiano…

Sky – 0
Siamo onorati dal fatto che a Sky ritengono che i propri abbonati conoscono la lingua inglese meglio del nostro Presidente del Consiglio. Sabato infatti, hanno mandato in onda interviste ad Hamashima della Bridgestone e a Dennis (McLaren) facendoli parlare pure parecchio, ma senza farci sapere in lingua italiana cosa avessero detto. Muti i telecronisti, che hanno ritenuto di non spiegarci nulla, mentre il traduttore ufficiale forse era al bagno. Ma la perla finale è stata la conferenza stampa del dopo qualifica, durata almeno 10 minuti, con Hamilton, Kovalainen e Massa che si esprimevano in inglese, ma nessuno era in grado di tradurli (l’addetto dallo studio di Sky era evidentemente sempre in bagno in preda a dolori atroci).

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