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27 Giu 2012 [17:18]

Marko, Vettel e la teoria del complotto

Massimo Costa

Ma come, non erano i latini i campioni del sospetto, i teorici dei complotti? Ci vogliono forse portare via anche questo primato? Helmut Marko, famoso per le sue dichiarazioni stravaganti e per il suo senso della sportività, e Sebastian Vettel, che quando qualcosa gli va storto perde il suo brillante umorismo (vedi gli insulti a Karthikeyan non tanto tempo fa), hanno dichiarato a chiare lettere che c'è stato un tentativo di sabotaggio ai danni del pilota tedesco. Tutta colpa di quella safety-car entrata in pista per "debris" (detriti), dopo il contatto tra Heikki Kovalainen e Jean-Eric Vergne, che avrebbe falsato il reale svolgimento del GP di Europa di domenica scorsa.

Vettel ha dichiarato che per lui "la decisione della direzione gara è stata fatta non solo per ripulire la pista, ma anche per spezzarci le gambe". Marko ha subito sposato tale tesi e alla TV tedesca ha aggiunto: "Vettel era troppo avanti e così hanno pensato di ricompattare il gruppo. Come fanno nelle corse americane". Il troppo è troppo. L'ex pilota Hans Stuck, presidente del DMSB, la federazione tedesca, ha mandato alla Red Bull una sorta di cartellino giallo invitandoli a riflettere prima di lanciarsi in certe affermazioni. E non ha mancato di sottolineare ad Eurosport che: "Vettel dovrebbe imparare a perdere. Era chiaro che la situazione in pista era pericolosa, qualcuno poteva forare prendendo uno dei detriti e l'ingresso della safety-car è stato giusto".

Nella foto, Vettel e Marko (Photo 4)
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