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29 Ott 2003 [10:47]

Non abbattete le sopraelevate di Monza!

Le sopraelevate sono un pezzo di storia. Con queste parole, la sovrintendente regionale dei Beni architettonici ed ambientali Carla Di Francesco, ha manifestato il suo parere contro l’abbattimento dell’anello di alta velocità dell’Autodromo Nazionale Monza. Secondo la Di Francesco, le sopraelevate sono un patrimonio del Parco e dell’Autodromo, ben inteso non esenti da nessun intervento; ma qualunque esso sia, dovrà essere analizzato attentamente, soprattutto se si trattasse di un abbattimento, anche parziale. Infatti, il rischio della demolizione del famoso “catino” costruito nel lontano marzo del 1955 è ultimamente divenuto sempre più reale. Ma per comprendere la questione, occorre fare un passò indietro fino al 1997, anno in cui la SIAS ( la Società che gestisce l’Autodromo) ottenne il rinnovo della concessione di affitto dai Comuni di Monza e Milano, per altri 10 anni. Questo contratto prevedeva un canone agevolato, ma a patto che la SIAS si impegnasse a demolire le sopraelevate qualora ci fosse stata richiesta da parte degli Enti sopraindicati. L’anno successivo, il Comune di Milano, si impegnava con una mozione a non chiedere la demolizione della struttura ed il problema non si presentò fino a quando ci fu l’elezione di una nuova giunta al Comune di Monza. E nei piani della nuova coalizione di centro-sinistra rientrava anche un progetto di riqualificazione del Parco, che prevedeva il ripristino degli assi originari, secondo i disegni dell’architetto Canova. Ovviamente ciò contrasta con la permanenza dell’anello di alta velocità, che secondo il Sindaco di Monza Michele Faglia potrebbe essere mantenuto solo in parte, ristrutturandone solo un pezzo di curva a scopo di mantenere la memoria storica; anche se si è detto disponibile a valutare qualsiasi proposta di ripristino finanziata. In teoria la SIAS si vedrebbe quindi costretta a rispettare i patti, ma solo qualora il Comune di Milano esprimesse anch’esso la richiesta di abbattimento, ma finora nessun cenno è arrivato dall’amministrazione meneghina. Inoltre il problema andrebbe valutato anche dal punto di vista economico, perché il costo della demolizione (a carico della SIAS) risulterebbe addirittura maggiore rispetto a quello di un’eventuale recupero. Una situazione ingarbugliata, in cui la Sovrintendenza ai Beni Culturali potrebbe giocare un ruolo determinante per il destino di questa storica parte del “Tempio della Velocità” e le dichiarazioni espresse da Carla Di Francesco hanno subito suscitato malcontento tra gli ambientalisti del Comitato per il Parco, che hanno sempre manifestato il loro scetticismo riguardo ad una struttura definita fatiscente. Per contro, da tempo s’è mossa una moltitudine di appassionati in difesa delle sopraelevate, che con diverse iniziative hanno raccolto più di 4500 firme per salvare l’anello. Sottoscrizione attualmente aperta al sito www.monzasopraelevata.it. Ci si auspica quindi che si arrivi presto ad una soluzione positiva della questione, ponendo così fine al degrado in cui versano attualmente le curve dell’alta velocità.
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