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9 Apr [16:49]

Sepang - Lo spettacolo è dei piloti
Ferrari e Mercedes in crisi

Massimo Costa

Si può rigirare la frittata quanto si vuole, ma in F.1 il talento conta ancora. Immensamente. Altro che Kers e ali mobili. Lo spettacolo offerto dalla qualifica del GP di Malesia ne è il sunto. Sebastian Vettel e Lewis Hamilton sanno trarre il 110 per cento dalle loro super competitive monoposto, Red Bull-Renault e McLaren-Mercedes, e rappresentano il cosiddetto valore aggiunto per i rispettivi team. Da loro due ti puoi aspettare emozioni forti, il giro da sogno, il tempo che sulla carta era impossibile da raggiungere. E anche l'erroraccio, come accaduto in alcune occasioni nel 2010. Genio e sregolatezza del resto vanno spesso a braccetto.

Vettel fa... il Senna
Vettel ed Hamilton se la sono cantata a suon di millesimi; sui monitor, nel loro giro finale, era tutto un accendersi di numerini viola, quelli che indicano il record nei settori del tracciato. Una sfida vera, bella, emozionante, che ha premiato il campione del mondo mentre l'uomo McLaren recriminava per una piccolezza alla curva 14 costatagli un battito di ciglia. Hamilton nei giorni scorsi era arrivato a spiegare che lui vorrebbe essere come Ayrton Senna e che il suo alter ego, l'Alain Prost della situazione, è Fernando Alonso. Aveva volutamente tenuto in terza battuta Sebastian Vettel. Oggi si è ricreduto. Anzi, considerando la mentalità dei campioni, viene da pensare che Hamilton avesse volutamente snobbato il tedesco in quel suo particolarissimo tuffo nel passato.

Red Bull braccata
Si sa come funziona: non parlo di te così ti innervosisco, ti faccio credere che per me non sei un problema... Tattiche. Hamilton si è invece reso conto quanto sia abile Vettel. Perfetto come a Melbourne, dove il pilota McLaren aveva visto di Sebastian solo l'ala posteriore. Ma se continua così, ci sarà da divertirsi. Perché la monoposto progettata da Adrian Newey, che in qualifica ha utilizzato il Kers, non è stata il razzo di quindici giorni fa. Hamilton la bracca da vicino, merito di una scelta intelligente dei tecnici e della dirigenza McLaren che ha messo da parte quelle novità all'avanguardia decidendo di scegliere una via più semplice. E neanche a farlo apposta, la MP4/26 ora vola.

Webber e Button, seconde guide
Vettel e Hamilton però, fanno la differenza. Ancora una volta si è visto come, pur con le stesse vetture, Mark Webber e Jenson Button fatichino un tantino di più sul giro secco. D'accordo non sono lontani, si accomoderanno in seconda fila, ma quando il gioco si basa sui millesimi, loro concedono manciate di centesimi. Se non pioverà, ma appare improbabile che le nuvole non scarichino acqua nell'orario del Gran Premio (le 16 locali, le 10 in Italia), assisteremo a un confronto ad armi pari tra i due team inglesi, con le strategie e l'usura delle gomme che giocheranno un ruolo importante (previste tre soste). In caso contrario, saremo nelle mani della provvidenza.

Se la Ferrari spera nella pioggia...
Quando una squadra per poter puntare a un risultato importante inizia a sperare che nel corso del Gran Premio si abbatta sul circuito un temporale, significa che si è al dolce. È il caso della Ferrari. La 150, lo abbiamo già spiegato nel nostro Magazine, presenta gravi pecche nel bilanciamento. E finisce per usurare eccessivamente gli pneumatici. Se in McLaren sono tornati competitivi togliendo materialmente ciò che portava solo complicazioni, in Ferrari c'è da rivedere il progetto. Cosa ben diversa. La 150 è dunque nata male. Sepang è un circuito bello e tecnico, con ampie e veloci curve che esaltano le monoposto costruite a modo.

Alonso e la partenza a molla
Fernando Alonso nel suo unico tentativo compiuto nel Q3, un giro senza sbavature, non ha potuto far meglio del quinto tempo concludendo a un secondo dai due colleghi in prima fila. Una partenza a molla potrebbe sparigliare le carte là davanti, Alonso in gara sa essere un mastino che può giocarsela tranquillamente con Vettel e Hamilton. Ma nel motorsport la macchina ha un ruolo decisivo nel risultato finale e per il momento, con pista asciutta, è improbabile che senza un ritiro delle due Red Bull e McLaren si possa sperare in qualche coppa importante. Peggio è andata per Felipe Massa, ancora una volta dietro ad Alonso in qualifica, settimo in griglia di partenza.

Brava Renault, ma quanto gli manca Kubica
Tra le due Ferrari si è inserita la Renault. Non è quella dell'incubo ricorrente di Alonso, Vitaly Petrov, ma quella di un risorto Nick Heidfeld che non poteva certo ripetere la pessima qualifica di Melbourne. È notevole la prestazione della Renault, che ha come sponsor la Lotus Group. Perché oltre al sesto posto di Heidfeld, il terribile russo è poco più in là, ottavo. E perché solamente ieri nel box Renault regnava lo sconforto per una partita di materiali fallata che aveva creato problemi alle sospensioni anteriori di entrambe le monoposto. La R31 è una bella monoposto, nata benissimo, ma non ci stanchiamo di ribadirlo, gli manca maledettamente Robert Kubica. C'è poco da fare e da dire: se Heidfeld è sesto con 1'36"124, Kubica poteva stare tranquillamente alle spalle di Button.

Schumacher non è da top 10
La quinta fila è per una Mercedes che non vuole crescere e una Sauber-Ferrari che ha in Kamui Kobayashi un vero toro assatanato in qualifica. Nico Rosberg è entrato in Q3 prendendosi il lusso di eliminare dal segmento finale della qualifica Michael Schumacher, che stava in bilico sul precipizio. La Mercedes non è all'altezza di Ferrari e Renault, ovvero della seconda fascia. Di fatto è rimasta nella posizione del 2010 e in più, con uno Schumacher che continua a faticare a stare con i primi dieci della classe. Come a Melbourne ha concluso undicesimo. E come in Australia si ritroverà circondato dai piloti Toro Rosso...

Tensioni in Toro Rosso
Sebastien Buemi questa volta non ha avuto lo spunto per entrare a far parte del Q3 e partirà dalla sesta fila davanti al compagno Jaime Alguersuari. Immaginiamo che in Toro Rosso si terrà un briefing con i piloti per spiegargli che non è il caso di urtarsi ancora una volta alla prima curva. Ma la situazione è certamente delicata. Sul loro fiato alita Daniel Ricciardo che nel primo turno di prove libere si era messo dietro lo spagnolo. Nella normalità le prestazioni degli altri protagonisti, anche se ci aspettavamo qualcosina di più da Sergio Perez, sedicesimo, e da Pastor Maldonado, addirittura fuori dal Q2 e troppo lento (sette decimi) rispetto alla Force India di Adrian Sutil che lo ha preceduto.

Lotus migliora, Virgin piange, Hispania parte
Piccola gioia in Hispania, con entrambe le monoposto dentro il limite del 107 per cento. Per grazia ricevuta verrebbe da dire perché nel Q1 il miglior tempo è stato ottenuto da Massa, quindi si può capire come McLaren e Red Bull non abbiano per nulla spinto. Ma tant'è, Vitantonio Liuzzi e Narain Karthikeyan potranno prendere il via del GP, cosa che gli era stata impedita a Melbourne. Il pilota italiano ha terminato a mezzo secondo dalla Virgin di Jerome D'Ambrosio, non molto veloce se pensiamo che ha rimediato mezzo secondo dal compagno Timo Glock. Ma in Virgin piangono. La Lotus ha finalmente compiuto il passetto in avanti auspicato e, pur rimanendo fuori dal Q2, tra Jarno Trulli e Glock ci sono due pesantissimi secondi.

Proteste dei piloti rinviate
Per concludere, le ventilate proteste dei piloti, le minacce di sciopero futuro, per le diavolerie apportate nella F.1 attuale, dai troppi pulsanti sul volante alle ali mobili ai sorpassi comandati, non si sono viste a Sepang. O per lo meno, qualcuno ha parlato in qua e in là, ma il fronte compatto non si è visto. Come prevedibile essendovi in giro piloti poco interessati al bene comune. Magari aspettiamoci qualcosa nel briefing pre gara.