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22 Nov 2019 [11:49]

Verstappen, Gasly e Sainz:
quante storie nel podio più giovane

Jacopo Rubino

23 anni, 8 mesi e 23 giorni. Il Gran Premio del Brasile ci ha regalato il nuovo podio più giovane nella storia della Formula 1, battendo il record di 23 anni, 11 mesi e 16 giorni stabilito nel 2008 a Monza. Era la gara della mitica vittoria di Sebastian Vettel con la Toro Rosso, accompagnato da Heikki Kovalainen e Robert Kubica. A Interlagos il merito è stato invece di Max Verstappen, Pierre Gasly e Carlos Sainz: peccato che lo spagnolo non abbia partecipato in diretta alla festa, visto che i commissari hanno penalizzato di 5" Lewis Hamilton (terzo al traguardo) solo più tardi. Se non altro, l'alfiere McLaren si è potuto consolare insieme alla sua squadra con una cerimonia "ufficiosa".

A distanza di 11 anni, salta subito all'occhio una coincidenza: in top 3 ci sono ancora una Toro Rosso e una McLaren. Tutt'altro che scontato, visto che quello di domenica è stato il terzo podio in assoluto della scuderia faentina, e quella di Woking ha interrotto un'astinenza che durava da 2072 giorni (Australia 2014). Difficile da immaginare in quel 2008, quando la McLaren lottava per il Mondiale e viaggiava sempre nelle zone che contano.



La misura di come sia cambiata la F1 ce lo offre un altro dato: l'esperienza dei tre piloti protagonisti. In quel GP d'Italia mettevano insieme un totale di 90 presenze nella categoria regina, con Kubica nel ruolo di "veterano" a quota 37. Il suo esordio era avvenuto infatti a metà 2006, in Ungheria. A Interlagos, invece, il solo Verstappen arrivava a 101 gare disputate, e in precedenza ha stappato altre 29 bottiglie di champagne. Ovviamente grazie anche a una vettura competitiva come la Red Bull, quella che in qualche modo ha attraversato i destini degli stessi Gasly e Sainz.

Il francese (46 partecipazioni iridate) per questa stagione era stato promosso nella squadra anglo-austriaca, al fianco di Verstappen, ma per vari motivi non è riuscito a sfruttare l'occasione. Rimandato in Toro Rosso da Spa, nello scambio di sedili con Alex Albon, ha saputo ritrovarsi e guadagnarsi la riconferma, meritatissima. L'exploit di Interlagos è, di fatto, la ciliegina sulla torta che ne sancisce la risalita.

Sainz, che una monoposto targata Red Bull Racing non ha mai avuto l'opportunità di guidarla, nonostante la lunga militanza nel vivaio di Helmut Marko, vede ripagata la scelta fatta nel 2017 di affrontare in autonomia la propria carriera. Avviene dopo il Gran Premio personale numero 101, come Verstappen: del resto hanno debuttato in contemporanea nel 2015, iniziando dalla solita Toro Rosso. Una fucina di talenti.
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