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15 Lug [15:00]

Vettel e la Ferrari
non escono più dal tunnel

Massimo Costa - Photo 4

Per la simpatia, per la classe mostrata nel corso degli anni, abbiamo sempre concesso a Sebastian Vettel una via di fuga davanti ad errori evidenti e banali che ormai da un anno contraddistinguono la sua carriera nel team Ferrari. Ogni volta ci chiediamo se sia l'ultimo svarione, vogliamo pensare che lo sia. Ma il pilota tedesco fa di tutto per smentirci. La clamorosa tamponata a Max Verstappen nel Gran Premio di Silverstone è l'ennesima perla sbiadita di un pilota che sembra non ritrovare più se stesso, che nel ruota a ruota, nella calda fase dei duelli, perde la serenità, la visione dell'insieme, e commette sbagli da principiante. Come è possibile? Cosa è accaduto a Vettel che pure è capace di disegnare gare di gran classe, sorpassi e staccate da brivido, da pilota vero. Ma che a volte si perde in un labirinto senza uscita, mancando di continuità?

Nulla ci fa cancellare dalla mente che il Mondiale 2018 lo abbia perso lui, e non la Ferrari, che schierava una delle migliori monoposto mai viste nelle ultime stagioni. Se nel 2017 era stata la poca affidabilità mostrata verso la fine del campionato a impedire a Vettel di giocarsi il titolo con Lewis Hamilton, lo scorso anno Sebastian ci ha messo molto del suo lasciando sull'asfalto punti pesantissimi: Baku, Le Castellet, Hockenheim, Monza, Austin, Suzuka rappresentano la chiave per entrare nella zona incubo di Vettel, e per capire come è riuscito a perdere un Mondiale che era suo.

Il 2019 era iniziato carico di speranze per la Ferrari, ma la SF90 non è neanche paragonabile alla SF71-H. Non è la Mercedes W10 a essere imbattibile, è la monoposto di Maranello a non essere all'altezza della situazione, ad avere fatto un incomprensibile passo indietro rispetto alla sua "antenata". In questa grave defaillance aerodinamica e tecnica, Vettel continua a metterci il suo carico di errori: Sakhir, Montreal (perché al di là della ingiusta penalità, era pur sempre finito nell'erba) e adesso Silverstone, dove va aggiunta una qualifica scialba. Vettel ha capito da tempo che non può combattere per il titolo iridato, e questo non è certo motivante per un pilota del suo calibro. Si dirà che Charles Leclerc sta esaltando tutti noi, ma il confronto secco tra i due piloti Ferrari è improprio perché il monegasco è a caccia del primo successo, situazione ben più adrenalinica di quella di Seb.

E dunque, ecco che appare questo Vettel misterioso. Capace di svolgere un GP di Silverstone di qualità, di grande intelligenza tattica, decidendo da solo come comportarsi con le gomme al contrario di quanto gli veniva indicato dai box (a proposito, possibile che non ne azzeccano una?) e dimostrando di avere ragione, poi... si fa notte quando è il momento di ingaggiare un duello per una posizione che conta. Tutti questi comportamenti sembrano l'anticamera di un prossimo abbandono dal motorsport, qualcosa che forse neanche lui riesce a percepire, ma che agisce nella zona nascosta dell'anima. Perché Seb, come ha ripetuto più volte, vuole a portare a termine la missione di vincere il titolo mondiale con la Ferrari per rimanere ancora più nella storia della F.1. Non sarà nel 2019, potrà esserlo nel 2020, ma soltanto se avrà tra le mani una monoposto competitiva come quella del 2018 e lui tornerà il Vettel che abbiamo sempre ammirato.

Detto questo, non si può non ammirare il gesto di Vettel a fine corsa, quando è andato a scusarsi con Verstappen, consapevole dell'errore commesso. Anche in questo si è campioni.