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11 Ago [20:17]

Wolff: 'Trasparenza e franchezza con tutti'

Il 2014 è stato finora un numero da sogno per la Mercedes e per i suoi piloti, ma anche per Toto Wolff. Con il manager austriaco al timone, la casa di Stoccarda è riuscita, al quinto anno dopo il ritorno alla Formula 1 nel 2010, nell'impresa di dominare una delle più complicate ed imprevedibili stagioni nella storia recente dello sport. Per Wolff si è trattato anche di una grande soddisfazione personale. Ha mostrato qualità che sono andate oltre a quelle puramente finanziarie e di "alta gestione" del passato. Stavolta è sceso in campo in maniera diretta e pratica, mietendo vittorie.

Molte delle sue decisioni hanno costituito la base del successo di oggi, a partire da quella di interrompere anticipatamente lo sviluppo lo scorso anno per concentrarsi sul 2014, fino a quella di lasciare Lewis Hamilton e Nico Rosberg liberi di lottare per le vittorie. Certo, vedendo i risultati nella gestione della sua HWA (l'azienda che si occupa dei programmi Mercedes in F.3 e DTM), ci si potevano aspettare ottimi risultati dall'accoppiata con la stella a tre punte.

Ma si è andati oltre le previsioni e la Mercedes fa sempre più paura perché sembra di trovarsi davanti ad un nuovo ciclo. Quello delle frecce d'argento. In questa intervista, concessa in esclusiva a Formula1.com, Wolff ha commentato alcuni dei punti fermi della stagione 2014... tralasciando l'incidente in allenamento (mountain bike) che l'ha lasciato con diverse fratture.

Finora, la stagione della Mercedes è stata fenomenale, ma quando avete iniziato a comprendere appieno il vostro livello di forma?

"Tardi, alla fine dei test. Stavamo tirando al massimo e non avevamo indicazione del punto a cui ci trovavamo confrontati con gli altri Eravamo orgogliosi di essere stati i primi ad uscire dai box, e di aver avuto due buone giornate a confronto con i nostri competitor che a volte avevano difficoltà anche nel portare le loro vetture in pista. Era chiaro che avevamo un vantaggio. Ma per quanto riguarda le performance non si sa mai. Se riesci a provare mente altri non lo sono, ti stai prendendo un bel vantaggio. Ma non sapevamo nulla su consumi e potenze finché non si è trattato di correre. Eravamo fiduciosi, cautamente ottimisti sul fatto che avevamo fatto un buon lavoro nell'integrare la power unit nella vettura. Ma non ci si può mai lasciar trasportare".

E dopo l'Australia?

"Non era comunque chiaro, perché ci aspettavamo che gli altri facessero enormi passi in avanti. Non avevano abbastanza test, ma erano molto migliorati tra l'ultimo test e l'Australia, e quindi ci aspettavamo che continuassero ad andare avanti. Per questo siamo sempre stati prudenti nell'indicare a che livello eravamo".

Dopo Melbourne sono arrivate otto vittorie. Mercedes può contare ora su un grande vantaggio in classifica. Quando potrete essere sicuri che il titolo sarà vostro?

"Non siamo degli imprenditori delle scommesse o del gioco d'azzardo. Quando sarà matematicamente impossibile essere raggiunti, sarà il momento in cui diventerà realtà. Non è il caso di parlare di titoli prima di averli vinti".

Entrando nel break estivo dello scorso anno eravate in corsa, dopo aver vinto in Ungheria e Gran Bretagna, ma poi la Red Bull ha dominato la seconda metà della stagione. Avete compreso perché? Ed è una prova di come le cose possono scivolare di mano?

"Sì, mostra come tutto può crollare velocemente, ma non ci siamo mai visti come contendenti al titolo lo scorso anno. Avevamo buone performance in qualifica ma non eravamo mai in grado di tradurle nel migliore dei modi in gara. Abbiamo avuto ottime gare a Monaco e Silverstone, e poi abbiamo contato sul "fattore Lewis" in Ungheria: era su un'altro pianeta rispetto a tutti gli altri. Ma abbiamo capito bene dove dovevamo migliorare e nessuno pensava di poter lottare contro la Red Bull. In più, c'era una chiara strategia di transizione allo sviluppo 2014. Abbiamo discusso molto e abbiamo deciso che era la direzione giusta. È stato un passaggio anticipato, più del solito, ma sapevamo che la ragione per cui siamo qui è lottare per il titolo ed era chiaro che nel 2013 non potevamo agguantare la Red Bull".

Parlando del "fattore Lewis", come valutate lui e Rosberg dopo le prime 11 gare?

"Sono entrambi importanti pilastri nella performance della vettura e nel successo del team. Si spingono l'un l'altro su livelli sempre più altri in un modo che non va a detrimento del team. A volte queste situazioni possono diventare complicate, l'abbiamo visto con altre squadre, ma fino a questo punto ne abbiamo tratto giovamento. Il nostro morale è alto, c'è la giusta atmosfera, e avere due piloti di quel livello che si sfidano con tanta qualità non è solo ottimo per il brand, ma anche per la performance in generale. È un'ingrediente importantissimo per il successo del team".

Come riesce a frenare la loro rivalità? Come previene il verificarsi di un nuovo Senna Vs. Prost?

"Per i piloti, a contare è solo il titolo piloti, ma occorre comunque capire che c'è un'intera organizzazione dietro di loro, e una delle maggiori aziende del mondo, che a volte arriva prima. Questo a loro è chiaro, lo riconoscono e lo accettano. È molto importante. Riconoscono le conquiste storiche della Mercedes nel motorsport e mettono la loro figura nel giusto contesto".

Comunque ci sono stati dei momenti accesi...

"Sì, certamente. Quello che facciamo è gestire il team giorno per giorno. Discutiamo coi piloti e con gli ingegneri quotidianamente. Da manager è importante essere trasparente e franco. È una caratteristica cruciale nel portare avanti un'azienda per le tue persone, ed è anche un qualcosa per cui sei allevato".

È presumibile che la situazione e la loro rivalità diventerà solo più accesa col prosieguo della stagione?

"Sì, potenzialmente diventerà una situazione più 'calda', ma se continueremo con le performance che abbiamo ora sono ottimista che la lotta per il titolo sarà un affare esclusivo tra di loro. Poi arriviamo alla situazione in cui potremo discutere se vogliamo mantenere il modo in cui lavoriamo l'un con l'altro. Pensiamo sia di beneficio per la vettura, il team, ed entrambi i lati del box? O dobbiamo ricalibrare tutto un po' perché è tutta una questione tra loro due per il titolo? È un punto di domanda ma non lo so, non ci siamo ancora arrivati e per noi è un terreno nuovo".

C'è del nervosismo? Situazioni come quella del Bahrain e permettere loro di correre l'uno contro l'altro rappresentano un bel rischio per il team. Ma è stato comunque un beneficio sia per la squadra che per tutto il movimento...

"Sì, penso che Mercedes e la Formula 1 ne abbiano beneficiato. Tutti abbiamo apprezzato quella gara anche se ci ha fatto venire qualche capello bianco... Comunque c'è molto di più della nostra agenda. C'è la F.1 come sport. I fans, i brand che rappresentiamo. Penso che avessimo un debito verso di loro nel far correre liberamente i nostri piloti. Avrei potuto non vedere oltre il mio naso e dire che volevo vincere entramvi i titoli, 'è così che si fa'. Ordini di scuderia, non toccatevi l'uno con l'altro e continuate come è sempre stato fatto. Ma stiamo andando in un terreno nuovo e finora ha funzionato particolarmente bene. Arriverà ad un punto in cui sarà difficile da gestire? Forse, ma non credo, almeno non con loro due".

Dato quello che abbiamo visto recentemente, specie in Austria, i rivali vi stanno raggiungendo?

"I team ci raggiungeranno. Come ho detto in precedenza abbiamo avuto un ottimo inizio di stagione, facendo molti più chilometri degli altri, ma alla fine chiuderanno il gap. Non siamo stati abbastanza veloci in Austria, e le Williams erano ottime, ed è chiaro come le cose possano cambiare velocemente. Di colpo puoi avere un forte competitor. Ma l'Austria era anche un circuito nuovo per tutti e ci sono stati team che non sono stati competitivi al livello che ci si aspettava. Ricordo le discussioni avute prima della gara riguardo alle curve ad alta velocità e downforce che dovevano favorire la Red Bull. Ma in realtà non fu così. Forse ci sono ancora cose da imparare su come i circuiti vanno affrontati".

Se un avversario dovesse raggiungervi, cambierebbe qualcosa nella libertà di Rosberg e Hamilton di lottare fra loro?

"Sì. Abbiamo già iniziato a cambiare il nostro approccio quando abbiamo visto quanto era vicina la Williams. Non abbiamo bisogno di spingere le vetture al loro limite se vediamo che hanno un certo vantaggio. Sono liberi di correre l'uno contro l'altro in modo che ci sia sempre un piccolo margine di sicurezza in termini di temperature e pressioni. Non c'è bisogno di rovinare la tua macchina se stai solo lottando col compagno di squadra. L'approccio è stato già ricalibrato, ma in una situazione come quella di Spielberg in cui le Williams sono vicine c'è bisogno di andare al 100%".

Per voi ovviamente questa è stata un'ottima stagione, ma lo stile della F.1 2014 è stato un successo?

"Ho guardato l'ultima gara del campionato 1984 in Portogallo recentemente, e sono arrivato dopo un terzo. Quelle gare erano davvero molto noiose. Non si riuscivano a sentire i rumori in TV perché anche allora erano turbo, e gli unici sorpassi erano doppiaggi. Mi sono chiesto... se penso che abbiamo un buon prodotto, sì. Avremo sempre gare entusiasmanti? No. Ma tutte le partite di calcio sono entusiasmanti? No. Ci sono stati Bahrain, Montreal, Austria... penso che il prodotto sia buono. Siamo andati troppo oltre nel cercare di farle diventare più entusiasmanti? Forse. Forse i doppi punti non vanno bene. Ma lasciatecelo fare una volta e poi giudicate alla fine se è stato sbagliato o no. È puro e semplice, come la F.1 dovrebbe? No, non lo è, e io sono contro, ma quando ci saremo passati magari ci piacerà.

"Ci sono persone che racconteranno sempre quanto le cose erano meravigliose in passato e che bisogna tornare indietro coi regolamenti. Ma non si può essere completamente ciechi verso quello che sta accadendo al mondo. Penso che la F.1 sia il top assoluto del mondo delle corse. I migliori piloti e le migliori auto. Al contrario di quello che viene detto, penso che ai tifosi importi che queste sono le vetture migliori e più veloci. La ragione per la quale noi di Mercedes siamo qui è che c'è un chiaro scambio tra F.1 e vetture stradali, in entrambe le direzioni. Succede, non è marketing. Honda ha dimostrato che il concept è interessante e chissà, magari da altri costruttori si sta discutendo sull'ingresso nella massima serie".

(Photo 4)