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14 Giu 2025 [14:12]

Vasseur attacca Corriere della Sera
e Gazzetta dello Sport. Ecco perché

Massimo Costa

Era il luglio del 1993 quando Jean Todt approdò in una Ferrari (un'opera d'arte rovinata, la definì) che non sapeva più vincere per cercare di raddrizzarla, di riportarla ai fasti del passato. Todt era uno dei migliori team manager (il termine team principal ancora non esisteva) presenti nel motorsport, con Peugeot aveva vinto tutto e di più nel Mondiale Endurance, e l'allora presidente Ferrari, Luca di Montezemolo, puntò su di lui. Ci sono voluti sette anni e una iniziale rivoluzione dello staff tecnco e dei piloti per cominciare a conquistare qualche Gran Premio e poi quei cinque mondiali in fila, dal 2000 al 2004, con Michael Schumacher.

Leggete bene, 1993 e 2000. Sei anni senza un titolo iridato piloti nella gestione di Todt. Eppure, il manager francese è sempre rimasto al timone della Ferrari, perché in F1 serve tempo per costruire un team vincente. Ci furono polemiche, critiche, nei periodi precedenti a quel 2000, ma Montezemolo fu bravo a non farsi suggestionare dai media e alla fine arrivarono i grandi risultati.

Ecco, l'isteria che negli ultimi anni coinvolge la Ferrari, i presidenti che si sono susseguiti a Montezemolo, i media italiani ossessionati dal team di Maranello, sta tutta qui, nella incapacità di realizzare un progetto a lungo termine. Italiaracing ha già scritto più volte articoli di questo tipo, lo ribadiamo. Dopo Todt, che chiuse il suo "mandato" nel 2007, si sono succeduti Stefano Domenicali (2008-2014), Marco Mattiacci (2014), Maurizio Arrivabene (2014-2019), Mattia Binotto (2019-2022) e ora Frederic Vasseur, al timone del vaporetto dal 2023.

Domenicali ha vinto un mondiale con Kimi Raikkonen nel 2008, poi se ne andò nel pieno della stagione 2014 per troppe e ingiustificate pressioni. Arrivabene ci è andato vicino con Sebastian Vettel, ma anche lui è stato mandato via. Binotto aveva accentrato a sè tutti i ruoii praticamente, vedeva fantasmi ovunque, aveva creato una sorta di circolo poco edificante, e così non andava bene.

Ora tocca a Vasseur essere sulla graticola. Alla vigilia del GP del Canada si sono scatenati contro di lui Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Perché? E' sembrata una manovra di accerchiamento concordata tra le due testate, che non a caso appartengono allo stesso editore. Il contratto di Vasseur scade alla fine di questa stagione, nei suoi tre anni non ha raccolto granché, è vero, ma ha cercato di fare cambiamenti, ha inseguito Adrian Newey, è arrivato Lewis Hamilton, Charles Leclerc ha ottenuto il terzo posto nel Mondiale 2024, anni in cui la Red Bull era dominante.

Questa doveva essere la stagione del riscatto in qualche maniera, ma è andata male, almeno fino ad ora. Troppa enfasi nel pre campionato, una comunicazionie completamente sbagliata aveva fatto pensare (senza motivo) a una Ferrari che con Leclerc e Hamilton si sarebbe mangiata gli avversari. E invece, lo sta facendo la McLaren. I problemi della SF25 sono evidenti e si fatica a trovare una soluzione per risolverli.

E dunque, ecco che i suddetti giornali sono andati all'attacco, forse sulla spinta delle dimissioni di Luciano Spalletti dall'Italia pallonara. Suggestioni nefaste. Dal 2026 la F1 cambia completamente con i nuovi regolamenti, sostitiure il team principal dopo soli tre anni parrebbe una sciocchezza, ricominciare tutto da zero è forse la soluzione migliore? Lo ripetiamo, la Ferrari non è la Juventus, dove il presidente John Elkann cambia allenatori e progetti come fossero caramelle...

Nella conferenza stampa di Montreal, Vasseur è sbottato: “Quando un giornalista scrive che la Ferrari assumerà una persona in un certo ruolo, c'è già qualcuno che sta occupando quella posizione. E domenica sera, questa persona può pensare che non avrà  più un lavoro. E stiamo parlando di uomini che hanno famiglie, mogli, figli. Ecco, in Italia ci troviamo in questa situazione quotidianamente e non è certo un bene per l'ambiente lavorativo.  Questi giornalisti, e non voglio mettere tutti sullo stesso piano, si comportano in maniera irrispettosa.

“Lo scorso anno abbiamo vissuto una situazione simile con il capo dell'aerodinamica, e ora si verifica la stessa cosa con altre persone. Non conosco l'obiettivo, forse è per screditare la squadra, ma non ne vedo il senso. Ho letto di Enrico Balbo della Red Bull che sarebbe stato molto vicino ad un passaggio a Maranello. Sono andato a cercare il suo nome su Google per vedere il volto di quella persona. Siamo arrivati al punto in cui qualcuno può lanciare voci su una persona che non ho mai incontrato in vita mia".

"Ho la sensazione che i team inglesi siano più isolati e questo permette di concentrarsi esclusivamente sul loro lavoro. L'esempio migliore per me è la McLaren, nel 2022 hanno avuto attraversato una stagione molto dura, ma hanno potuto lavorare con la giusta tranquillità e sono migliorati passo dopo passo. Credo sia ciò che ogni singola squadra vuole fare, ma su questo fronte noi a volte facciamo un po' fatica”.

Queste le parole di Vasseur che, ben inteso, non sta incolpando la stampa dei mancati risultati della Ferrari, ma sottolinea una situazione piuttosto difficile in cui districarsi quotidianamente, dove i riflettori sulla Ferrari sono sempre eccessivi. Vasseur però, non deve dimenticare che il ruolo della stampa è quello di cercare di anticipare certe notizie di mercato, di dare giudizi ai suoi lettori, e ci mancherebbe, anche se occorre sempre essere cauti e attenti.

Davanti a queste polemiche servirebbe una risposta ferma e decisa del presidente Elkann e del CEO Benedetto Vigna. Cosa stanno aspettando?



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