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23 Feb [22:02]

Analisi tecnica Red Bull RB19
Evoluzione estrema della specie

Michele Montesano - XPB Images

Abbiamo dovuto attendere i test pre-stagionali di Formula 1, in scena sul tracciato di Sakhir, per vedere finalmente la Red Bull RB19. Il team campione del mondo è riuscito a celare le forme della sua nuova monoposto fino all’ultimo. Dopo aver dominato il mondiale 2022, la squadra di Milton Keynes ha preferito non stravolgere i concetti cardine della vittoriosa RB18 preferendo optare per una sua evoluzione. Cuore del progetto una nuova scocca più leggera, al fine di portare la RB19 nella soglia del peso minimo dei 798 kg.

La monoposto può essere considerata una vera e propria versione B, un affinamento estremo della vettura che ha sbaragliato la concorrenza nel 2022. E, a giudicare dalla prima giornata di test, l’obiettivo sembra centrato. La RB19 è stata, finora, la vettura più veloce in Bahrain mostrando un assetto bilanciato, in grado di garantire il giusto carico in curva e un’ottima velocità in rettilineo, oltre a non subire il fenomeno del porpoising.



Muso squadrato e pull rod anteriore

Nella vista anteriore si nota un musetto leggermente più largo, squadrato e appiattito, che si ancora al secondo elemento dell’alettone anteriore. Sulla punta del muso è presente una presa Naca (già vista sulla Ferrari F1-75) per convogliare aria verso l’abitacolo. L’ala anteriore ha un mainplane leggermente a cucchiaio nella sezione centrale, per incanalare aria nel sotto scocca. Generosa anche la corda del secondo elemento, che presenta una funzione portante, mentre gli upper flap sono decisamente più scarichi creando, in sinergia con gli endplate, l’effetto outwash per spingere aria al di fuori dalla sagoma degli pneumatici anteriori.



Confermata la sospensione anteriore a geometria pull rod, vero punto di forza della RB18, con i cinematismi pressoché invariati. I triangoli sono ben distanziati tra di loro per creare un passaggio d’aria verso il corpo vettura. Da notare i bracci del triangolo superiore disallineati, nello specifico il posteriore si ancora alla scocca più in basso fungendo da deviatore di flusso per indirizzare aria verso i canali Venturi. Inoltre tale soluzione aiuta ad abbassare l’avantreno nelle curve lente generando maggior carico aerodinamico.



Pance riviste e nuovo fondo

Lavoro di fino anche per le fiancate e le pance che evolvono il concetto visto sulla RB18. Se l’ingresso delle pance mantiene il medesimo disegno, con ingresso alto e la palpebra inferiore sporgente, il prosieguo è stato completamente ridisegnato. Lo svaso inferiore è nettamente più grande creando, così, una vera e propria canalizzazione inferiore incrementando la portata d’aria verso il retrotreno della vettura. Pressoché invariata la disposizione dei radiatori, quasi orizzontale, così come la nervatura che porta l’aria dal cofano motore verso il marciapiede. Le pance mantengono la forma spiovente che scende repentinamente verso il fondo per indirizzare il flusso verso lo scivolo del diffusore.



Gli uomini diretti da Adrian Newey si sono particolarmente focalizzati sul fondo piatto. Se i canali Venturi hanno un disegno simile all’ultima evoluzione della RB18, il marciapiede presenta una conformazione decisamente più complessa. Il bordo esterno è stato appositamente studiato per formare i vortici, in sinergia con la floor edge wing dotata di una curvatura più accentuata, utili a generare l’effetto sigillo (una sorta di minigonna pneumatica). Il complesso disegno del marciapiede è composto da un doppio flap, in corrispondenza delle pance, seguito da un taglio longitudinale che precede un vero e proprio profilo alare che crea un soffiaggio con il fondo stesso.



Sulla parte alta del corpo vettura si può notare l’airscope che, pur mantenendo una forma tondeggiante, è più piccolo. Il cofano motore si presenta come una seconda pelle avvolgendo la Power Unit Honda e le componenti accessorie raffreddate grazie alle branchie presenti sopra le pance. Tale soluzione ha permesso di mantenere un cofano piuttosto chiuso in coda con i piccoli megafoni che soffiano direttamente sulle beam wings.



Posteriore col push rod e ala sverniciata

La sospensione posteriore, di tipo push rod, della RB19 è l’evoluzione del precedente modello. I cinematismi sono stati spostati in alto per creare una scatola del cambio più stretta garantendo, così, un maggior passaggio d’aria e, di conseguenza, maggior carico aerodinamico. Così come sulla RB18, il puntone si infulcra sulla scatola del cambio in posizione più avanzata rispetto ai bracci della sospensione. Il triangolo inferiore, che presenta un’ampiezza più generosa, si protrae in avanti verso il cofano motore, mentre quello superiore ha una forma più stretta.



L’alettone posteriore, sorretto da un monopilone, è caratterizzato da un profilo principale a cucchiaio, mentre il flap del DRS ha un intaglio a V centrale. L’ala, da medio carico, si presenta in nero carbonio per ridurre ulteriormente il peso. Le beam wings hanno la stessa conformazione di quelle viste a partire dal GP d’Ungheria.



Decisamente elaborato l’estrattore, arma vincente della passata stagione. Infatti in pieno rettilineo la Red Bull riusciva a far stallare il diffusore incrementando la velocità di punta. Nonostante le modifiche regolamentari sul fondo piatto, i tecnici Red Bull saranno riusciti sicuramente a ricreare tale stratagemma. Con ogni probabilità la RB19 vista in Bahrain è solamente il primo step di una monoposto che verrà evoluta costantemente nell’arco della stagione. Obiettivo confermare i 2 titoli mondiali conquistati nel 2022.