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9 Ott 2014 [18:45]

Bianchi: i punti chiave dell'inchiesta

Marco Cortesi

È ormai avviata l'indagine sull'incidente che domenica scorsa ha coinvolto Jules Bianchi. Mentre pilota francese continua a versare in stato di coma all'ospedale di Yokkaichi, ad essere incaricato delle indagini è stato il delegato federale Charlie Whiting. Curioso dato che era il direttore di gara e che i dubbi principali riguardano l'opportunità di proseguire la corsa e di mandare in pista la safety-car dopo l'uscita di Adrian Sutil. Partendo con un bel conflitto di interessi, si sono già delineati i principali elementi dell'inchiesta.

Oltre alla situazione della corsa, sono stati sollevati dubbi sulla presenza della bandiera verde nel punto dell'incidente, per dare un tempestivo (anche troppo) via libera. Una situazione che avrebbe portato i piloti ad accelerare prima del tempo, o comunque quando si era ancora in prossimità del pericolo.

Come ha rivelato Autosprint, la Marussia ha impattato senza andare in testacoda e senza rallentare anche se (per quanto sia difficile stabilirlo dopo un incidente del genere) era in condizioni di efficienza. L'impatto è avvenuto intorno sopra ai 180 orari con una riduzione minima rispetto ai 212 chilometri l'ora di percorrenza. Inoltre, Bianchi non avrebbe rallentato nemmeno nel settore precedente, dove le bandiere gialle erano esposte.

Capitolo a parte per quanto riguarda il casco del pilota, che era integro. Inoltre, Bianchi non avrebbe riportato ferite, il che sembrerebbe far pensare che il vero danno sia dovuto non all'urto con il mezzo di servizio ma alla decelerazione.

Insomma, molta carne al fuoco e, mentre quasi tutti i piloti tacciono, una gestione quantomeno avventata il cui il controllato ed il controllante coincidono.
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