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15 Nov [14:41]

Caos in Red Bull a San Paolo
La vendetta di Verstappen
per il crash di Perez a Monaco?

Massimo Costa - XPB Images

Domenica notte, dopo il GP del Brasile, avevamo scritto che una delle possibili cause che avevano portato Max Verstappen a non lasciare il sesto posto al compagno di squadra Sergio Perez, poteva essere ricercata nel diniego del messicano nel dare la scia all'olandese nella qualifica del GP di Francia, cosa che poi Verstappen gli restituì a Spa. Dunque la disputa sarebbe finita in pareggio. Ma perché Perez a Le Castellet si era comportato così? Perché era ancora in piena corsa per il Mondiale e non riteneva giusto dover dare una chance al suo primo rivale per il titolo iridato.

Nella giornata di ieri, lunedì 14 novembre, è emerso che la tensione tra i due piloti Red Bull risalirebbe al GP di Monaco, precisamente alla qualifica, quando Perez andò a sbattere al Portier, la curva che precede il tunnel. In quell'incidente, rimase coinvolto anche Carlos Sainz che sopraggiunse qualche istante dopo l'urto contro il rail del messicano, e la qualifica venne fermata. Verstappen che seguiva di poco la Ferrari dello spagnolo, fu costretto a fermarsi rinunciando al tentativo di conquistare la pole. Che andò a Charles Leclerc con Sainz secondo, poi Perez terzo e Verstappen quarto.

La gara di Montecarlo fu un susseguirsi di emozioni e di errori da parte del team Ferrari nel disegnare la strategia per Leclerc e la vittoria andò a Perez che concluse davanti a Sainz, Verstappen e il monegasco. E qui nasce la diatriba in casa Red Bull. Con quel successo, Perez si era portato a 15 punti dal compagno di squadra, dunque con buone possibilità per dare vita a un duello per la lotta iridata. Verstappen, a Monaco, ha subito pensato che Perez avesse volutamente commesso quell'errore al Portier per bloccare la qualifica. Di fatto, l'olandese sostiene che Checo abbia commesso una frode, il ché sarebbe un fatto molto grave a cui la F1 dovrà per forza effettuare una verifica.

Ma il primo dubbio è questo: perché mai Perez avrebbe voluto bloccare la qualifica per un terzo posto che a Monaco non garantisce di certo molte possibilità di vittoria (poi è accaduto l'inimmaginabile in gara), quando nel suo giro poteva puntare alla prima fila? Verstappen pare invece non avere dubbi sulla malafede di Checo e questo è dunque il reale motivo per cui non è rimasto alle spalle del messicano nei giri finali del GP del Brasile e per quelle parole dure espresse nei confronti della squadra.

Il secondo dubbio è: esistono le prove che riguardano la volontà di Perez di andare contro il rail a Monaco? Per altro, tracciato già sede di polemiche simili, come quando il ferrarista Michael Schumacher si girò volutamente alla Rascasse nella qualifica 2006 bloccando tutti in quanto era primo (ma scoperto, venne poi penalizzato), oppure Nico Rosberg che finì stranamente dritto al Mirabeau nel 2014 causando le bandiere gialle e rallentando il giro verso la pole di Lewis Hamilton, compagno di squadra in Mercedes, primo tempo che così rimase allo stesso Rosberg.

Perez ha sempre sostenuto di avere commesso un banale errore in quella qualifica di Montecarlo, cercando di accelerare prima del dovuto per prendere maggiore velocità nel tratto del tunnel. Ma gli è andata male, il posteriore della sua Red Bull gli è partito finendo contro il rail. A scatenare la polemica è stato Tom Coronel, 50enne storico pilota olandese del WTCR nonché della Dakar, molto vicino ai Verstappen, che avrebbe dichiarato a qualche media olandese la volontarietà di Perez in quell'incidente. Aggiungendo inoltre che Perez, scoperto da Helmut Marko il quale avrebbe attentamente osservato la telemetria, si sarebbe scusato con la squadra.

Lo dice Coronel, ma non ci sono (almeno fino ad oggi) altre prove di questo. Come detto, Perez ha ammesso di avere accelerato prima, non certo per finire fuori pista, commettendo un errore e dunque quale sarebbe mai la scoperta di Marko? Dunque, tutto appare piuttosto fumoso, un qualcosa che è nella testa di Verstappen, o meglio, dei Verstappen considerando quanto sia pesante e pressante la presenza del spesso discutibile padre Jos, ex pilota di F1. E di Coronel, che ha acceso la miccia.

Ma, come detto sopra, per cancellare ogni dubbio è importante che la FIA rapidamente apra una inchiesta su questo presunto episodio di dolo. Di cui la F1 ha già dovuto fare i conti, oltre che per gli episodi del passato sopra citati, anche con il purtroppo famoso crashgate di Singapore 2008 quando la Renault, nelle persone di Flavio Briatore e Pat Symonds, convinse Nelson Piquet ad andare a muro per favorire l'intervento della safety-car e la conseguente vittoria del compagno di squadra Fernando Alonso.