C’è un aspetto imprescindibile, che traccia una precisa linea di demarcazione tra il campione ed ogni altro “comune mortale”. È la forza di sapersi rimettere in gioco, anche quando il destino è crudele. Campioni nella vita e non soltanto nello sport. Un viaggio all’inferno e ritorno è ciò che fece Niki Lauda nel ’76 con la Ferrari: il rogo del Nürburgring gli lasciò dei segni indelebili sul volto e nel corpo, ma l’austriaco non esitò a tornare al volante. Neppure un mese e mezzo era trascorso da quel terribile incidente. Si presentò a Monza...
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Magazine Italiaracing n. 119