Michele Montesano
Puntuale come un orologio svizzero, all’introduzione di un cambio regolamentare in Formula 1 ci sono squadre che trovano zone grigie o scappatoie per ottenere vantaggi prestazionali. Questa volta però il caso è scoppiato ancora prima che le monoposto scendessero in pista. Sotto la lente di ingrandimento pare siano finite Mercedes e Red Bull, ma andiamo a comprendere il motivo.
Come ormai è risaputo, in Formula 1 nel 2026 faranno il loro esordio le nuove monoposto. Ci sarà una vera e propria rivoluzione sia in termini di aerodinamica, con l’introduzione delle ali mobili e l’assenza dell’effetto suolo, che riguardo la Power Unit con la parte elettrica che avrà ancora più rilevanza in termini prestazionali. Solitamente è proprio la parte aerodinamica a suscitare polemiche, ma questa volta a finire nel mirino è stato il propulsore.
Sebbene i motori endotermici non subiranno modifiche estreme, a cambiare sarà invece il rapporto di compressione che scenderà dall’attuale 18:1, valido fino alla stagione appena conclusa, a 16:1 in vista dei nuovi regolamenti. A tal proposito, stando a quanto riportato dalla testata tedesca Motorsport Magazin, pare sia stata inviata alla FIA una richiesta di chiarimento da parte dei motoristi Ferrari, Honda e Audi.
Le indiscrezioni vogliono che Mercedes e Red Bull Powertrains, quest’ultima al debutto come motorista con il supporto di Ford, siano riuscite ad aggirare tale vincolo sfruttando l’utilizzo di materiali speciali. Questi, con l’aumento delle temperature di esercizio del propulsore, potrebbero espandersi facendo aumentare il rapporto di compressione portandolo nuovamente a 18:1.
Sfruttando questo stratagemma, i due produttori riuscirebbero ad aggirare il punto C5.4.3 del regolamento tecnico che prevede la verifica tecnica effettuata staticamente e a temperatura ambiente. Mentre il sospetto aumento del rapporto di compressione avverrebbe a temperature di esercizio e, di conseguenza, più elevate. Tuttavia questo comporterebbe la violazione dell’articolo 1.5 del regolamento tecnico, nel quale si sottolinea che le monoposto debbano essere conformi in ogni momento del weekend di gara.
Ricordiamo che il rapporto di compressione è il valore che indica di quante volte la miscela aria-benzina viene ridotta di volume nel cilindro, dal punto morto inferiore al punto morto superiore del pistone. Quindi è cruciale per l’efficienza e la potenza del motore stesso. A tal proposito, si stima che con tale soluzione si riesca ad estrarre ulteriori 15 cv dal motore termico. Potenza che si tradurrebbe fino a tre decimi in meno sul giro.
Purtroppo la FIA ha le mani legate, in quanto non possiede mezzi necessari per effettuare tali misurazioni con il motore in funzione. Ciò implica che anche un possibile intervento sia difficilmente applicabile in tempi brevi. Inoltre, qualora la supposizione sia vera, per gli avversari non ci sarebbe abbastanza tempo per correre ai ripari, visto che l’avvio della stagione è praticamente dietro l’angolo. Una situazione tutt’altro che semplice all’avvio di un cambio regolamentare che ha già creato numerose incertezze e polemiche nell’ambiente.