Marco CortesiE’ ormai arrivata alla conclusione l’era delle GT3 semi-ufficiali? La domanda sembra scontata vista l’impennata tecnologica (e di costi) delle granturismo negli ultimi anni. Se l’idea iniziale della serie era quella di permettere anche a delle compagini semi-private di preparare nuove vetture con l’appoggio delle case per l’omologazione, le porte sono andate verso un definitivo sbarramento. Anche le eccezioni alla regola iniziano a scarseggiare. La Jaguar XK-R di Emil Frey ha concluso la propria omologazione, anche se già lo scorso anno, per raggiungere performance sufficienti, la vettura inglese aveva avuto bisogno di BOP particolarmente generosi che avevano anche creato qualche polemica. E’ calato il sipario anche sulla Ford Mustang VDS, rielaborata dalla struttura di Marc Van Der Straten prima dello stop imposto dal miliardario belga.
Per quanto riguarda i colori italiani, l'esempio migliore (e forse quello con più successo insieme alla Ford GT Matech) fu quello della Ferrari 430 Scuderia, velocissima incarnazione della 430 realizzata da Kessel ed in grado di conquistare numerose affermazioni, arrivando anche al titolo nel GT Open. La squadra svizzera però, con l'arrivo della 458, è tornata parte del grande progetto "madre" di Maranello, occupandosi della ricambistica e dell'“After Sales” della vettura sviluppata da Michelotto.

Al momento restano in vita poche “sopravvissute” utilizzabili in pista, molte delle quali sono state accantonate anche dagli stessi titolari della fiche. Molte di esse, omologate con la collaborazione della casa madre, sono anche contropartita per altri rapporti. L’italiana Maserati MC GT3, sviluppata però dai ticinesi dello Swiss Team, si vede sempre più di rado nonostante delle prestazioni rispettabili, mentre la Chevrolet Camaro GT3 della Reiter, che vantava la palma della vettura più conveniente della categoria a 195.000€, è stata abbandonata visto lo scarso successo di vendite ed il re-impegno della struttura tedesca con le Lamborghini.
Proprio in casa GM si vede forse l’ultima highlander, la Corvette C7 di casa Callaway autrice di tre vittorie quest’anno nell’ADAC GT3. Nata da un accordo tra i tedeschi e la General Motors secondo cui non avrebbe dovuto correre nei “mercati” della contemporanea Cadillac ATS-VR, la vettura rischia di venire stritolata dallo sviluppo delle rivali: non è tanto la realizzazione del progetto, quanto il costante affinamento e l’ottimizzazione che solo chi produce decine di vetture con metodi industriali può avere. Qualcosa a cui si può sopperire per il primo periodo, specie con delle doti di cavalleria così importanti, ma che porta inevitabilmente a pagare dazio: oltre al danno potrebbe anche arrivare la beffa visti i silenzi di Cadillac riguardo ai piani 2017... certo non era meglio lasciar fare tutto agli europei?