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16 Giu [23:56]

Epsilon Euskadi e quel sogno F.1

Joan Villadelprat, patron della spagnola Epsilon Euskadi, nell’intervista che ho realizzato per il settimanale Autosprint, e ripresa dai principali siti internazionali, si dice pronto (quasi) per coronare il suo sogno di entrare in F.1 come team principal. Villadelprat è un personaggio eccezionale, che ha trascorso venti anni in F.1 dapprima come meccanico di fiducia di Ron Dennis nella McLaren dei primissimi anni Ottanta, poi è salito di grado. In un certo senso imitando la carriera proprio di Dennis. E’ stato alla Ferrari, brevemente, nell’era John Barnard, è stato team manager Tyrrell quando impazzava Jean Alesi, è divenuto il deus ex machina e primissimo uomo di fiducia di Flavio Briatore nella Benetton vinci tutto.

Infine, ha concluso la sua avventura in F.1 con la Prost, tentando senza fortuna di rianimare una squadra che era sulla via del tramonto. Dopo di che, si è messo in proprio. Instancabile, Villadelprat ha creato la Epsilon Euskadi che dal 2005 partecipa alla World Series Renault. Anno dopo anno ha trovato i finanziamenti per realizzare una struttura stupefacente nei Paesi Baschi, dotata di galleria del vento e dei macchinari necessari per divenire costruttore. Nel 2008 Epsilon Euskadi ha realizzato una LMP1 piuttosto competitiva, ma per sua sfortuna quell’anno vedeva sia Audi sia Peugeot partecipare alla Le Mans Series con budget infiniti.

Chiuso il programma Le Mans, è partito quello F.1. Villadelprat è in trattativa da diverse settimane con finanziatori di spessore, non spagnoli. Una trattativa complessa, anche difficile da imbastire perché Epsilon Euskadi non ha ovviamente la certezza di poter far parte dei 13 team del mondiale 2011 e quindi per ora in mano non ha nulla. Intanto ha già un tecnico come Sergio Rinland che sarà seguito probabilmente da Pat Symonds, ex Renault.

Ecco il testo della intervista:

“Avendo ricoperto ogni ruolo nella mia carriera in F.1 so bene ciò che serve per mettere in piedi una squadra e soprattutto le difficoltà e gli ostacoli che occorre affrontare. E so cosa significa costruire un team da zero. Quando sono arrivato alla Benetton eravamo in quaranta, l’ho lasciato che vi lavoravano cinquecento persone”.

A che punto è il progetto Epsilon Euskadi F.1?

“Stiamo portando avanti da tempo trattative con importanti e grosse aziende internazionali intenzionate a investire sulla nostra realtà. Entro due settimane sapremo meglio come potremo muoverci. Una cosa è garantita, il nostro programma non è su base annuale. Il budget che richiedo deve coprire come minimo le prime due stagioni, 2011 e 2012. Ripeto, come minimo. Un team di F.1 non può ragionare anno per anno”.

Virgin ha dichiarato che nonostante il budget-cap non ci sia più, intende comunque rimanere come spesa entro i 40 milioni di euro a stagione. E’ possibile riuscirci?

“Ritengo che per cominciare a pensare di far crescere una squadra, a mio avviso servano come base non meno di 100 milioni. Certo, si può correre anche con 40 milioni, ma senza apportare sviluppi importanti e rischiando di recitare sempre il ruolo di semplice comparsa. E ogni anno ricominciare da zero”.

Indipendentemente dal fatto che siate selezionati o meno dalla FIA, state già seguendo un progetto tecnico?

“Sergio Rinland si sta occupando della cosa e con attenzione segue tutte le evoluzioni tecniche che si stanno verificando. Posso dire che ho un gruppo di trenta ingegneri che sono pronti a venire alla Epsilon Euskadi. Uomini che già lavorano in F.1. Alcuni che conosco da tempo, altri che sono attirati dal nostro team”.

Quante persone lavorano attualmente alla Epsilon Euskadi?

“Comprendendo i ragazzi della scuola, il nostro progetto con l’università prosegue con successo, siamo in 130. Ma per salire in F.1 occorre aggiungerne 240”.

Il progetto F.1 bloccherà la partecipazione ai campionati World Series Renault?

“Assolutamente no. Per noi è essenziale essere presenti nelle serie inferiori. Come dicevo, abbiamo una bella e valida collaborazione con l’Università di Mondragon e il Master si è rivelato prezioso per tanti giovani ingegneri che hanno lavorato con noi ed ora sono integrati in varie realtà, F.1 compresa. Precisamente vi sono otto ragazzi che lavorano tra Renault, Red Bull e Sauber. Inoltre, gestendo team della Renault 2.0 e 3.5 sarà possibile creare una filiera interna molto interessante”.

Si dice che per il campionato 2010 non siete stati scelti perché avete rifiutato il motore Cosworth.

“Avevo la possibilità di utilizzare propulsori Ferrari o Renault, la FIA voleva che prendessimo i Cosworth. Ma non credo che quella del motore sia stata l’unica ragione per cui Epsilon Euskadi non è stata accettata nella selezione del 2009”.

Per voi è stato meglio essere stati “rimandati”? Eravate pronti al salto in F.1?

“Ritengo che potevamo affrontare il mondiale già quest’anno. Nel frattempo la nostra azienda si è sviluppata ancora di più e quindi ora siamo sicuramente in una posizione migliore di quella di dodici mesi fa”.

Ora riuscireste a costruire interamente una monoposto di F.1 in casa?

“Ancora no, ma dal 2012 sì. Al momento dovremmo appoggiarci a qualche fornitore esterno per alcuni particolari. Mancano alcuni macchinari che però stanno arrivando”.

Hai già un’idea di quali piloti coinvolgere?

“Sono l’ultima cosa alla quale penserò. L’obiettivo è prendere piloti non paganti. D’accordo, se portano sponsor sarà positivo, ma non è una condizione primaria. La Epsilon Euskadi F.1 non intende sopravvivere con il budget dei piloti, non avrebbe senso. Voglio entrare nel mondiale per rimanervi per molto tempo e far divenire questa attività complementare alle tante extra sportive che stiamo conducendo”.

Di cosa vi occupate?

“Abbiamo un dipartimento tecnico che lavora in vari settori. Stiamo sviluppando progetti per treni, biciclette, pale eoliche. Stiamo lavorando a un programma di auto elettrica in collaborazione col MIT. Epsilon Euskadi è divenuto un centro tecnologico collegato al motorsport che è unico in Spagna”.

Nel 2008 vi siete lanciati nella serie endurance con la LMP1. Perché non avete proseguito con quel progetto?

“In quell’occasione abbiamo dimostrato che siamo in grado di costruire da soli un prototipo LMP1. E’ stato un grande impegno, mentale ed economico, ed abbiamo anche partecipato alla 24 Ore di Le Mans con due vetture. Ma il confronto con Audi e Peugeot era impossibile, i costi sono elevatissimi e il ritorno della categoria non è eccezionale. Per quello abbiamo deciso di fermarci. Per noi è comunque stata una esperienza validissima, non eravamo per niente lontani dai mostri della serie, e molto utile”.

Qual è il tuo feeling? Pensi che la FIA vi sceglierà?

“Sono ottimista, ma anche un poco preoccupato perché la comunicazione della FIA avverrà solamente a fine agosto. Vi sarà quindi pochissimo tempo, per quelle squadre che riceveranno l’okay, per passare alla effettiva costruzione di una monoposto di F.1. Inoltre, ora ci si ritrova inevitabilmente nella situazione di iniziare a fare degli investimenti senza sapere effettivamente se faremo parte del prossimo campionato”.

Massimo Costa