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13 Nov [9:18]

F1 e Brasile, tra un GP "conteso"
e una sponsorizzazione interrotta

Jacopo Rubino - Photo4

La terra di Ayrton Senna, Emerson Fittipaldi, Nelson Piquet, un tris da 8 titoli iridati, ma anche di Rubens Barrichello e Felipe Massa. Che oggi non hanno un erede in griglia, in attesa di un nuovo idolo nazionale. Sempre in calendario dal 1973, il Brasile mantiene lo stesso un legame importante con la Formula 1, ma è il suo governo ad aver reso il quadro un po' contradditorio. Il presidente Jair Bolsonaro, in carica dal 1° gennaio, in questi mesi si è mosso in due direzioni opposte nei confronti del Circus.

Da un lato vuole cambiare la location del Gran Premio dal 2021, lasciando Interlagos (cioè San Paolo) per un nuovo circuito a Rio de Janeiro, un tempo sede della pista di Jacarepagua che è stata sacrificata per le infrastrutture dei giochi olimpici. A giugno, addirittura, Bolsonaro parlava di probabilità al 99 per cento. "Il contratto di San Paolo termina il prossimo anno ed è stato deciso che la Formula 1 tornerà a Rio", disse in una conferenza stampa a cui era presente anche il boss del Circus, Chase Carey.

Ma Joao Doria, governatore paulista, non vuole mollare l'evento che Interlagos ospita senza interruzioni dal 1990. E dove in questo weekend la F1 inaugurerà i box completamente rinnovati. Nel frattempo, il nascente Rio MotoPark progettato da Hermann Tilke (4,5 chilometri e 13 curve) si è già assicurato il Motomondiale, che nel 2022 farà tappa in Brasile dopo 18 anni.

Comunque vada, un presidente così "interessato" alla questione GP si direbbe un forte sostenitore della F1. Ma è perché l'autodromo di Rio, ostacoli burocratici e ambientali permettendo, sarà costruito con fondi privati. Dall'altro lato, Bolsonaro ha voluto rompere l'accordo di sponsorizzazione fra McLaren e Petrobras, l'azienda petrolifera detenuta al 64% dallo Stato. Una partnership sia commerciale che tecnica, stretta nel 2018 con durata quinquennale per una cifra che sarebbe stata di circa 180 milioni di euro. "Un'assurdità del vecchio governo a carico dei contribuenti", l'aveva definita il premier a ottobre, forse spinto principalmente dalla retorica politica.

"Riconosciamo l'importanza di McLaren nel motorsport e siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti. Il progetto ci ha consentito di sviluppare carburanti e lubrificanti all'avanguardia, con ricerca su nuove materie prime e test nelle condizioni più estreme", ha dichiarato Roberto Castello Branco, amministratore delegato di Petronas. La separazione è ufficiale dalla scorsa settimana, attraverso un comunicato del team di Woking dai toni amichevoli. Entrambe le parti, infatti, hanno voluto tenere la porta aperta per future collaborazioni. Sempre che il governo non si opponga.