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19 Set [11:29]

Giusti, la sorpresa del Regional
“Gli obiettivi cambiano sempre"

Luca Basso

È atterrato a inizio anno nel Formula Regional European Championship by Alpine da fresco campione della Formula 4 francese, trovando spazio in G4 Racing. Dopo i primi punti ottenuti a Imola, il francese non era più riuscito a centrare un piazzamento tra i migliori dieci, ma lavorando sodo con la squadra svizzera, è riuscito addirittura a sorprendere tutti con due weekend eccezionali a Le Castellet e a Spielberg, dove ha colto un bottino di due vittorie, due pole position, un secondo e un quinto posto.

Il giovane francese è quindi salito prepotentemente alla ribalta, arrivando addirittura ad occupare il sesto posto nella classifica generale alla vigilia della tappa di Monza, dove è riuscito a cogliere il terzo successo stagionale in gara 1, grazie anche alle penalità raccolte da Andrea Kimi Antonelli e Marcus Amand. Proprio nella giornata di venerdì, abbiamo avuto modo di approfondire con Giusti la sua stagione 2023.

Partiamo con la prima parte di questa stagione. Lo scorso anno hai corso nella Formula 4 francese: com’è stato il passaggio nel Formula Regional European Championship by Alpine? Quanto ti sei allenato con la Tatuus FR-19?
“Onestamente non ho provato molto la monoposto, ho avuto una lunga pausa prima di ritornare in pista in occasione dei test pre-stagionali di Barcellona. Non ho guidato quanto gli altri piloti e lo step da fare è davvero importante. La F.4 francese non è una delle monoposto più veloci del mondo – la Mygale M21-F4 è più lenta rispetto alla Tatuus F4-T421 – e qui l’aerodinamica, il motore e tutto il resto è molto più grande e potente.”

E la differenza la fanno anche i circuiti presenti nella F4 francese…
“Sì, in Francia ci sono circuiti vecchio stile come Nogaro, Pau e Le Mans… Sono belle, ma non puoi metterle a confronto con tracciati di Formula 1 come Le Castellet, Monza e Spa-Francorchamps. Nel FRECA, a inizio stagione, non ne conoscevo sei su dieci.”

Molti piloti hanno corso nella Formula 4 italiana e hanno maggiore esperienza in diversi circuiti del calendario. Senti questo gap?
“Non penso che ci sia tutta questa differenza per quanto riguarda i circuiti. Alla fine, il gap maggiore riguarda la monoposto: come guidarla, come gestire il set-up… Tutto qui. Anche perché, nella F4 francese, le uniche modifiche che potevamo fare erano dal lato dell’aerodinamica. Lì avevamo tutti le stesse vetture, era un campionato utile per crescere e non così costoso. Il set-up è il grande passo in avanti perché devi capire che modifiche fare e dare un feedback utile al team.”

Nel primo round di Imola hai subito colto la zona punti. Ti aspettavi questo inizio di stagione?
“Non mi aspettavo di fare punti al debutto perché non conoscevo la pista e avevamo solo due sessioni di prove prima della giornata di sabato. Abbiamo avuto una partenza complicata, ma è andato tutto bene. Il circuito mi è piaciuto e nella prima gara sono riuscito a terminare settimo, mentre nella seconda sono stato più sfortunato con l’incidente. Alla fine l’esordio è andato bene.”

Cos’è poi successo nei successivi appuntamenti, dove non hai avuto il passo per competere in Top 10?
“Anche a Barcellona è stato un weekend complicato perché le condizioni della pista erano molto differenti rispetto a quelle trovate nei test…”

… Erano cambiate così tanto?
“Sì, è cambiata l’aderenza. Nella prima sessione avevamo la pista bagnata e non c’è stato modo di ottimizzare il set-up, poi è cambiato tutto al pomeriggio. Infine, nella qualifica di domenica ha influito notevolmente la bandiera rossa sul rendimento successivo in gara. In Ungheria ho saltato i test, mi mancava ritmo e non so spiegarmi il motivo. Dopo Spa-Francorchamps eravamo leggermente più veloci e il passo in avanti è arrivato al Mugello.”

E la storia è cambiata con Le Castellet, con la prima pole position e la prima vittoria. In cosa sei migliorato durante la prima parte dell’anno per arrivare a questi risultati?
“Penso che la mia guida sia stata la medesima in Spa-Francorchamps, Mugello e Le Castellet, ma sono migliorato nel set-up della macchina che era perfetto in tutto il weekend. Questo è stato un punto cruciale anche in Austria, dove abbiamo iniziato da metà classifica e abbiamo lavorato fino a raggiungere la pole position.”

Dopo, infatti, c’è stata l’Austria. Ti aspettavi di vincere ancora?
“No, non me l’aspettavo! Abbiamo sempre cominciato il weekend a metà classifica, abbiamo fatto diversi cambiamenti e le qualifiche sono state fantastiche, soprattutto il giro effettuato alla domenica.”

Non è facile partire dalla pole position quanto sei alla stagione di debutto, con altri 33 piloti sulla griglia di partenza. Come hai gestito la pressione al via?
“A Spielberg ero tranquillo perché avevo già avuto l’occasione di partire davanti a tutti a Le Castellet. Ho gestito bene tutto, anche gli pneumatici, e ho avuto una delle mie migliori partenze.”

Com’è lavorare con G4 Racing?
“È bello lavorare con loro, rispetto all’inizio dell’anno ci sono stati grossi cambiamenti nella vettura e questo ci ha aiutato a partire dal Mugello. L’atmosfera è davvero ottima, con tutti i meccanici, e stiamo lavorando bene.”

Uno dei momenti più duri in questa stagione è stato a Spa-Francorchamps con lo sfortunato incidente di Dilano van’ t Hoff. Cos’hai provato dopo aver saputo la notizia?
“È stato proprio un brutto giorno. Quel sabato ero deluso per non aver ottenuto punti, ma non sapevo nulla di quanto accaduto. Ho appreso la notizia dopo due ore e mi sono detto: ‘È impossibile, com’è potuto accadere?’. Non ho avuto modo di metabolizzare il tutto perché il weekend successivo eravamo al Mugello.”

Tornando a parlare del tuo campionato, attualmente sei sesto in campionato e secondo tra i rookie, ma hai un notevole distacco da chi ti precede. Quali sono i tuoi obiettivi per gli ultimi tre round?
“Il mio obiettivo cambia da weekend a weekend, non penso alla posizione in campionato. Non è che se non vinco, di conseguenza, non sono felice. Al venerdì analizziamo la situazione e ipotizziamo i risultati che possiamo raggiungere.”