9 Lug 2008 [15:19]
IL TEMA - Perché in F.1
manca il buon senso
Perché il mondo della F.1 quando piove compie scelte incomprensibili? E anziché seguire una logica determinata dalla situazione del momento vuole per forza interpretare quel che accadrà nel futuro immediato? La colpa è... dei gommisti. Se si limitassero a costruire un solo tipo di pneumatico da bagnato sarebbe tutto molto più semplice. Invece si sono inventati le intermedie, le estreme e via dicendo. Con un tipo di gomma da asciutto e uno da pioggia, alle prime gocce si monterebbero le rain e via, pochi problemi. Tanti anni fa era così. Si cercava di scorgere il movimento del vento per intuire da che parte si potevano spostare le nuvole e i piloti, con la loro sensibilità, intuivano quando l'asfalto necessitava delle gomme slick o delle rain e rientravano ai box. I team manager andavano a istinto. Come del resto accade oggi in tutte le formule che non si chiamano F.1.
Oggi no, il pilota di F.1 quasi non conta più. Un campione del mondo come Raikkonen percorre nove giri, dicasi nove, in condizioni impossibili rischiando di sbattere, di insabbiarsi. Perdendo 4" al giro e non pensando minimamente di fare la voce grossa e di fermarsi per modificare la strategia. E nessuno della Ferrari ha ritenuto di richiamarlo. L'intelligenza e la logica vengono schiacciate da previsioni meteo errate, dai computer, da una valanga di personaggi inutili presenti ai box che dicono ai piloti come agire. Autosprint, giustamente, le ha definite: masturbazioni mentali di quattro ingegneri che al di là dello schermo di un computer non sanno andare. E' proprio così. Non c'è più spazio per la fantasia e la logica. A Silverstone non è stata questione di tirare in alto una moneta, di testa o croce. Di passare da fenomeno a pirla per una decisione azzardata. Questa volta pioveva proprio e serviva soltanto un po' di buon senso.
Una persona intelligente come Marc Gené, che commenta in diretta i GP di F.1 per Sky, era allibito. Abbiamo riascoltato la cronaca e dopo il pit-stop di Raikkonen al 21° giro, il primo, Gené ha commentato: "La Ferrari pensa che possa smettere di piovere e non ha cambiato gli pneumatici, ma se non accadrà sarà un disastro per Raikkonen perchè queste gomme fra poco diverranno slick e Kimi non potrà guidare". Dopo un paio di minuti, la pioggia è tornata forte. Gené, che è tester della Ferrari, non poteva credere alla scelta effettuata dal suo team. Il cielo sopra Silverstone era copertissimo, scuro. Cosa poteva far pensare agli strateghi di Maranello, ma anche della McLaren, della Renault, della BMW, che l'asfalto si sarebbe asciugato? Solo un pazzo poteva immaginare una cosa del genere. Bastava alzare lo sguardo.
Poco più in là, in corsia box, Ross Brawn della Honda, ha operato alla sua maniera. Con calma, senza voler stupire, seguendo la propria razionalità. E non si dica che la Honda non aveva nulla da perdere. Brawn si sarebbe comportato alla stessa maniera anche se indossava la casacca rossa della Ferrari. Perché è una persona logica. Nick Fry, team manager Honda, ha dichiarato: "Era solo questione di buon senso e di fidarsi delle indicazioni dei piloti per montare le gomme extreme. Il sistema di Meteo France? Lo abbiamo eliminato per risparmiare soldi e complicazioni". Semplice no? Il buon senso. Che parola strana in F.1. Cos'è, una nuova marca di computer?
Massimo Costa
Immagine Ideaplan