15 Dic 2003 [14:33]
INTERVISTA A GIANMARIA BRUNI
«Sono un ragazzo fortunato»
- Benvenuto in F.1 Gianmaria Bruni.
«Grazie!»
- Come ci si sente a far parte dei magnifici venti?
«Fortunato. E' stato un lungo inseguimento, ci sono stati degli alti e dei bassi, ma negli ultimi mesi mi sentivo a pochi passi dal vedere concretizzato il sogno. Ma finché non c'era la firma finale soffrivo. Venerdì sera, al termine dei test di Vallelunga, ho ricevuto la telefonata della vita. Era Paul Stoddart, il quale mi informava che sarei stato il suo pilota per il 2004. E' stato un giorno incredibile perché avevo la febbre a 39! Nonostante ciò, imbottito di antibiotici, ho percorso a Vallelunga 135 giri andando bene e lavorando su alcuni particolari per la vettura del 2004. Poi, appunto, la chiamata di Stoddart, il ritorno a casa col sorriso stampato sul volto, la felicità dei miei genitori. Ed io che sono crollato stremato a letto. Troppe emozioni».
- La durata del contratto?
«Un anno».
- Quando risalirai sulla Minardi?
«Nella prima metà di gennaio, in Spagna. Non a Barcellona perché fino al 18 del prossimo mese stanno facendo dei lavori, quindi presumo che girerò o a Valencia o a Jerez».
- Quando vedremo la Minardi 2004?
«Sicuramente dalla prima gara europea. Le tappe iniziali del campionato le affronteremo con la monoposto del 2003».
- Il tuo compagno di squadra chi sarà?
«Dovrebbero comunicarlo entro la fine di questa settimana, ma non è sicuro. Personalmente preferirei un compagno esperto, come Jos Verstappen, a un altro debuttante come me».
- Ci sarà una terza Minardi per le prove libere del venerdì?
«Certamente, in lizza ci sono numerosi piloti».
- Come hai festeggiato l'avvenuta ufficializzazione del tuo passaggio da tester a pilota ufficiale?
«Festeggerò domani sera perché nel weekend ero a letto con un febbrone da cavallo. Proprio ora sono stato dallo studio del mio dottore e sto meglio. Dicevo, domani sera grande cena con i miei amici e le persone più fidate. Capo branco sarà mio padre».
- E Francesco De Gregori, il cantante che da sempre è gestito managerialmente da tuo padre, che dice?
«Era felicissimo, è stato tra i primi a chiamarmi. Lo inviterò alle gare italiane, non voglio che giri troppo per il mondo... Finora è venuto a vedermi correre soltanto agli inizi, quando ero in F.Renault, e quindi bisogna che recuperi il tempo perduto».