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21 Apr [12:58]

Il Mondiale 2020 dei giovani
Leclerc e Verstappen,
è loro il futuro della F1

Massimo Costa - XPB Images

Cerchiamo di essere ottimisti, di immaginare che il campionato F1 2020 partirà, come si sussurra, dall'Austria il 5 luglio per poi disputare un secondo Gran Premio sempre sul tracciato di Spielberg la settimana successiva. Concentriamoci allora su quello che il piatto del Mondiale potrebbe offrire e che in queste settimane di Coronavirus abbiamo scordato. Qual era l'aspetto principale che emergeva prima che il maledetto Covid-19 irrompesse nelle nostre vite?

Il campionato 2020 potrebbe essere quello più spettacolare mai visto negli ultimi anni. Siamo infatti difronte a un lento, ma significativo cambio generazionale che nel Mondiale si è visto raramente. La quantità di piloti giovani dotati di gran talento è numerosa come non mai e allo stesso tempo resistono coloro che hanno già fatto la storia della F1, ovvero Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, ma anche, seppur fuori gioco dalle posizioni che contano per via del team che non lo si può considerare al top, Kimi Raikkonen, una icona per gli appassionati di tutto il mondo. A loro, si affiancano due piloti che si trovano nella terra di mezzo, Valtteri Bottas e Daniel Ricciardo.

Ma è sui giovani che vogliamo concentrarci ed "aprire" da oggi una piccola serie di articoli nei quali cerchiamo di raccontarvi chi sono e quali sono le aspettative dei futuri protagonisti della F1.

Il 2019 ha proposto con forza Charles Leclerc e Max Verstappen, i più seri protagonisti della rivoluzione in atto. Se, per quanto riguarda l’olandese della Red Bull, il sacro fuoco del talento è definitivamente esploso nel corso del 2018 dopo un affrettato avvio di carriera in F1 contrassegnato da numerosi errori, Leclerc alla prima possibilità di guidare una monoposto in grado di combattere per le singole vittorie e pole position, grazie a un percorso di crescita intelligente ha subito potuto fare la differenza. Verstappen e Leclerc, sono loro gli anti Hamilton-Vettel, non c’è dubbio.

Il 22enne della Red Bull ha sempre avuto tutta la squadra a sua disposizione, fin dagli anni trascorsi in Toro Rosso. Carta bianca su tutto. Dal Karting alla F3 europea, poi subito F1 nel 2015 con un solo anno di esperienza in monoposto. Verstappen si è fatto le ossa nel Mondiale, ancora da minorenne, cosa mai vista prima. Ma l’ha pagata cara perché gli errori sono stati tanti e il rischio di non capire come migliorarsi, come crescere, è stato evidente anche a causa della sua accentuata arroganza.

Ma Max è riuscito a trovare il punto di svolta, Montecarlo 2018, e le cose sono cambiate in maniera enorme. Divenuto più riflessivo, più stratega, Verstappen è divenuto sempre più una vera macchina da guerra. A soli 22 anni ha già disputato 102 Gran Premi cogliendo otto vittorie e due pole. La crescita del binomio Red Bull-Honda, al quale ha dato fiducia allungando il contratto fino al 2023 con la squadra di Dieter Mateschitz, potrebbe rappresentare il secondo punto di svolta per Verstappen, quello che lo porterebbe a lottare per il titolo mondiale.

L’olandese ha già dimostrato di non avere per nulla timore di Vettel, col quale ha avuto scontri verbali e al volante, mentre con Hamilton ancora non ci sono state molte occasioni per un vero confronto diretto. Se non in alcune sporadiche situazioni. Lo scorso inverno, Verstappen in un evento Red Bull ha lanciato il guanto di sfida al sei volte campione del mondo: “È chiaro che in Formula 1 molto dipende dalle vetture che un pilota ha a disposizione. Hamilton è molto forte, uno dei migliori, però non è Dio e io posso batterlo. Forse Dio è con lui, ma lui non è Dio”.

Messaggio chiaro come non mai. Verstappen pensa a Hamilton, non sembra curarsi della Ferrari. Non di Vettel, non di Leclerc. Entrambi li ha battuti e con il suo pari età monegasco c’è stato un bellissimo duello a Spielberg lo scorso anno con relative polemiche per un sorpasso al limite compiuto da Max negli ultimi giri. Un sorpasso che è valso la vittoria. Leclerc se l’è segnata ed ha capito in fretta quale “mode” adottare con il rivale della Red Bull.

Verstappen farà bene a guardarsi da Vettel e Leclerc, e non pensare solamente ad Hamilton, suo chiodo fisso. Sarà anche interessante vedere se l’olandese, in un eventuale ruolo non più di terzo incomodo, di inseguitore, di colui che poteva vincere un Gran Premio ogni tanto per via di una vettura non sempre performante, ma nei panni di colui che potrà giocarsi il titolo iridato, saprà mantenere sempre la dovuta calma e freddezza.



E veniamo a Leclerc, 42 Gran Premi disputati, due vittorie, sette pole, prima di pensare a Verstappen e alla Mercedes, dovrà risolvere in fretta il confronto in casa con Vettel. Il quale, a 32 anni, non ha affatto l'intenzione di recitare la parte del “vecchietto” che aiuta il più giovane compagno di squadra. A dire la verità, il rischio che questo copione accada è alto e tutto dipenderà da quel che accadrà nelle prime gare stagionali. Che per il team Ferrari saranno certamente molto tese.

Prima di tutto perché sarà fondamentale capire se la nuova monoposto di Maranello sarà in grado di sfidare a viso aperto Mercedes e Red Bull, poi perché nel box si vivranno grandi tensioni da parte dei due piloti a caccia del ruolo di capitano. Cosa che non accadrà in Red Bull tra Verstappen ed Alexander Albon e in Mercedes tra Hamilton e Bottas (benché il finlandese, come lo scorso anno, intende riprovarci nuovamente a sorprendere nelle prime corse il suo vicino di garage). Leclerc non ha nulla di meno di Verstappen, anzi, forse ha una qualità in più: quella di saper interpretare al meglio il giro secco della qualifica.

Nel corpo a corpo, sembrava non aver evidenziato la cattiveria, la furbizia, la spavalderia, di Verstappen, ma dopo la lezione austriaca, ha alzato il livello di guardia e a Silverstone, nuovamente con l'olandese, o a Monza con Hamilton ha giocato duro. Dicevamo a inizio articolo, che Leclerc ha compiuto i passi giusti nel corso della sua carriera. Ogni anno ha cambiato categoria. Subito brillante nel debutto in F.Renault ALPS, nella F3 europea da rookie si è piazzato quarto, poi il salto in GP3 dove ha dominato come l'anno seguente in F2. Una crescita impressionante che lo ha portato in F1 con l'Alfa Romeo dove ha fatto la differenza rispetto al compagno, più esperto, Marcus Ericsson. 

Sul filotto di vittorie e pole conquistate nel periodo estivo del 2019 da Leclerc con grande brillantezza è, però, scesa una ombra pesante riguardante la presunta irregolarità della Ferrari. Le parole del presidente FIA Jean Todt rilasciate di recente in una video conferenza, non hanno fatto che avvalorare questa tesi, benché nulla sia stato provato. Ma Leclerc non se ne curi, quelle gare le ha colte con merito, lottando, adottando una strategia intelligente.