31 Mar 2008 [17:58]
Il Tema del Lunedì
Il mondiale di F.1 è dei giovani
Italiaracing lo chiama, da ormai 12 mesi, con una sigla semplice ed efficace: K-K-H. Il fattore KKH si sta abbattendo sul mondiale di F.1 senza discrezione, ma con enorme fragore. Sono le iniziali di tre nomi: Kubica, Kovalainen, Hamilton. Loro stanno regalando al campionato qualcosa di nuovo, di inedito. Lo scorso anno, soltanto Kovalainen aveva steccato nelle prime gare, ma poi con una Renault recalcitrante si è fatto valere per il resto della stagione fino a raggiungere il 2° posto al Fuji sotto la pioggia, unico podio del team di Briatore in tutto il 2007. Hamilton e Kubica non hanno bisogno di presentazioni. Ora il fattore KKH si sta imponendo con forza e tra i "vecchi" soltanto Raikkonen e Alonso sembrano resistergli.
Al termine della qualifica del GP di Australia le prime tre posizioni erano occupate da tre piloti che hanno pochissima esperienza in F.1. E si trattava proprio di loro, i... KKH. Nell'ordine di Melbourne: Hamilton, che in Oceania aveva solo 17 GP alle spalle; Kubica 22 GP disputati; Kovalainen, 17 GP. Un record, il segnale forte e chiaro che la F.1 sta cambiando, si sta ringiovanendo. Ma non con debuttanti insignificanti, bensì con dei talenti veri, che lasciano il segno, capaci di salire sul podio dopo pochissime corse, e che ci riportano ai fantastici anni Ottanta, quando in pista trovavamo nella stessa corsa gente come Piquet, Prost, Senna, Mansell, Rosberg, Lauda.
Kubica, Kovalainen, Hamilton, ma attenzione. Non è finita qui. A seguire c'è Sebastian Vettel, a punti al debutto in F.1 con la BMW nel GP di Indianapolis 2007 quando prese il posto dell'infortunato Kubica, che con la Toro Rosso-Ferrari incanta. Il tedesco ha fatto 10 partenze in F.1, ma è già nel mirino dei top team. Poi c'è Kazuki Nakajima della Williams-Toyota. E' sottovalutato perché dalla sua terra sono arrivate solo delusioni, ma lui è diverso. GP effettuati? Tre. Al secondo ha già preso punti.
Occhio anche a Timo Glock. D'accordo, tra Melbourne e Sepang è finito fuori pista, ma nelle due qualifiche è entrato tra i top ten con la Toyota. Non pare essere un risultato da poco... Poi c'è Nelson Piquet, due GP disputati. Le sue prime prove non hanno troppo convinto, ma il talento c'è ed emergerà prima o poi. A questi va aggiunto Nico Rosberg, che è il più esperto tra tutti quelli sopra citati, essendo questa la sua terza stagione in F.1, ma ha una gran classe.
La differenza tra oggi e ieri è che questi ragazzi sanno andare forte fin da subito. Facilitati dagli aiuti elettronici? Ora che non ci sono più, ad avere difficoltà sono soltanto quei vecchietti (a parte Raikkonen) che tanto urlavano al mondo: adesso gliela facciamo vedere noi a questi piloti cresciuti con la playstation... Il talento non si inventa. E grazie a categorie sempre più importanti e formative come la F.Renault 2.0, la F.3 Euro Series, la World Series Renault e la GP2, quando uno dei piloti in questione arriva in F.1 è già pronto per vincere. Da subito.
Massimo Costa
Immagine Ideaplan