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24 Mag [15:21]

Il primo ko tecnico pesa,
ma questa Ferrari può rimediare

Jacopo Rubino - XPB Images

Al giro 27 del Gran Premio di Spagna per la Ferrari è cambiato tutto: il ritiro di Charles Leclerc, dovuto alla rottura di turbo e MGU-H come confermato ufficialmente dopo i controlli a Maranello, ha tolto alla Rossa e al pilota monegasco il ruolo di leader. Da adesso bisogna indossare i panni degli inseguitori, per rispondere a una Red Bull che, facendo doppietta, si è portata a +26 in classifica ribaltando la situazione. La variabile affidabilità è stata una ruota, fino a qui: la rivale RB18 ha accusato tre ko tecnici nei primi tre round (due in Bahrain, uno in Australia con Max Verstappen), perdendo punti preziosi mentre la F1-75 volava. Ma poi la squadra anglo-austriaca ha invertito la rotta, riuscendo ad accorciare le distanze con i successi di Imola e Miami, ottenuti di superiorità, seguiti da quello di Barcellona, propiziato però dal guasto capitato a Leclerc.

Sulla Ferrari che deve mettersi a rincorrere, ora, pende un'incognita: turbo e MGU-H "fallati" non saranno recuperabili, portando a una penalità in griglia pressoché certa quando più avanti sarà necessario montare nuove componenti sulla macchina numero 16. Per Montecarlo, dove si corre già nel prossimo weekend, bisognerà decidere se passare subito al terzo esemplare, limite fissato dalle regole, o ripescare il primo già utilizzato.

"Avendo analizzato dettagliatamente il cedimento e la sua origine, siamo soddisfatti che non sia stato causato da un difetto di progettazione o di affidabilità legato ai due componenti o a qualsiasi altro elemento della power unit", ha voluto sottolineare la Scuderia. Non c'erano state avvisaglie di rotture, fino al momento chiave, e forse è stato un episodio figlio di circostanze che non si ripeteranno, magari a livello di installazione. Ma in Catalogna, con temperature molto elevate, hanno avuto problemi anche le Alfa Romeo spinte dalla stessa power unit: Valtteri Bottas si è fermato nella FP2 del venerdì, Guanyu Zhou in gara, per surriscaldamento. Forse abbastanza perché suoni un campanello d'allarme, ma va detto che la C42, pur ottima, ha palesato fragilità sin dai test pre-campionato.



La Ferrari versione 2022 fin qui era stata invece piuttosto solida. Lo stop è stato "doloroso", per il morale e per il Mondiale, perché accaduto in una gara che Leclerc stava domimando. E da qui però emergono i motivi per guardare il bicchiere mezzo pieno, ora che tocca andare a riprendere la Red Bull: hanno funzionato bene gli aggiornamenti introdotti, la F1-75 si è rivelata velocissima su un tracciato in passato "bestia nera", come lo ha definito il team principal Mattia Binotto, e storico banco di prova per la bontà aerodinamica di tutte le monoposto di F1. Ci sono stati progressi nella gestione gomme. Il terzo settore guidato, inoltre, è quello dove la Rossa più faceva la differenza, e anticipa spesso i rapporti di forza nel toboga di Monaco. Dove, per caratteristiche, la Ferrari potrebbe partire in vantaggio.

Oltre a un Leclerc in forma smagliante, però, da adesso serve un Carlos Sainz quantomeno all'altezza: lo spagnolo non può più permettersi altri errori, che costano fiducia e punti, anche fra i Costruttori. Specialmente quando il compagno non è in condizione di capitalizzare, come domenica: con il senno di poi, Sainz avrebbe avuto una grossa chance di centrare il suo primo successo iridato.