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29 Dic [10:48]

Intervista a Davide De Gobbi:
"Il nome Regional sarà un beneficio"

Jacopo Rubino

È cambiato il nome, non la sostanza: la F3 Asia per il 2022 si è trasformata in Formula Regional Asian Championship, seguendo i piani della FIA per uniformare l’identità delle categorie propedeutiche. Al di là di un logo diverso, la serie continuerà a poggiare sulle solida fondamenta costruite nelle quattro edizioni precedenti dalla società organizzatrice, la Top Speed del manager italiano Davide De Gobbi, con cui abbiamo fatto il punto della situazione. Il primo round della nuova edizione è in programma il 20-22 gennaio, con un totale di cinque weekend consecutivi fra Abu Dhabi e Dubai, seguendo lo schema che si è già rivelato molto efficace nel 2021. Infatti, è attesa un’altra griglia dai numeri record.

Davide, da adesso dobbiamo parlare di Formula Regional Asian Championship. Perché questo cambiamento?
"Ci siamo adeguati alle direttive FIA. Era un passaggio previsto, potremmo definirlo fisiologico, seppur i tempi siano stati anticipati di un anno. Ma non è un problema, anzi: il nome Formula Regional ha acquisito valore grazie al successo del campionato europeo, ora è riconosciuto, e noi possiamo trarre beneficio da questa associazione. Inoltre agli occhi del pubblico diventa più chiaro il nostro posizionamento nella piramide che conduce alla Formula 1".

La sostanza però è la stessa: quella di un campionato in ottima salute, che si rafforza.
"Stiamo raccogliendo i frutti delle scelte compiute in risposta a varie circostanze. Modificate le regole FIA sui punti Superlicenza, avevamo capito che il maggior interesse da piloti e squadre lo avremmo ottenuto in inverno; poi, a causa della pandemia, ci siamo trasferiti negli Emirati Arabi adottando un calendario compatto. Oggi la nostra chiave vincente è permettere di disputare 15 gare, coprendo 3500 chilometri totali, con budget contenuto e in appena cinque settimane. In più nell'ultima edizione ci ha fatto buona pubblicità la presenza di piloti provenienti dalla Formula 2 che hanno tratto vantaggio dall'esperienza. E lo stesso è accaduto con i ragazzi poi impegnati nella Regional europea e nella F3 internazionale".



Applicato per necessità, questo format in definitiva funziona: non hai la tentazione di lasciare tutto così?
"Per il futuro cercheremo di mantenere lo stesso concetto di base, perché abbiamo capito che è valido, ma vorrei anche riavere delle trasferte nel Sud Est Asiatico quando la situazione tornerà alla normalità. Ovviamente faremo tesoro di quanto appreso e ascolteremo le esigenze dei nostri clienti, per capire come muoverci al meglio".

C'è un aspetto da sottolineare: a metà 2018, la F3 Asia è stata la prima serie con vetture Formula Regional, adottando il telaio Tatuus T-318 e credendo nell'idea della FIA. Se la categoria ha spiccato il volo, anche voi avete dei meriti.
"Siamo stati i primi a puntare su questo progetto, nonostante fra gli addetti ai lavori ci fossero molti scettici, e lo abbiamo fatto addirittura con un anno di anticipo, perché l'idea iniziale era di lanciare la categoria nel 2019. Tatuus è stata attore principale, insieme ad Autotecnica ha investito tantissimo, e con loro siamo entrati in un terreno completamente nuovo, da pionieri. Dico anche grazie alla FIA per aver creduto in noi, pur essendo geograficamente lontani. Siamo stati ripagati degli sforzi profusi, e possiamo dire che la Federazione ci ha visto lungo: serviva una monoposto di questo tipo e con queste prestazioni, con i migliori standard di sicurezza e con costi ragionevoli. Non è un caso che Tatuus, anche con motorizzazioni differenti, abbia superato i 100 telai Regional prodotti".

Due piloti arrivati Formula 1, Nikita Mazepin e il campione 2020 Guanyu Zhou, sono transitati da qui. Un motivo di vanto.
"Aggiungo Pietro Fittipaldi, riserva Haas che nel 2020 ha disputato due Gran Premi. È il risultato di elementi favorevoli combinati, tra cui proprio il format che offre la possibilità di guadagnare punti extra per la Superlicenza, allenandosi in vista dei campionati in Europa. In particolare, la promozione in F1 di Zhou significa moltissimo considerando che la nostra società ha sede in Cina, e cinesi sono i nostri partner principali. Zhou ha vinto il titolo 2021 e poi si è presentato benissimo al via della stagione di Formula 2, lottando al vertice. Ne siamo orgogliosi, per noi è un perfetto biglietto da visita con cui mostrare i nostri punti di forza, a cominciare dal ritorno degli investimenti per chi viene a correre”.



Più in generale, state dando una grande mano allo sviluppo delle corse automobilistiche in Asia.
"L'Asia nel mondo del motorsport è sempre stata vista come qualcosa di distante, dove si andava magari per spendere meno, ma con gare di livello inferiore. Non è più così. La qualità dei piloti che vengono da noi è alta, ci sono squadre europee che chiedono supporto tecnico e logistico a quelle locali, che così maturano know-how e competenze. Il nostro campionato è un ottimo collegamento fra i due continenti".