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18 Ago [0:52]

Intervista a Fabio Onidi

Fabio Onidi è impegnato nel secondo anno in Euroseries 3000. Dopo essere cresciuto agonisticamente all’estero si è ben adattato ad un panorama internazione lo scorso anno laureandosi vice campione per pochi punti. Quest’anno ci riprova col FMSI

- Ripercorriamo brevemente la tua carriera in quelli che sono stati i punti salienti che ti hanno portato ad essere uno dei più competitivi piloti italiani sulla scena internazionale.

"Reputo sia stata una scelta importante andare subito a correre all’estero. Per me è stato molto formativo fare due anni di Formula BMW tedesca, quelli più importanti dai 16 ai 18, lontano dalla nostra nazione in quanto l’ambiente e l’organizzazione erano veramente belli. L’anno in Inghilterra col Formula Renault 2000 è stato un altro passo in avanti vista quella che è la considerazione del motorsport dagli inglesi. Ho fatto poi l’Eurocup e il NEC sempre della Renault in cui sono cresciuto tanto".

- Poi il campionato Euroseries 3000 del 2009 dove hai concluso al secondo posto.

"Il Formula 3000 mi ha insegnato veramente tanto, soprattutto nella gestione della macchina che è molto impegnativa. Non ho ancora completato la mia crescita, ma ho fatto un grande progresso in questi anni. La scorsa stagione dovevo maturare esperienza, ma subito abbiamo visto che ero molto competitivo e abbiamo deciso di alzare il nostro standard cercando di vincere il campionato. Ci sono stati vari problemi che mi hanno impedito di vincere il titolo, sia dal punto di vista fisico con un mio dolore alla spalla sia dal punto di vista tecnico, per via di qualche problema alla macchina e strane penalità arrivate nel finale di anno, dopo che per oltre metà stagione ero stato leader di campionato. A Magione, nell’ultimo appuntamento, ho concluso a soli due punti dal campione Nicolas Prost. Sono comunque contento perché col team GP Racing si è lavorato bene e per me è stata una buona esperienza".

- Come va con la spalla adesso?

"Tutto risolto già sul finire della scorsa stagione, peccato solo aver patito i postumi di questo infortunio in un paio di gare che mi avrebbero permesso di giocare ad armi pari con gli altri".

- Hai potuto guidare sia la Lola B02/50 sia la nuova B05/52. Puoi fare un confronto tra le due monoposto?

"La vecchia vettura mi piaceva, era una macchina molto formativa e completa, c’era sempre l’opportunità di intervenire su qualche parametro per migliorarla e adattarla al meglio alle necessità del pilota. La B05/52 invece è una monoposto decisamente più potente e più impegnativa. Sono entrambe delle ottime macchine Lola, forse un po’ datate rispetto alla World Series Renault o della GP2, ma considerando il rapporto qualità-prezzo-prestazione sono veramente delle ottime monoposto".

- Lo scorso anno hai esordito in A1 GP con il team Italy a Zandvoort. Come è andata?

"Dopo i test di Donington e Snetterton ho potuto guidare questa vettura nella gara inaugurale della scorsa stagione. È una macchina bellissima con un’aerodinamica perfetta e un motore potentissimo. Non ero mai stato in un evento così ben organizzato in cui anche il pilota è valorizzato e viene messo al centro dell’attenzione. Sono dispiaciuto di aver fatto solo quella corsa perché penso che se ci fosse stata l’opportunità di lavorare bene col team avremmo potuto ottenere buoni risultati. Non ho potuto sfruttare al massimo le mie potenzialità né quelle della Ferrari perché in quel fine settimana non c’erano molti pezzi di ricambio e siamo stati afflitti da una persistente pioggia".

- Indirettamente puoi fornirci un altro confronto tra la Lola attuale e la Ferrari?

"La Ferrari è figlia di un concetto totalmente differente ed è migliore nell’aerodinamica, nel telaio, nella facilità di guida e nell’erogazione della potenza. Non ho sviluppato molto la nuova vettura per via della mancanza di ricambi, ma mi è molto piaciuta. È più potente, ma più facile da portare in pista. La B05/52 invece sto cercando di impararla al meglio, non abbiamo fatto test precampionato e quindi ad ogni gara cerco di cucirmela addosso".

- Come è andato l’inizio della stagione?

"Abbiamo iniziato bene, sono terzo in classifica con solo tre punti di distacco dal leader. A Portimao ho avuto una collisione con il mio compagno di squadra che mi ha dato un po’ fastidio perché mi sono dovuto ritirare e credo che tra compagni di squadra queste cose non debbano succedere... Ho poi vinto gara 2 in Portogallo tenendo un buon ritmo. A Magny-Cours, per il secondo appuntamento, ho avuto qualche problema in gara 1 relativo all’assetto, seppur nella seconda il team ha lavorato davvero bene conquistando la doppietta con me e Ben Hanley. Per ora abbiamo trovato una buona messa a punto e speriamo di continuare così la stagione".

- Come mai la decisione di ripetere per il secondo anno consecutivo questo campionato?

"Il budget era limitato quando ho dovuto scegliere. La GP2 aveva un costo spropositato, mentre investire nella World Series avrebbe a mio avviso richiesto la perdita di due anni. La Dallara è una macchina difficile e il livello è alto, quindi oltre a dover trovare i finanziamenti per due stagioni avrei rischiato di perdere degli anni preziosi visto che già adesso sono ventunenne e devo cercare di accorciare i tempi. Ho accettato la sfida dell’Euroseries 3000 visto anche l’ingresso della nuovo monoposto per poter sempre verificare i miei limiti".

- Come trovi il livello della serie rispetto al 2008?

"Secondo me è molto interessante. Non sono tanti i piloti iscritti ma i primi sono molto competitivi e siamo tutti ravvicinati. Questa mia considerazione è comprovata dal fatto che nelle prime gare quattro piloti si sono alternati al successo. Sarebbe bello magari avere qualche partente in più".

- Quali sono gli obiettivi a lungo termine nella carriera di Fabio Onidi?

"Spero di finire positivamente la stagione 2009 e magari reperire il budget necessario per arrivare in GP2 il prossimo anno. So che sarà dura e la guerra è apertissima, ma voglio provarci. Arrivare in Formula 1 resta ancora un sogno, devo impegnarmi a fondo per raggiungere gli obiettivi prefissati".

Antonio Caruccio