6 Ott 2005 [13:50]
Intervista a Matteo Meneghello:
«Che peccato quella squalifica a Monaco»
Matteo Meneghello è uno dei rappresentanti italiani della World Series Renault V6 3.5. Il ragazzo di Abano Terme, classe 1981, corre per la Eurointernational e dopo un difficile inizio di stagione, condizionato dalla squalifica subìta dopo un incidente nelle prove libere di Monte Carlo, negli ultimi due appuntamenti ha iniziato a scalare le classifiche. Domenica scorsa, ad Estoril, senza un errore negli ultimi giri, poteva concludere la main race tranquillamente in zona punti.
«Il periodo della squalifica non è stato facile. Praticamente ho perso mezzo campionato non potendo correre a Monaco, Valencia e Le Mans. Per me, che non conoscevo ancora bene la monoposto, è stato difficile, al rientro, trovare subito un passo giusto. Dopo Bilbao e Oschersleben, a Donington ho iniziato a migliorarmi costantemente, guidando meglio e trovando la giusta strada nella messa a punto».
- A Monte Carlo sembrava che i commissari di pista volessero aggredirti...
«Mi è rimasto l'amaro in bocca per quanto accaduto nelle prove libere. Si è verificata una incredibile concatenazione di cause che ha portato a pensare che io fossi un irresponsabile. Ma non è stato così e dalle immagini traspare una realtà che non è quella che ho vissuto. Nel senso che non è vero che volessi infilarmi tra le macchine ferme rischiando di colpire il commissario che era a terra dopo essere stato investito da Pastor Maldonado. Io stavo tentando di fermarmi perché, essendo appena uscito dai box, avevo gomme e freni freddi. Quando ho capito quello che si era verificato in quella curva, ho rallentato e per non colpire le altre vetture ho zigzagato a una velocità ridicola. Ero praticamente fermo. Stavo solo prendendo le misure per non rovinare la mia monoposto e per non investire nessuno. Ma i commissari hanno pensato chissà che e si sono arrabbiati. Sono molto dispiaciuto per come sono state interpretate le cose»
- La stagione è in netto miglioramento.
«Questo sarebbe stato il mio primo anno completo in un campionato. Ero carico, felice, poi è arrivata la mazzata della squalifica e mi sono ritrovato di nuovo a saltare delle gare. In precedenza era accaduto che non avevo fatto anni pieni nella F.Renault italiana, nella F.Renault inglese e nella F.Renault V6».
- Lo scorso anno hai comunque provato di tutto. Tatuus V6, la Lola B02/50 della F.3000 internazionale e la Lola B99/50 della Euro 3000 Series. Che differenze hai trovato con l'attuale Dallara-Renault della World Series?
«E' molto bello e appagante guidare questa Dallara e direi che è una delle migliori che ho mai avuto tra le mani. L'effetto suolo la rende rapidissima. Lo scorso anno ho pilotato tre differenti monoposto e non è sempre stato facile adattarsi. Ricordo con piacere la gara nella Euro 3000 Series quando a Zolder, dopo essere partito ultimo per avere rotto il motore in qualifica, ho rimontato fino al settimo posto finale».
- Sei stato l'unico italiano a correre nella F.Renault inglese. Come valuti quell'esperienza?
«Era il 2003 e per me è stata una esperienza molto formativa. Correvo per il Motaworld e vivevo ogni momento con i ragazzi del team. Seguivo il loro lavoro nella sede della squadra, studiavo l'inglese e mi sono abituato a stare lontano da casa per tanto tempo. E' stata una stagione interessante. Sono arrivato là a campionato iniziato, ma sono sempre stato tra i primi facendo anche un bel quinto posto a Donington».