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23 Ago [17:57]

Intervista a Mirko Bortolotti
“LMDh una grande opportunità,
ma voglio ancora correre in GT3”

Mattia Tremolada

È stato uno dei primi piloti scelti da Lamborghini per guidare il nuovo ciclo di Squadra Corse nel 2015, quando la casa di Sant’Agata si è affacciata nel mondo del motorsport con il programma Huracan GT3. Dal debutto nell’allora Blancpain Endurance Series Mirko Bortolotti si è affermato come il pilota simbolo del progetto, oltre che uno dei migliori interpreti della categoria GT3 a livello globale. Nel 2017 ha messo le mani sul titolo assoluto del Blancpain GT Series e su quello Endurance, conquistando due volte di fila la 24 ore di Daytona in classe GTD nel 2018 e 2019, anno in cui è arrivata anche l’affermazione alla 12 ore di Sebring.

Nel 2022 Bortolotti ha affiancato all’ormai tradizionale programma nel GT World Challenge la partecipazione al DTM, in cui per la prima volta (unica eccezione la FIA GT World Cup di Macao) si trova a non dover condividere il volante di una vettura GT3. Subito il 32enne di Trento si è affermato al vertice anche di questo campionato, in cui occupa la prima posizione in classifica forte di una pole position e quattro podi. Ma lo sguardo di Bortolotti è già volto al futuro, che lo vedrà al via del nuovo programma LMDh targato Lamborghini.

“È una grande opportunità e una bellissima occasione, specialmente farlo insieme a Lamborghini. Mi ricorda gli inizi del programma GT3, quando partimmo da un foglio bianco. Abbiamo sfidato delle case molto più esperte di noi e con un know how più importante, ma passo dopo passo ci siamo avvicinati, fino ad arrivare dove siamo adesso. Cercheremo di fare la stessa cosa nel mondo dei prototipi”.



Rispetto ad allora cosa è cambiato in Squadra Corse?

“Il vantaggio è che adesso a livello di personale e struttura possiamo contare su una squadra collaudata. Ci sarà certamente qualche nuovo innesto e una leggera espansione, ma la base di partenza è molto buona. Come successo nel 2015 andremo a sfidare costruttori che hanno già una grande esperienza in questo tipo di corse e non sarà certo facile”.

Dunque quali obiettivi vi siete posti per la prima stagione nel 2024?

“Per fissare obiettivi è troppo presto, anche se è chiaro che se abbiamo deciso di cimentarci in questo progetto è per vincere. Per il momento l’obiettivo numero uno è di portare a termine lo sviluppo della macchina e fare un buon lavoro prima del debutto in pista effettivo. Quando saremo a buon punto potremo iniziare a darci degli obiettivi in termini di risultati. La categoria LMDh debutterà nel 2023, quindi dovremo inseguire fin dall’inizio in quanto gli altri costruttori avranno un anno in più di esperienza rispetto a noi”.

Hai vinto tanto in GT, pensi che questo sbocco nel mondo dei prototipi sia il passo naturale per la tua carriera?‍

“Onestamente sono molto felice di essere approdato in GT nel 2014. Mi piace molto questo mondo e in particolare il nostro programma. La possibilità di correre in tanti campionati diversi, alternare gare sprint a endurance anche a distanza di una settimana,, correre da solo o in equipaggio, cambiare tante squadre diverse nel corso della stagione, è tutto molto stimolante. Quindi non interpreto questi anni come un trampolino di lancio verso il mondo dei prototipi. Quella di correre in LMDh è un’opportunità che è arrivata grazie a Lamborghini e solo perché Lamborghini ha deciso di prendervi parte. Il mondo del GT farà comunque parte del mio futuro”.



Com’è nata l’opportunità di correre a Le Mans quest’anno e quali principali differenze hai trovato tra le 24 ore di Spa e Le Mans?

“Verso febbraio WRT ha deciso di schierare una terza macchina a Le Mans e avendo corso con loro in passato ed avendo una grande stima reciproca, Vincent Vosse mi ha chiamato e mi ha chiesto se potesse interessarmi. Spa è la gara GT più grande e prestigiosa, la sfida è molto serrata con oltre 60 vetture tutte di classe GT3. A Le Mans però senti il peso della storia della gara, partendo dalla parata e vedendo tutta la gente presente, l’amore e l’interesse che c’è per questa corsa. Finché non l’ho vissuto in prima persona non ci credevo, mi sono reso conto che quello che mi veniva raccontato fosse vero solo quest’anno”.

Cosa è andato bene e cosa no in questa tua prima partecipazione?

“L’obiettivo primario era fare chilometri e finire la gara. Non solo l’ho centrato, ma ho anche fatto molto bene a livello di prestazioni, con il terzo tempo medio in LMP2 e il secondo giro più veloce in gara della categoria, una ciliegina sulla torta. Sapevamo che a livello di equipaggio non eravamo preparati per vincere la gara ma al termine delle 24 ore siamo risultati la macchina migliore di WRT, perdendo la possibilità di chiudere settimi negli ultimi 30 minuti. Ci sono stati troppi episodi sfavorevoli, senza i quali avremmo forse potuto chiudere a podio, ma l’esperienza accumulata è stata molto importante”.

C’è qualche altra uscita in programma in classe LMP2?

“Al momento no. Nel 2023 correrò solo in GT, ma prenderò parte attivamente anche allo sviluppo della LMDh. Quindi già dalla prossima stagione sarò diviso su due fronti. Quello che succederà nel 2024 onestamente è troppo presto per saperlo. Idealmente credo di poter fare alcune gare in GT3 accanto al programma LMDh, che sarà certamente l'impegno prioritario. Il programma Huracan GT3 è ancora molto importante per Lamborghini e ci tengo a farne parte”.



A questo proposito, hai già testato la nuova Huracan GT3 EVO2, credi sarà competitiva fin da subito?‍

“Me lo auguro. Siamo ancora in fase di sviluppo. Abbiamo cercato di trarre il massimo dalla base attuale. L’auto sarà piuttosto diversa da guidare rispetto alla EVO, ma c’è ancora tanto lavoro da fare prima del debutto”.

Nel palmares tuo e di Lamborghini manca solo un’affermazione alla 24 ore di Spa, cosa vi è mancato in questi anni?

“La competizione in questa gara è esasperata. A livello di prestazioni siamo sempre stati competitivi, ne è la prova il fatto che per ben tre volte ho firmato il secondo tempo in qualifica (2016, 2017 e 2021), ma in gara non siamo mai riusciti a capitalizzare il nostro vero potenziale. Ogni anno ci sono minimo 20 auto che possono vincere e questo rende la corsa incerta fino alla bandiera a scacchi”.

Cosa ne pensi della prima metà di stagione di Valentino Rossi nel GT World Challenge?

“La premessa è d’obbligo, ovvero non dobbiamo dimenticarci che parliamo di uno dei campionati GT più difficili al mondo. Detto questo, credo si stia comportando bene, da quello che sento dai miei colleghi i feedback sono positivi ed è evidente che stia migliorando di gara in gara. Deve fare ancora un po’ di gavetta, ma credo che le sue prestazioni siano addirittura sopra le aspettative, mi sta sorprendendo”.