6 Dic 2007 [0:38]
Intervista al campione 2007 Joel Camathias
Joel Camathias, pilota di Lugano, è il campione dell'International GT Open assieme al compagno Richard Lietz con la Porsche 997 dell'Autorlando. Camathias, 26 anni, dopo una carriera nelle monoposto che l'ha portato anche in Champ Car, si è dedicato alle vetture GT raccogliendo col tempo importanti risultati.
- Come ti senti al termine di questa stagione, ancora una volta di alto livello?
"Il campionato è andata bene, e spero sia un viatico per il futuro, è il secondo anno che abbiamo buoni risultati. Ovviamente non è una garanzia in questo senso, però aiuta. Sono molto soddisfatto, nonostante fossi inizialmente molto scettico sul campionato. Fin da Vallelunga ho capito che avremmo dovuto lottare, in gare sprint alle quali non ero più abituato dai tempi delle formule. Penso che la nostra vittoria sia strameritata a dispetto di tutto quello che si è detto, e del ricorso sui risultati di Magny-Cours..."
- Il sistema di handicap in tempo utilizzato nel GT Open sembra avere avuto successo, cosa ne pensi?
"Gli handicap sono sempre un problema... a me già non piace molto l'handicap in peso, come succede nel FIA GT, e con l'handicap in tempo il tutto è molto più penalizzante. Quest'anno l'abbiamo particolarmente patito perché siamo sempre stati competitivi. Spesso siamo partiti per la prima gara con 45" di penalità, che su un'ora in totale è tantissimo. Soprattutto perché abbiamo sempre spinto al massimo e preso il risultato che c'era, senza rinunciare per non prendere penalizzazioni. Certo, è un sistema uguale per tutti, però in gare così corte è a volte spropositato".
- Come ti sei trovato con il tuo compagno Lietz?
"I piloti Porsche sono di ottimo livello, ma correndo con Lieb, ad esempio, avevo una differenza minima che ci poteva stare, Richard invece è un extraterrestre! Chiaramente, è sempre stato un pilota di punta, ha sviluppato la macchina, ma è anche andato veramente forte, oltre ad essere una persona squisita, e ho imparato molto da lui. Credo che tutte le componenti della squadra abbiano fatto la loro parte, è stata un'accoppiata vincente".
- Un altro importante successo anche per Autorlando...
"E' stato veramente il risultato di un team unito. Abbiamo terminato tutte le corse senza mai avere problemi tecnici, anche quando nell'ultima gara ho fatto un doppio stint con le gomme finite siamo rimasti fuori dai pasticci. Sono contento per i ragazzi del team, e anche per Orlando. La squadra è una famiglia, ti fa sentire a casa. E' incredibile, ho avuto modo di provare diversi team, nelle formule e in GT, ma un gruppo così non l'ho mai trovato, ed è anche questa la loro forza".
- Questa stagione sei passato dalla Porsche 996 alla 997, come ti è sembrata la nuova vettura?
"E' stato un bel passo avanti rispetto allo scorso anno, anche solo per il fatto di avere le gomme posteriori più larghe, da GT1, che davano una trazione notevole. Dicono comunque che la vettura dell'anno prossimo sarà ancora meglio, stanno lavorando sulle geometrie, e su un nuovo cambio. A pari condizioni, credo che la Ferrari sia ancora un po' più performante sul giro, forse la Porsche sulla lunga distanza è più consistente ed affidabile".
- Cosa ti piacerebbe fare il prossimo anno?
"Mi piacerebbe continuare, e rimanere con Porsche. Non importa quale campionato, se Le Mans Series, FIA GT o GT Open, ma con un team in cui posso imparare, una squadra professionale con un compagno professionista. Insomma non con una seconda macchina, ma con la vettura di punta. Ci sto lavorando, sicuramente i risultati aiutano, anche se comunque non ti danno delle garanzie".
- Nonostante la giovane età, hai avuto una carriera lunga, arrivando fino alla Champ Car dove, considerato il team, sei andato forte. Come vedi la tua carriera?
"In generale non mi reputo "il" talento assoluto, so cosa posso fare, è stata dura in Champ Car per via del team di secondo piano ed anche se non c'era possibilità contro piloti come Junqueira o Tracy mi ha aiutato a crescere. Sono soddisfatto della mia carriera, ho fatto la mia parte in tutte le categorie in cui ho corso, anche in Formula 3000 ed in Formula Nissan. In un certo senso in GT ho un ruolo più interessante, c'è molto tempo per imparare, in particolare considerando che ho solo 26 anni. Mi sento di essere nel posto giusto al momento giusto".
- Sempre parlando di Champ Car, come vedi la decisione di Sebastien Bourdais di tentare la via della Formula 1?
"Bourdais è un ottimo pilota, e l'ha dimostrato tantissime volte, certo è che passare da un top-team in Champ Car ad una squadra che sta ancora crescendo in Formula 1 non so che beneficio possa portare. Probabilmente si sarà anche un po' stancato dopo avere dominato per quattro volte. In America la situazione è diversa rispetto all'Europa, c'è molta possibilità di vivere di motorsport. Ad esempio, in Europa per una vittoria di classe c'è una coppa, ed un'amichevole stretta di mano, mentre la è diverso. Dopo tanto lavoro, avere un riconoscimento sia per il pilota sia per il team è positivo."
Marco Cortesi