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29 Mar 2022 [11:22]

L'affidabilità delle nuove F1:
più grattacapi del previsto

Jacopo Rubino - XPB Images

Tre ritiri per problemi tecnici a Sakhir, quattro a Jeddah. Più di quanto la Formula 1 ci abbia abituato in questi anni, con standard di affidabilità altissimi, quasi al punto di eliminare una variabile chiave nel passato. Solo una casualità o ci sono cause di fondo? In questa stagione ha esordito una nuova generazione di monoposto, ma la rivoluzione è stata aerodinamica, non motoristica, e il rischio-guasti durante i test invernali non era stato poi così considerato. Anzi, durante la primissima giornata a Barcellona non si erano nemmeno verificate anomalie. Sono venute fuori dopo.

Nel conto dei ko tecnici in gara, oltre la metà ha colpito le auto motorizzate (ex) Honda: tasso del 100% in Bahrain, dove in pochi giri, nel finale, abbiamo visto fuori gioco l'AlphaTauri di Pierre Gasly, con fiamme, e poi le due Red Bull di Max Verstappen e Sergio Perez, fermate da problemi al sistema di alimentazione. La squadra anglo-austriaca ha poi assicurato di aver trovato causa e rimedio, e in Arabia Saudita, in effetti, è filato tutto liscio. Non però in AlphaTauri, perché Yuki Tsunoda ha saltato qualifica e gara: sabato il giapponese è stato subito richiamato ai box per noie all'impianto idraulico, domenica non ha preso il via perché nei giri di schieramento la sua AT03 ha avuto un inconveniente alla trasmissione, che si era già verificato nelle FP2.

Viene un dubbio: il passaggio di consegne delle power unit da Honda (che comunque le produce ancora in Giappone) alla nuova struttura Red Bull Powertrains potrebbe aver generato qualche criticità. Anche perché nel 2021 i V6 turbo-ibridi nipponici avevano mostrato un'ottima solidità. Più in generale, l'introduzione dei carburanti E10, con il 10 per cento di etanolo, ha richiesto a tutti i motoristi di apportare modifiche non trascurabili. E poi non va dimenticato che a Jeddah si viaggia con velocità e regimi molto elevati per parecchio tempo, e con temperature elevate.



Domenica, praticamente in due giri, hanno alzato bandiera bianca anche Daniel Ricciardo e Fernando Alonso, le cui McLaren-Mercedes e Alpine-Renault si sono ammutolite, poi Valtteri Bottas, richiamato invece ai box per "salvare" il propulsore Ferrari della sua Alfa Romeo, soggetto a surriscaldamento. Tutti e tre avrebbero potuto conquistare un piazzamento in top 10.

Per l'Alfa Romeo l'affidabilità è stata una preoccupazione sin dalla vigilia del Mondiale, nonostante una macchina veloce; in Alpine, alla presentazione della A522, l'amministratore delegato Laurent Rossi ha invece raccontato di aver chiesto di osare: "Preferisco limitare le prestazioni sapendo di aver raggiunto il picco massimo, piuttosto che avere l'affidabilità con un motore lento. Questo era l'approccio del passato e abbiamo deciso di andare nell'altra direzione". Comprensibile, per chi vuole recuperare e pensando al congelamento degli sviluppi entrato in vigore. Ma in Arabia la squadra francese ha pagato il conto.

A titolo di statistica, conteggiamo anche i problemi della Haas di Kevin Magnussen in entrambe le sessioni del venerdì, ma poi al danese è andata bene: domenica ha chiuso nono, raccogliendo due punti. A quanto pare, comunque, l'affidabilità terrà un po' tutti sulla corda.
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