7 Set 2008 [19:14]
Le certezze di Hamilton
le paure di Raikkonen
Il Gran Premio del Belgio aveva inizialmente arriso a Lewis Hamilton, autore di una gara al solito maiuscola (ad eccezione del piccolo errore compiuto all’inizio del secondo giro), che ne ha evidenziato una volta di più le capacità di controllo dell’auto in condizioni critiche di aderenza, ovvero sul bagnato degli ultimi giri. Un filino meno arrembante delle prime gare, il talento inglese stava confermando di avere un passo da mondiale. Tutto ciò sino alla penalizzazione che lo ha retrocesso al terzo posto, davvero assurda a nostro giudizio.
Talmente macchinosa è la motivazione della retrocessione (Hamilton avrebbe dovuto aspettare non la prima curva dopo il taglio di chicane, bensì la seconda per tentare il sorpasso su Raikkonen) che sembra scritta da qualcuno dell’ufficio stampa Ferrari... Osservando questa F.1, il confronto con quella gagliarda e verace dei duelli Villeneuve-Arnoux la rende davvero poca cosa. Con tanti saluti allo sport. Vorrà dire che avremo un po’ meno voglia del solito di assistere al GP di Monza.
Valga come piccola consolazione per Hamilton il confronto, stravinto da Lewis, col compagno Heikki Kovalainen, autore di una partenza da dimenticare e di un recupero agevolato da una McLaren davvero efficiente. Criticabile (anche se forse non era il caso di punirlo con un drive through com’è avvenuto) il tentativo di sorpasso di Mark Webber conclusosi con un contatto.
Felipe Massa ha fatto una gara alla... Massa. E’ ritornato il pilota che conoscevamo: se è irresistibile per chiunque su alcune piste, su altre si ridimensiona a buon pilota, com’è successo a Spa. Specialmente se le condizioni di gara si fanno difficili. Il brasiliano non ha commesso errori e la sua gara e comunque stata positiva. Poi, dopo il regalo ricevuto dai commissari (ma lui ovviamente non ne ha colpa) è divenuta perfetta.
Poteva essere la corsa del riscatto per Kimi Raikkonen. Purtroppo per lui e per i tifosi della Ferrari s’è trasformata in una disfatta che lo ha punito in modo forse eccessivo. Partito con una formidabile dose di grinta, il campione del mondo s’è esaltato nei primi giri durante i quali l’asfalto era ancora umido in alcuni tratti. Ha scavalcato Massa nel corso del primo giro con una manovra intimidatoria al limite del regolamento e, poco dopo, ha approfittato del mezzo testacoda di Hamilton per braccarlo brevemente ed infilarlo poi senza pietà.
Pareva avere la gara in mano, Raikkonen. Tranquillo e costante al comando, con l’inglese della McLaren non distante ma neppure eccessivamente pericoloso. I pit stop sono filati via lisci come l’olio. Sino al sopraggiungere della pioggia, dapprima fine poi più insistente. In un solo giro Hamilton gli è piombato alle spalle e lì probabilmente gli è crollato il mondo addosso. Ha avuto paura di perdere la gara e l’ha fatto nel modo peggiore, finendo a muro per un errore di guida (è uscito nella via di fuga in asfalto di una curva a sinistra e, rientrando in pista, transitando su un tratto verniciato, la sua Ferrari si è intraversata puntando il muro).
Certo il dubbio che la Ferrari sul bagnato con le slick sia molto critica da guidare c’è (vedi Massa a Slverstone ed i suoi famosi cinque testacoda), ma forse con un po’ meno foga, forse il podio poteva conservarlo.
Anche Fernando Alonso è tornato ad essere il pilota che ricordavamo: un campione. Quarto al traguardo con una Renault il cui valore è dato dalla media delle prestazioni dello spagnolo con quelle, disastrose, mostrate da Piquet. Dalla lotteria dell’ultimo bagnatissimo giro le due Toro Rosso hanno pescato due biglietti sfortunati. Bourdais e Vettel hanno condotto tutta la gara nelle prime posizioni, con il francese finalmente all’altezza del suo rango (anche se la sua gara è stata macchiata dalla tamponata rifilata a Trulli poco dopo il via).
Dopo aver occupato la terza posizione nel corso dell’ultimo giro i due Sebastian sono stati sorpassati negli ultimi metri da auto che avevano montato le gomme intermedie ed hanno concluso quinto (Vettel) e settimo (Bourdais). Bravissimo Nick Heidfeld, “rapinatore” di posizioni all’ultimo giro, finito sul podio grazie al felice azzardo del box Bmw che gli ha montato gomme da pioggia nel finale. Piuttosto bene si è comportato anche Robert Kubica, esente da gravi errori. Il suo duello con Kovalainen ha evidenziato di quale entità fosse il deficit di velocità di punta delle Bmw nei confronti delle Frecce d’argento.
Prosegue la crisi profonda di Williams e Honda, mentre ci sarebbe piaciuto sapere dove sarebbe finito Trulli se non fosse stato colpito poco dopo il via da Bourdais. Senza particolari acuti la gara delle Force India, con Fisichella ultimo al traguardo che recriminava perchè Nakajima, finendo in testacoda, gli aveva rotto l’ala anteriore costringendolo a rientrare ai box.
Valerio Faccini
Nella foto, Hamilton e Raikkonen (Photo 4)