15 Feb 2006 [12:10]
Max Mosley vuol diminuire i costi
e lancia la retrocessione in GP2
Se l'idea, in un certo senso affascinante, di Max Mosley fosse già passata, quest'anno in F.1 non ci sarebbero nè Toro Rosso nè Midland, ma ART e Arden. Magari acquisite dal Dieter Mateschitz di turno o da qualche gruppo automobilistico smanioso di entrare nel mondiale. E' la regola della retrocessione che da sempre vige, Stati Uniti a parte, nei campionati a squadre, dal calcio al ping pong. Il presidente della FIA non scherza. Le peggiori due squadre classificate nel mondiale F.1 costruttori retrocedono in GP2, le prime due della GP2 salgono in F.1.
E' un treno in corsa Mosley e la sua prima mossa per la F.1 che verrà, a partire dalla fatidica data del 2008, è quella di abbattere i costi. Dice, non a torto, che trova assurdo che si debbano spendere 200 milioni di euro all'anno per dei propulsori (la Cosworth investe molto meno dei grandi costruttori, per esempio) e vuole che si arrivi a una cifra di 100 milioni di euro come spesa globale per una stagione in F.1. Per portare tutti sullo stesso livello, per dare a tutti la possibilità di vincere. Quella di Mosley è anche una sfida a Bmw, Mercedes, Toyota, Honda e Renault, che per il momento non hanno aderito al piano futuro del presidente. Sono dalla sua parte invece, Ferrari, Midland, Red Bull, Super Aguri, Toro Rosso, Williams.
Mosley afferma che non è dialogando con i tecnici che si deve studiare al futuro della F.1 perché essi non vedono più in là del loro orticello, dei vantaggi che possono trarre singolarmente per la loro squadra. E anche qui ha ragione. Mosley dice che invece bisogna parlare direttamente con i manager delle grandi Case automobilistiche, molto più sensibili al portafoglio.
E aggiungiamo: non è la presenza delle Case automobilistiche che fa grande la F.1, che porta gente in tribuna e audience. Sono i piloti i veri protagonisti del circus. I piloti e lo spettacolo. Non dimentichiamolo.
Massimo Costa