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21 Mar 2012 [15:30]

Minacce dal Bahrain - La protesta non si placa

La data del GP del Bahrain, previsto per il 22 aprile, si avvicina sempre più, ma praticamente nessuno tra la stampa specializzata e non, osa più parlarne. Sembra che si faccia il possibile per evitare l'argomento, per dimenticare che in quel piccolo Emirato la popolazione ribolle contro il regime del Re. Ma i morti della repressione governativa di pochi mesi fa, anche poche settimane fa, non vogliono essere rimossi dalla gente del Bahrain. Pochi giorni fa, Bernie Ecclestone ha ricevuto una lettera di questo tono: "Faremo qualsiasi cosa per garantire il fallimento del Gran Premio piuttosto che vederlo macchiato con il sangue e la vergogna".

Non si trattava di qualche mitomane isolato, tale messaggio arrecava in calce una firma: Gioventù della Rivoluzione del 14 febbraio. Il giorno del 2011 in cui tutto iniziò. Questo movimento è uno dei più importanti del Bahrain. Il messaggio proseguiva così: "Se il 22 aprile la F.1 correrà in un posto dove i bambini vengono uccisi per strada, si macchierà per sempre con immagini di morte e di violazione dei diritti umani. Ci appelliamo a tutti gli atleti del mondo perché ci sostengano e alla F.1 perché non venga qui, in quanto la situazione rispetto a un anno fa è peggiorata".

Inquietante la risposta di Ecclestone: "Ci sono sempre persone che protestano. Possono farlo senza usare la violenza, piazzandosi ai lati delle strade con i loro striscioni per diffondere il loro messaggio. Nessuno sparerà loro". Il mondo della F.1 sembra nascondersi dietro una pagliuzza. Sembra che nessuno voglia andare, a parte Ecclestone, ma nessuno ha il coraggio di prendere una specie di iniziativa. Gli stessi organizzatori del GP del Bahrain se ne stanno in silenzio cercando di spiegare che non vi è alcun pericolo. Ma è bene fidarsi di chi pensa a non rimetterci soldi? Il quotidiano italiano La Stampa, uno dei pochi che ha sollevato il problema, riporta che soltanto sette giorni fa si è tenuta una manifestazione contro Re Hamad alla quale hanno partecipato 100.000 persone su un totale di 600.000 abitanti del Bahrain. Un numero certamente impressionante.
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