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13 Mag [17:07]

Montmelò - Il commento
Maldonado shock, Alonso s'inchina

Stefano Semeraro

E’ ufficiale, trattasi di un mondiale folle, enigmatico, imprevedibile. E anche bellissimo nella sua incertezza. Pastor Maldonado si è inopinatamente ma meritamente preso un GP di Spagna che ha ufficialmente aperto la seconda parte del campionato, quella dove la Ferrari tornerà (dovrebbe tornare) a recitare un ruolo importante, dove la Williams è tornata a fare la voce grossa dopo 8 anni (ultimo successo nel 2004) e dove la Lotus ha ribadito le sue ambizioni assolute davanti ad un Red Bull che segna il passo. Maldonado è il primo venezuelano della storia a vincere un GP di F.1, ma il quinto diverso vincitore dell’anno in cinque gare: la certificazione che in un Circus dominato dall’umore instabilissimo delle gomme, che fa ammattire i progettisti e gli ingegneri di pista, ormai tutto è possibile. Il secondo posto di Alonso – che torna in testa al Mondiale a pari punti (61) con Vettel, davanti ad Hamilton e a Raikkonen - è il segnale del grande riscatto Ferrari dopo i test del Mugello. Il terzo di Raikkonen e il quarto dell’ottimo Grosjean (per lui il giro veloce) insieme un rullo di tamburo e un colpo di cilecca, visto che la Lotus ha avuto chance di vincere il GP e l’ha sciupata. «Una gara pazza, difficile capirci qualcosa, difficile capire a questo punto dove siamo veramente», ha commentato Sebastian Vettel, sesto e imbufalito anche per un drive-trough rimediato per non aver rispettato (insieme con Massa) le bandiere gialle. «Adesso chissà cosa potrà succedere a Montecarlo», ha aggiunto fra il preoccupato e l’ironico il campione del mondo in carica. «E’ un campionato strano, difficile – ha concordato Domenicali – occorrerà lavorare come matti per tutto l’anno per mantenere il passo».

Intanto in Spagna è successo quello che nessuno, neanche alla vigilia dopo le qualifiche, avrebbe pensato. E cioè il giorno perfetto di Pastor Maldonado, «a wonderfull day», come l’ha definito lui. Scattato dalla pole grazie alla squalifica (troppo pesante?) di Hamilton, il venezuelano si è fatto infilare da un Alonso sublime allo start. Ha inseguito per tutta la prima parte della gara, poi ha azzeccato il capolavoro al momento del secondo pit-stop, che il box Williams ha deciso di anticipare rispetto alla Ferrari, e in occasione del quale Pastor ha messo giù un giro fantastico, sotto l’1’28, riprendendosi la testa mentre Alonso rimaneva in parte bloccato dietro la Marussia di Pic. E da lì in poi l’ex-campione di GP2 non l’ha mollata più, resistendo alla grande al forcing finale di un Alonso scatenato davanti al suo pubblico, sfruttando con freddezza da pilota veramente maturo il miglior stato delle sue gomme, oltre la miglior trazione di una Williams uscita trasformata dallo sviluppo, sia aerodinamicamente sia meccanicamente. Un bravo a Frank Williams, che ha saputo rimettere per l’ennesima volta in rotta la sua creatura, ringiovanendo e “potando” la struttura, e rinascendo quando ormai pochi avrebbero creduto in lui. Fra i suoi meriti ora c’è anche quello di aver creduto in Maldonado, un driver di qualità, che di errori ne ha commessi ma che oggi forse si è definitivamente tolto di dosso l’etichetta di pilota con la valigia.

Alonso ha ruggito, ha derapato, ha lottato contro il grip ancora insufficiente della Rossa in uscita di curva, alla fine si è dovuto arrendere per non rischiare di farsi raggiungere da un Raikkonen altrettanto scatenato, e ancor più furioso per la pessima strategia del suo box. La Lotus ha infatti deciso di restare con le gomme morbide al primo pit-stop, poi ha ritardato inspiegabilmente di 6 giri rispetto alla concorrenza il secondo, quando ormai la chance di arraffare il successo era svanita. «Sono un po’ deluso», ha ammesso Raikkonen, «all’inizio della gara non eravamo abbastanza veloci, la gara l’abbiamo persa lì. Sono soddisfatto perché la velocità c’è, però non al 100 per cento, qualcosa l’abbiamo sbagliato». Ha ragione.

Sulla prestazione di Massa, quindicesimo e doppiato, non vale la pena di infierire. Va registrata la battuta di arresto della McLaren, dovuta alla squalifica di Hamilton che ha poi risalito come un salmone lo schieramento fino all’ottavo posto, e alla giornata incolore di Button (da registrare ancora qualche problemino nei pit-stop). Giornata storta anche per la Red Bull, che come ha ammesso Vettel è apparsa non certo nella forma dei giorni smaglianti e ha visto Webber scivolare addirittura fuori dai punti, e deludente anche la Mercedes. Rosberg alla fine ha subito la rimonta di Vettel e anche la grande verve di Kobayashi, ottimo quinto con una Sauber sempre più sorprendente, Schumacher si è eliminato da solo all’inizio della gara tamponando malamente Bruno Senna. Bravo Hulkenberg, 10° con la Force India davanti a Webber dopo un furioso duello. Ora nel Principato prepariamo a vederne delle belle. E magari ad applaudire il sesto diverso vincitore.

Nella foto, Pastror Maldonado (Photo 4)