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16 Mag 2008 [0:36]

Piquet scivola nella polvere
Renault inizia con le prime accuse

Ci risiamo. Un pilota Renault è finito sotto accusa. Era toccato a Jarno Trulli, poi a Giancarlo Fisichella, a Heikki Kovalainen. Ora è il turno di Nelson Piquet. Il brasiliano sta deludendo, su questo aspetto non ci sono dubbi. Ma sarebbe meglio considerare con attenzione i motivi per cui il vice campione della GP2 2006, battuto soltanto da Lewis Hamilton, dopo cinque Gran Premi ha ottenuto come miglior risultato un 11° posto. Quindi nessun punto. E in qualifica si è inserito tra i top ten soltanto a Barcellona, 10°.

La Renault, dopo qualche velata minaccia iniziale, è passata pesantemente all'attacco. Il team manager Steve Nielsen, riassumendo il suo discorso, ha spiegato: "Per il momento Piquet ci ha offerto più prove negative che positive. E dovrebbe iniziare al più presto ad ottenere qualche risultato. Sappiamo che la F.1 è un business che non perdona e si sa cosa capita a chi non rispetta le attese...". Parole senza dubbio pesanti e che lasciano intendere che Piquet è decisamente sotto esame.

Ma, dicevamo, perché Piquet è in crisi. Come capitò a Kovalainen nel 2007, il brasiliano arriva da un anno trascorso nel ruolo di tester, dunque lontano dalle competizioni. La monoposto non è competitiva, si sta trasformando sulle esigenze di Fernando Alonso. Ma se Kovalainen aveva tutto sommato un compagno di squadra malleabile come Giancarlo Fisichella, Piquet si ritrova il top dei top. Lo spagnolo è coccolato dal team, lo hanno voluto a tutti i costi, e Alonso è pur sempre Alonso. Difficilmente Piquet riuscirà a stargli davanti e lo stesso sarebbe accaduto nel 2007 se Kovalainen si fosse trovato in squadra l'asturiano.

La F.1 ha voluto Piquet. Chi dirige i fili del grande circus, lo ha accompagnato, disegnandogli un percorso ben preciso, fino alla Renault. Sognando il ripetersi di un duello Rosberg-Piquet che infiammò gli anni Ottanta. Keke contro Nelson all'epoca, Nico contro Nelsinho oggi. Difficile quindi che Bernie Ecclestone permetta alla F.1 di privarsi del nome Piquet. Ma se proprio la Renault dovesse decidere di sacrificare il brasiliano, chi ha le carte in regola per prendere il suo posto e assicurare risultati al team?

Non vediamo in giro piloti in grado di farlo. Non certo il tester Lucas Di Grassi, copia molto sbiadita di Piquet. Per la gioia dei giapponesi potrebbero rilanciare Takuma Sato, ma è certamente una soluzione stravagante. A quel punto, si può ipotizzare una manovra alla Flavio Briatore, cioè strappare un giovane talento a qualche team. Un Sebastian Vettel per esempio. Non certo semplice. La logica delle cose lascia quindi pensare che nulla cambierà, ma perché questo avvenga, Nelsinho (poi si offende anche se lo chiamano così...) dovrà darsi una svegliata.

Massimo Costa

Nella foto, Nelson Piquet nella ghiaia (Photo 4)
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