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1 Nov 2016 [19:25]

San Paolo a rischio per Vettel
Ma chiede scusa alla FIA e si salva

Massimo Costa

Una lettera di scuse. È quella che Sebastian Vettel ha dovuto scrivere alla FIA per scusarsi del "vaffa" urlato via radio a Charlie Whiting durante il GP del Messico. Non si fa e, al di là dell'applauso generale da lui scatenato nelle case di milioni di appassionati, Vettel rischiava di essere punito con l'esclusione dal prossimo GP del Brasile. Certo, il comportamento del pilota Ferrari non è stato edificante anche se vediamo ogni domenica giocatori di calcio, basket, pallavolo e quant'altro mandare a quel paese l'arbitro che bonariamente lascia perdere perché si sa, nei momenti di agonismo forte qualche parola scappa sempre.

Non se sopra tutto c'è la FIA che guarda alle virgole, alle due ruote fuori dai track limits, che redige ormai tutto come fosse un antipatico vigile urbano. Il presidente Jean Todt era tra quelli che non aveva gradito, già proprio colui che sta permettendo che i suoi commissari agiscano nella più totale anarchia di gara in gara scatenando nervosismi, ripicche, incomprensioni gravi. Vettel si è seduto nel suo studiolo, ha preso carta e penna, ha scritto che non la farà più e che si scusa tanto tanto. I professorini hanno ringraziato e Vettel non sarà squalificato dal GP brasiliano. Già, del resto la vendetta Whiting se l'era presa a 1 giro dalla fine penalizzando il tedesco per la sua difesa bella e grintosa su Daniel Ricciardo.

Ma la FIA quando chiederà scusa agli appassionati?
Ma lasciateci porre una domanda: Whiting, colui che si è autoassolto dal dramma di Jules Bianchi incolpando il compianto pilota francese per l'uscita di pista a Suzuka e il conseguente urto contro la gru, e la FIA quando mai si scuseranno per avere portato la F.1 in un tunnel senza fine?
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