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20 Set 2007 [19:25]

Spy Story
Parola per parola quel
che è accaduto a Parigi

Ecco quanto è accaduto la scorsa settimana a Parigi, nella sede della FIA, nel dibattimento sul caso McLaren-Ferrari.

Ron Dennis (McLaren) viene interrogato dall'avvocato Ferrari Nigel Tozzi.

DENNIS
«Primo, la mia relazione con Alonso è estremamente fredda.
Nella mente di Fernando c'è la ferma convinzione che la nostra politica, che è quella di fornire uguale trattamento ai due piloti, non rifletta propriamente il suo status di campione del mondo.
Basa la sua convinzione sull'esperienza che aveva avuto nel suo precedente team. Nella discussione in Ungheria ha fatto uno specifico riferimento a e-mail ricevute dagli ingegneri della McLaren. A quel punto ho chiamato Martin Whitmarsh e Fernando ha ripetuto quello che aveva detto. È stato Martin a suggerirmi di chiamare Mosley e l'ho fatto. Poi, prima della gara, è venuto il manager di Alonso per dirmi che Fernando aveva perso il controllo e che ritrattava tutto».

TOZZI
«Pare che Alonso abbia mostrato quelle informazioni a qualcun altro».
DENNIS
«Solo Ecclestone avrebbe detto di aver visto qualcosa e che lo avrebbe dato a Mosley. So che Bernie disse che era in spagnolo, ma non so come la Fia ne sia entrata in possesso».
TOZZI
«Lei non ha avuto altre conversazioni con Alonso?»
DENNIS
«No, non ci siamo più parlati dopo allora».
TOZZI
«E lei non ha indagato su De la Rosa?»
DENNIS
«Perché avrei dovuto farlo dopo che il manager di Alonso aveva ritirato tutto? E se avessi voluto nascondere qualcosa perché avrei chiamato Mosley?»
TOZZI
«Perché non c'è qui Alonso?»
DENNIS
«Perché non ha voluto esserci».
TOZZI
«È corretto dire che se fosse venuto qui non avrebbe sostenuto la tesi McLaren?».
DENNIS
«Reputo che quello che abbia scritto nel suo rapporto sia vero. Altrimenti perché l'avrebbe scritta?».

Max Mosley, presidente della FIA, interroga Pad Lowe, tecnico McLaren.

MOSLEY
«Sa cosa c'è nei dossier?»
LOWE
«No. Ho visto soltanto i titoli che c'erano nel dossier. Ma non so nulla del contenuto».
MOSLEY
«Come potete, lei e i suoi collaboratori, essere assolutamente certi che nessuno di quei dettagli sia stato usato nella McLaren?».
LOWE:
«Il valore di quel dossier è sovrastimato. Non so perché Coughlan l'abbia preso, posso soltanto immaginare che abbia la passione per il collezionismo. Incontro ingegneri che mettono via tante cose, come la gente con i francobolli. Sinceramente per noi quel materiale era poco utile. Coughlan non aveva la possibilità di influenzare tutte le aree di lavoro sulla vettura. Io conosco il pedigree di chi lavora con me e posso affermare che non c'è nulla di quel dossier che abbia influenzato la nostra macchina».

Si registra un intervento di Phillips, consulente di Lewis Hamilton.

PHILLIPS
«Hamilton non ha fatto nulla di male. Se la McLaren venisse esclusa perderebbe tutti i punti che ha così brillantemente accumulato e nel 2008 dovrebbe guidare per qualcun altro, mentre intende restare a vita alla McLaren. Sarebbe un disastro per la F.1.
La gente perderebbe fiducia in questo sport. E sarebbe un disastro pure per la Ferrari: le loro vittorie avrebbero lo stesso significato di quella centrata a Indianapolis nel 2005».


Il tester McLaren Pedro De La Rosa viene torchiato dall'avvocato Ferrari Nigel Tozzi

DE LA ROSA
«Mike Coughlan lo conosco sin dai tempi della Arrows, nel 1999. Ho una lunga e amichevole relazione con lui. Al di là del ruolo che ricopre nel team».
TOZZI
«È la ragione per la quale lei non sapeva ancora che Coughlan stava ricevendo informazioni da Stepney?».
DE LA ROSA
«Non è corretto. Ho saputo da Mike che stava ricevendo informazioni confidenziali da Stepney il 22 marzo, quando sono andato al simulatore».
TOZZI
«E ha usato quelle informazioni al simulatore, non è vero?».
DE LA ROSA
«No perché la filosofia della nostra macchina è diversa. All'inizio credevo che quelle informazioni potessero essere importanti, invece».
TOZZI
«Ha scambiato con qualche ingegnere le informazioni che ha ricevuto?»
DE LA ROSA
«No».
TOZZI
«Ha avuto informazioni sul suo cellulare ma le teneva per se stesso».
DE LA ROSA
«In quel momento sì, poi le ho girate ad Alonso».
TOZZI
«Perché scambiava informazioni con Alonso se riteneva che queste avessero scarso valore per la Mclaren?».
DE LA ROSA
«Perché erano informazioni che arrivavano da Coughlan ed è normale tra piloti scambiarsi queste informazioni».
TOZZI
«Quando ha saputo che Coughlan riceveva notizie da Stepney, non gli ha chiesto come mai?»
DE LA ROSA
«Sapevo che erano amici, andavano a cena insieme. Probabilmente parlavano di questioni tecniche»
TOZZI
«Lei sapeva che facevano qualcosa di sbagliato, non è vero?».
DE LA ROSA
«È una pratica comune in F.1. Se è sbagliato lo fanno tutti».
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