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21 Feb 2014 [12:35]

Test col mistero ad Abu Dhabi per l'Audi R18

Filippo Zanier

Nella vita Bhanu Wannigama è uno studente e giocatore di cricket nella squadra del college Gateway di Colombo, una delle migliori franchigie giovanili dello Sri Lanka. Gli eventi degli ultimi giorni, però, lo hanno visto assurgere agli onori delle cronache per un'altra ragione.
Wannigama ha infatti pubblicato sul proprio profilo Instagram due scatti provenienti da un test Audi di inizio febbraio, immagini che la casa di Ingolstadt avrebbe preferito non vedere in quanto le prove della nuova R18 e-tron quattro erano "a porte chiuse".
Ad Abu Dhabi, però, la segretezza è un concetto molto relativo perché l'Hotel Yas Viceroy, un cinque stelle da sogno, si trova proprio all'interno del circuito. I suoi clienti hanno una vista chiara su un tratto abbastanza ampio del circuito, sia dalle camere che dalla terrazza-bar, e la stessa cosa succede nella zona opposta della pista, quella del tornantino, dove un ristorante dà direttamente sul tracciato.

Questo ha permesso a Wannigama di immortalare la vettura realizzando degli scatti, scovati dal sito Endurance-Info, che sono tra i pochi visti finora a mostrare la nuova versione della R18 in pista. E sebbene a prima vista non sembrino apparire differenze sostanziali rispetto alla vettura mostrata in fase di presentazione, ce n'è in realtà una che non salta subito agli occhi.



Si tratta del rigonfiamento evidenziato nel cerchio, assente nelle immagini rilasciate dall'ufficio stampa Audi e anche dalla vettura che era apparsa alla presentazione del 18 dicembre insieme a Wolfgang Ullrich e Ulrich Hackenberg.

La gobba, evidentemente necessaria per alloggiare sotto un cofano motore molto attilato una parte meccanica ingombrante, ricorda non poco quella vista sulla R18 proprio ad Abu Dhabi nel 2013, in un'altra sessione di test privati.
In quel caso, il rigonfiamento serviva a coprire un sofisticato sistema ibrido ad aria che, nelle fasi in cui il motore era in rilascio, utilizzava parte dell'aria compressa dal movimento dei pistoni per riempire un serbatoio che veniva poi svuotato in accelerazione, per spingere la turbina eliminando il famoso "turbo lag".
Pare che l'utilizzo del sistema avesse dato ottimi risultati, ma fosse stato bocciato dalla FIA in quanto considerato un modo molto intelligente di aggirare il flusso massimo di aria destinato al motore imposto dai restrittori. Questo veto, però, non può valere nel 2014 perché nel nuovo regolamento i restrittori sono spariti, sostituiti nella funzione di bilanciamento delle prestazioni dal flussometro per il carburante.

Ecco dunque che il sistema potrebbe tornare d'attualità. Eliminare il ritardo del turbo, infatti, é uno degli utilizzi previsti per l'energia in arrivo dalle batterie del sistema ibrido-elettrico: se questa funzione fosse coperta dall'aria compressa, l'energia elettrica risparmiata potrebbe essere utilizzata per altri scopi, sia orientati all'incremento di potenza che al risparmio di carburante.
La gobba in questione era già stata avvistata in occasione di una sessione di test a dicembre, ma Audi si era affrettata a smentire qualunque sospetto, dichiarando che era dovuta all'utilizzo di scarichi ancora in versione 2013, che avevano richiesto un cofano ad hoc perché più ingombranti di quelli previsti per il 2014.
Ad Abu Dhabi però, dopo più di un mese, la gobba era ancora lì. Possibile che un costruttore come quello di Ingolstadt non sia riuscito in quell'intervallo di tempo a realizzare i nuovi tubi di scarico? O sotto quella protuberanza c'è effettivamente dell'altro?

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