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27 Lug 2007 [16:53]

Tutti contro la McLaren-Mercedes

Alla lettura della sentenza di assoluzione della McLaren da parte del Consiglio Mondiale FIA, la redazione di italiaracing non si è stupita più di tanto. Ci aspettavamo una salata multa (ci pareva quanto meno ovvia) al team britannico in quanto un suo dipendente si era trovato in possesso di materiale tecnico appartenente alla Ferrari, ma non di più. Un segnale, la FIA era obbligata a darlo. Così facendo, tuttavia, si lascia pericolosamente intuire che non è reato trafugare materiale da un team all’altro. Nonostante i fiumi di inchiostro utilizzati dai quotidiani italiani e inglesi (sportivi e non), non esiste comunque la certezza che il management McLaren si sia trovato seduto attorno a un tavolo per prendere preziosi spunti dalle 780 pagine in possesso di Mike Coughlan. Non è mai esistita. Eppure, questa mattina siamo rimasti molto colpiti dalla rabbia che emergeva dai giornali italiani: si chiedeva la testa di Ron Dennis, magari approntando una ghigliottina in Place de la Concorde; si esigeva l’espulsione dal campionato 2007 e 2008 del team McLaren, addirittura la radiazione della squadra inglese dalla faccia della terra.

Ron Dennis, 40 anni di carriera senza ombre
Dennis, nella sua carriera quarantennale nel mondo delle corse, non è mai stato coinvolto in episodi oscuri. Ha creato con le proprie forze un top team che ha vinto mondiali su mondiali e pur essendo un personaggio spigoloso e poco simpatico alla stampa italiana (forse questo è il grande problema), ha saputo sempre gestire con fermezza e intelligenza la sua struttura. Che è inciampata in una storia sicuramente brutta, sicuramente censurabile. Ma attenzione a non confondere la responsabilità soggettiva da quella collettiva. Coughlan è un dipendente McLaren, non LA McLaren. Finché non si trovano concrete e reali prove che il tecnico inglese abbia agito per conto di Dennis o Martin Whitmarsh o altri ancora, c’è poco da urlare e sbraitare. E invece, ecco che è andato in scena il principale sport nazionale: difendere la Ferrari e accusare qualcuno senza l’esistenza di prove materiali. Dopo due mondiali persi in pista contro la Renault e un terzo a rischio sconfitta, guarda caso proprio contro la McLaren, si è scatenato il teatrino tipicamente italico per screditare in tutto e per tutto il team di Woking. Che poi la MP4-22 non c’entri assolutamente nulla con la F2007, il copione abilmente suggerito è andato in scena. Se la McLaren vincerà, ecco che il titolo ampiamente meritato da Lewis Hamilton o da Fernando Alonso sarà sporco, rubato, senza valore. E la Ferrari ne uscirà come vittima. E se Kimi Raikkonen o Felipe Massa saranno tanto bravi da recuperare sul duo McLaren, allora la Ferrari sarà stata più forte di tutti, campione nonostante il boicottaggio della FIA.

Macaluso non convince mai nessuno
Ma al di là delle levate di scudi degli italiani a favore della Ferrari e degli inglesi a favore della McLaren, bisognerebbe interrogarsi sul valore di uno sport dove si è disposti a rubare, spiare, truffare, e dall'altra parte a invocare la radiazione dell'avversario pur di vincere. E' vero che nello sport moderno, con buona pace di De Coubertin conta solo il successo, ma anche il come lo si fa dovrebbe avere un (grosso) peso. Concludiamo, con una nota su Luigi Macaluso, confermato presidente della CSAI (e noi che ne chiedemmo le dimissioni un anno fa…). Parte dei 26 del Consiglio Mondiale che ha discusso il caso della Spy Story, Macaluso è stato elevato a eroe nazionale dalla Gazzetta dello Sport. Dipinto come colui che, solo contro tutti, ha tentato di far capire ai membri del Consiglio le colpe della McLaren. Quali non si sa, visto che non c’erano prove. E se Macaluso non ne ha convinto neanche uno degli altri venticinque, non deve essere stato troppo bravo. Evidentemente. Per capire la caratura del personaggio, che proseguirà a dirigere lo sport motoristico tricolore sempre in stato di assoluto coma profondo, se ne è uscito con il seguente virgolettato: ”Per molto meno la Juve è stata retrocessa in serie B, solo per supposizioni…”. Chi ha seguito anche per una sola ora Moggiopoli, sa bene che la Juve è stata retrocessa in B, e non in C2 come era stato inizialmente richiesto, su delle prove inoppugnabili e incontrovertibili. Che però ora, per il presidente CSAI Macaluso, diventano supposizioni.

Massimo Costa

PS: il quotidiano finlandese Ilta-Sanomat, ha riportato la seguente dichiarazione di Mika Salo: ”Quando ero alla Ferrari, spiavano sempre quello che facevano in McLaren ascoltandone il traffico via radio. Dopo ogni sessione di prove, mi veniva consegnato un foglio con tutte le discussioni tra Mika Hakkinen e il suo ingegnere”
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